riaccertamento-ordinario-residui-ruoli-responsabilitaLa Cassazione, con l’ordinanza n. 10226 del 16 aprile 2024, stabilisce le circostanze nelle quali l’accertamento integrativo è da considerare pienamente legittimo.


I giudici della Suprema Corte hanno emesso una sentenza riguardo alla validità degli avvisi di accertamento integrativi emessi a breve distanza da quelli principali per lo stesso anno d’imposta.

La pronuncia, inclusa nell’ordinanza n. 10226 del 16 aprile 2024, è stata emessa in risposta a un ricorso presentato dall’Amministrazione fiscale.

Nel caso specifico, la controversia riguardava un professionista a cui era stato notificato un avviso di accertamento per un maggior reddito di partecipazione non dichiarato in un’associazione professionale. Il contribuente aveva impugnato l’atto di accertamento davanti alla commissione tributaria provinciale, che aveva confermato la decisione dell’ufficio finanziario.

Tuttavia, i giudici di secondo grado avevano annullato l’avviso di accertamento integrativo, sostenendo che non poteva fondarsi su nuovi elementi. Il ricorso dell’Amministrazione fiscale in Cassazione ha portato alla cassazione della decisione dei giudici tributari di secondo grado.

Ecco i casi in cui l’accertamento integrativo è legittimo

Secondo l’articolo 43, terzo comma del Dpr n. 600/1973, tali avvisi sono pienamente legittimi a condizione che siano basati su dati non precedentemente noti all’ufficio finanziario.

La Corte ha chiarito che anche i dati conosciuti dall’amministrazione fiscale nel suo complesso, ma non ancora dall’ufficio che ha emesso l’avviso di accertamento, possono legittimare l’integrazione o la modifica in aumento dell’avviso.

Inoltre ha respinto le eccezioni sollevate dal contribuente riguardo alla notifica tramite Pec, sottolineando l’importanza della firma digitale come requisito necessario. Riguardo al merito della questione, ha confermato che l’avviso di accertamento integrativo può essere emesso anche a breve distanza dall’avviso principale, purché basato su dati non precedentemente noti all’ufficio finanziario.

In base a questi principi, la Cassazione ha dichiarato l’errore giuridico nella decisione dei giudici tributari di merito, confermando la piena validità dell’avviso di accertamento integrativo. Questa sentenza costituisce un chiarimento importante sulle procedure fiscali e conferma la legittimità delle azioni dell’Amministrazione fiscale nel caso in questione, mettendo nero su bianco quali siano le procedure valide.

Il testo della sentenza

Qui il documento completo.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it