“Il giudizio politico dei Comuni sulla legge di Stabilità è complessivamente positivo: il superamento del Patto di stabilità e la compensazione del mancato gettito Tasi ci dicono che stavolta è una manovra diversa rispetto a quelle degli anni precedenti. Tuttavia rimangono questioni aperte, alcune molto complesse che possono trovare soluzioni anche attraverso un altro strumento normativo”. Così il vicepresidente vicario Anci e sindaco di Lecce, Paolo Perrone, al termine della Conferenza Unificata chiamata ad esprimersi, tra l’altro, anche sulla legge di Stabilità. Ad accompagnare Perrone c’erano altri due vicepresidenti: il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti e il primo cittadino di Valdengo, Roberto Pella.
“La prima questione irrisolta – ha detto Perrone – riguarda gli uffici giudiziari, su cui i Comuni vantano un credito nei confronti dello Stato di circa 700 milioni di euro. Parliamo di somme pregresse che vanno dal 2012 fino al settembre di quest’anno quando c’è stato il passaggio di competenze. Solo a Lecce siamo a sette milioni di euro di crediti e sono somme che creano problemi alle nostre casse. Poi c’è la questione di quei Comuni che hanno approvato i bilanci oltre il termine del 30 luglio; parliamo di circa 1000 enti, molti dei quali impegnati con l’ultima tornata amministrativa, che non sono riusciti a chiudere i propri esercizi”.
“In prima lettura al Senato nella Stabilità c’era una norma di salvaguardia che però è stata è stata ribaltata alla Camera, per giunta con parere favorevole del governo”. “Questa situazione – ha aggiunto e concluso il vicario Anci – crea gravissimi problemi e se non risolta molti Comuni avranno difficoltà ad avere i bilanci in equilibrio poiché dovrebbero utilizzare le aliquote dello scorso anno”.
“Nel complesso siamo ragionevolmente soddisfatti di come l’azione dell’Anci è riuscita ad acquisire una legge di stabilità che segna un cambio di passo rispetto alle leggi di bilancio degli anni scorsi, e di aver contribuito in sede di conversione parlamentare ad ulteriori miglioramenti. Consideriamo questa legge un buon passo in avanti nel rapporto tra Stato e Comuni e la base di partenza per sviluppare nel 2016 un confronto con il governo, che consenta di acquisire piena autonomia, fiscale, finanziaria ed istituzionale ai Comuni”. Sono le considerazioni che il presidente dell’Anci e sindaco di Torino, Piero Fassino, ha svolto al termine del Direttivo Anci, riunitosi oggi a Roma per fare il punto sulla Legge di Stabilità che approda da domani nell’aula della Camera per la sua approvazione definitiva.
Parlando coi giornalisti, il presidente Anci ha confermato il giudizio positivo dell’associazione sulla manovra finanziaria. “Si apre una stagione nuova nei nostri rapporti con lo Stato: per la prima volta, dopo molti anni, i Comuni non vengono colpiti da tagli lineari di risorse; c’è il superamento del patto di stabilità interno e lo sblocco degli avanzi di bilancio che consentirà loro di riprendere politiche di investimento; ed infine il ristoro integrale ai Comuni degli introiti che essi avrebbero avuto con la Tasi”, ha argomentato Fassino.
Miglioramenti del testo iniziale della legge si sono registrati anche nel suo passaggio prima al Senato ed ora alla Camera, “con una serie di norme che hanno accolto proposte emendative Anci”. In particolare, il presidente ha ricordato la “soluzione positiva alla situazione finanziaria delle province, che nel testo originario erano fortemente penalizzate e che, in base delle proposte nostre e di Upi, registrano la riduzione dell’impatto dei tagli”. Significativi miglioramenti anche per “la condizione finanziaria delle Città metropolitane, in particolare grazie al fondo straordinario di 500 milioni per gli interventi sulle periferie delle grandi città”. Da segnare nella casella risultati, anche “l’accoglimento di una serie di proposte tecniche ma rilevanti per la gestione finanziaria dei Comuni che migliorano il nuovo sistema di contabilità. Così come – ha aggiunto il presidente Anci – l’adozione per il 2016 dell’anticipo di tesoreria per cinque/dodicesimi e l’utilizzo di oneri di urbanizzazione per la spesa corrente”.
Tuttavia, non tutte le questioni poste dai Comuni hanno trovato soluzione nel testo della manovra in dirittura d’arrivo: sono almeno tre i punti su cui l’Anci è pronta a ripartire nel negoziato con il governo con l’inizio del nuovo anno. “Il superamento della Tasi con il ristoro ai Comuni è certamente positivo – ha osservato Fassino – ma è una soluzione che consideriamo transitoria, nel corso del 2016 crediamo si debba arrivare a definire quali sono i tributi propri, e dunque l’autonomia fiscale e finanziaria su cui i Comuni potranno valere”.
Ancora da sciogliere il nodo sul turn over del personale rimasto bloccato al vincolo del 25% delle cessazioni. “Questa norma prevista dalla legge di Stabilità è gravemente penalizzante per i Comuni e va modificata”, ha ribadito il presidente Anci.
Infine, la questione delle spese per gli uffici giudiziari. “I Comuni sedi di distretti giudiziari sono creditori di oltre 700 milioni di euro per spese anticipate nel periodo che va dal 2012 fino a settembre 2015”, ha ricordato Fassino. Il punto di partenza dell’Anci nella trattativa con il governo è “la costituzione di un fondo che consenta gradualmente ed in più annualità di pagare ai Comuni questo loro credito”, ha spiegato.