Il Consiglio di Stato si esprime sulle concessioni autostradali: in particolare si sofferma sui poteri da applicare alle tariffe per il pedaggio e al principio di certezza del diritto.
Un recente pronunciamento dei giudici amministrativi, il numero 1324 del 2024, ha delineato chiaramente l’ambito giuridico in questi casi: si fa così chiarezza sull’evoluzione delle tariffe autostradali, garantendo al contempo il rispetto dei principi fondamentali della tutela dell’affidamento.
Concessioni autostradali e tariffe per il pedaggio, il parere del Consiglio di Stato
In base alle disposizioni all’articolo 43 del del decreto legge 201/2011 si stabilisce la disciplina dei procedimenti di revisione o aggiornamento delle convenzioni che hanno già recepito il nuovo sistema tariffario.
Secondo il principio del tempus regit actum, l’art. 43 si applica immediatamente ai rapporti concessori in corso, il cui piano economico finanziario era scaduto prima della data di entrata in vigore del decreto legge 109/2018, come convertito dalla legge n. 130 del 2018.
Allo stesso tempo, l’art. 37, comma 2 dello stesso decreto legge definisce l’ambito di esplicazione dei poteri tariffari, consentendo all’autorità di stabilire autonomamente il sistema tariffario anche per le vecchie convenzioni, senza necessità di un atto d’impulso del concedente.
Si prevede, inoltre, la definizione di sistemi tariffari basati sul metodo del price cap, con la determinazione dell’indicatore di produttività X a cadenza quinquennale per ciascuna concessione.
Price cap
Il termine “price cap” si riferisce a un sistema di regolamentazione dei prezzi, spesso utilizzato nei settori in cui sono presenti monopoli naturali o oligopoli, come nel caso delle concessioni autostradali menzionate nel tuo contesto.
In un sistema di “price cap,” l’autorità di regolamentazione stabilisce un limite massimo (cap) che un’azienda può addebitare per i suoi servizi o prodotti. Questo limite è solitamente determinato in modo da incoraggiare l’efficienza, stimolare l’innovazione e garantire prezzi ragionevoli per i consumatori. In generale, il sistema mira a bilanciare la necessità di remunerare adeguatamente l’azienda per incentivare investimenti e miglioramenti, evitando nel contempo comportamenti anticoncorrenziali o prezzi eccessivamente alti.
Certezza del diritto e tutela dell’affidamento
Un aspetto cruciale inoltre che emerge dal pronunciamento è il riferimento ai principi di certezza del diritto e tutela dell’affidamento. Il Consiglio di Stato sottolinea che tali principi impongono che le norme di diritto siano chiare, precise e prevedibili nei loro effetti, soprattutto quando possono avere conseguenze sfavorevoli su individui e imprese.
La tutela dell’affidamento, secondo il pronunciamento, non vieta al legislatore di emanare disposizioni che modifichino la disciplina dei rapporti di durata, anche se il loro oggetto sono diritti soggettivi perfetti. Tuttavia, si sottolinea che, in caso di disposizioni retroattive, si pone il limite costituzionale della materia penale.
Il testo della sentenza del Consiglio di Stato
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it