Come immaginare profili, necessità e domande che contrassegneranno il contribuente del futuro? Negli States se lo va ripetendo la stessa Agenzia delle Entrate, l’Irs. E per far luce sul dilemma fiscale per eccellenza, il Commissario stesso dell’Amministrazione finanziaria, John Koskinen, ha deciso di rompere ogni indugio ricorrendo al crowdsourcing, nuovo modello di realizzazione dei progetti che si fonda sullo sviluppo collettivo di un’idea da parte di numerose persone esterne all’entità che ha ideato il progetto stesso, in questo caso quindi non appartenenti alle Entrate. Le persone che collaborano lo fanno in genere volontariamente, rispondendo ad un invito a collaborare. Questo modello di realizzazione dei progetti è reso possibile da internet e non riguarda necessariamente la scrittura di codice in linguaggi di programmazione, ma la varietà di progetti può essere diversa, basti pensare a Wikipedia stessa, scritta dai propri lettori.
Tax Design Challenge, se il fisco esternalizza le proprie attività – La nuova sfida fiscale lanciata in questi giorni dall’Irs si pone un obiettivo ben definito: raccogliere idee innovative capaci di incidere favorevolmente sulle modalità di gestione dei rispettivi profili fiscali da parte dei contribuenti. In dettaglio, le idee, le intuizioni e i progetti base che il pubblico, cioè cittadini, giovani ricercatori, universitari ecc…sottoporranno alla valutazione d’un boardcomposto da un dozzina di esperti in strategia e design, in servizi digitali e in comportamentismo economico, nonché in finanza e internet naturalmente. Di fatto, con il lancio del Tax Design Challenge, le Entrate statunitensi per la prima volta nella loro storia adotteranno una politica di servizio fondata sull’esternalizzazione di una parte delle proprie attività. Infatti, la progettazione, la realizzazione e, forse, lo sviluppo stesso dei progetti vincitori, sarà condotto dalle persone stesse, quindi esterne all’Amministrazione, che hanno proposto le idee alla base dei progetti vincenti.
Obiettivo, semplificare – Ad ogni modo, nonostante l’aurea di novità che circonda l’iniziativa, resta un punto fermo che certamente non può considerarsi come nuovo. La finalità della sfida, infatti, si pone come punto d’arrivo lo sviluppo di progetti capaci di semplificare la vita ai contribuenti, sia migliorandone l’accesso ai dati fiscali, sia fornendo strumenti e servizi ad hoc grazie ai quali possano effettuare le scelte migliori, evitando errori. Insomma, l’obiettivo è di rendere più semplice adempiere ai propri obblighi fiscali. Una sfida antica, non certo nuova.
Premi in denaro per i vincitori – La sfida non sarà a costo zero. L’Amministrazione finanziaria, infatti, ha previsto la ripartizione di compensi specifici tra i vincitori. Per la categoria relativa a progetti complessivi, o generali, di ridefinizione d’un servizio, al primo classificato andranno 10mila dollari, mentre al secondo 5mila. Per quanto riguarda l’idea di maggior utilità per i contribuenti, 2mila dollari al vincitore e 1.000 dollari al secondo classificato. Lo stesso compenso scatta per i progetti che implementeranno le capacità di scelta dei contribuenti.
Opened digital space – Ma il dato di maggior rilievo, a prescindere alla bontà delle idee e dei progetti che ne nasceranno, è nell’apertura del fisco al contatto con il mondo esterno, anzi, all’interscambio di output direttamente con i contribuenti stessi. Il piano tradizionale di chiusura e di verticismo dell’Amministrazione rispetto al soggetto passivo, d’imposta, è ribaltato. I due protagonisti collaborano su di un terreno se non proprio paritario di sicuro più equilibrato. Una piccola rivoluzione, per l’Irs.