salva bancheAssemblea Abi 2017: per il presidente Patuelli sono indispensabili semplificazioni normative e trasparenza, mentre “sarebbe utile che le autorità europee non ostacolassero le tante moratorie delle banche alle imprese e alla famiglie”. Per Visco e Padoan “il peggio della crisi è alle spalle”.


 

Semplificazioni normative e trasparenza sono indispensabili: “nel 2016, per il solo settore bancario, finanziario e assicurativo sono state emanate 1.247 fonti normative che si ripercuotono su tutto il mondo produttivo, circa cinque per ogni giorno lavorativo”. Lo ha detto il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, nella sua relazione all’assemblea annuale dell’associazione bancaria, in buona parte dedicata ai temi europei. Interessante soprattutto la sottolineatura sul fatto che “sarebbe utile che le autorità europee non ostacolassero le tante moratorie delle banche alle imprese e alla famiglie che attenuano in Italia gli effetti della crisi”, dato che iI totale dei prestiti cresce per le imprese e le famiglie, con i tassi più bassi della storia”, ha detto il numero uno dell’Abi.

 

E, sempre in tema di Europa, gli stress test sulle banche dell’Unione “debbono prevenire e non creare o accentuare le crisi bancarie”, mentre la sola vigilanza unica sulle banche europee non basta, dato che l’Unione bancaria “deve essere completata facendola diventare il centro finanziario mondiale capace di attrarre capitali sempre nella piena legalità”. Sul piano interno, Patuelli ha rimarcato che “le riforme e le aggregazioni in Italia porteranno, a inizio 2018, a un numero molto basso, in assoluto e rispetto alle medie europee, di circa 115 gruppi bancari e banche singole indipendenti, oltre alle succursali di banche estere”. E che “i recenti provvedimenti governativi in coordinamento con le autorità europee hanno eliminato i rischi sistemici dal mondo bancario italiano”.

 

All’Assemblea è intervenuto il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, per il quale i più recenti indicatori congiunturali confermano l’accelerazione dell’attività produttiva”, si registra “un consolidamento della fiducia su livelli elevati” di imprese e famiglie e “il riavvio degli investimenti”, mentre “le prospettive per le esportazioni e l’occupazione rimangono favorevoli” confermando che “la ripresa dell’economia italiana si è rafforzata”. Ma, ha avvertito il governatore, “la prosecuzione del rafforzamento congiunturale presuppone che continui il miglioramento del ciclo globale, che non aumenti la volatilità nei mercati finanziari internazionali e che le condizioni monetarie e creditizie dell’area euro rimangano fortemente espansive”.

 

Anche per il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, “Il peggio è alle spalle ma dobbiamo essere consapevoli che la crisi ha diffuso in Europa una propensione alla riduzione dei rischi. Siamo a un punto di svolta che trae origine dalla ripresa economica, senza dimenticare il ruolo cruciale delle riforme”. Quanto al dibattito attuale innecato dalle proposte di Renzi, “bisogna valutare con attenzione come usare lo spazio fiscale, se limitato. Non tutti i tagli delle tasse hanno gli stessi effetti su crescita e occupazione”.