studi di settore 2Niente più studi di settore per tutti i professionisti: saranno aboliti già dal 2016. La riduzione degli oneri passerà anche per una sfoltita a micro-balzelli come il bollo per il passaporto e le tasse sulle targhe auto. Abolizione degli studi di settore per tutti i liberi professionisti. E, con lo strumento legislativo giusto come ad esempio un possibile correttivo alla delega fiscale, già a partire dall’anno d’imposta in corso.

 

Non solo. II possibile addio allo strumento di determinazione dei compensi dei lavoratori autonomi sarà seguito da un’accelerazione della fatturazione elettronica con la comunicazione al Fisco invia telematica e periodica di tutte le fatture. Ad annunciare le nuove semplificazioni fiscali per le partite Iva allo studio del Governo sarà domani il viceministro all’Economia, con delega sulle Finanze,Luigi Casero,nel corso dell’intervista che sarà trasmessa a Telefisco, il convegno via satellite dell’Esperto risponde del Sole 24 Ore sulle principali novità tributarie, che si svolgerà domani.

 

L’intervento di semplificazione sugli studi di settore e che andrà ben oltre l’abolizione di Gerico per i professionisti è uno degli otto punti indicati nella direttiva sugli obiettivi di politica fiscale 2016-2018 diramata la scorsa settimana dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Le linee di indirizzo Doppia mossa La semplificazione viaggerà di pari passo con una nuova spinta alla fattura elettronica dettate dal ministro puntano a rafforzare la collaborazione tra contribuente e amministrazione finanziaria come strumento di semplificazione e di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale.

 

L’obiettivo è quello di rendere gli studi più efficaci senza ridurre comunque la loro attendibilità, come chiedono le associazioni di categoria Saranno semplificati a partire dalla riduzione del loro numero: i 204 modelli saranno aggregati e destinati a una platea che conta più di 3 milioni di contribuenti. Progressivamente si abbandoneranno gli attuali 2milacluster (termine tecnico che indicai grippi omogenei di elaborazioni statistiche) per passare a modelli organizzativi di business (Mob). Peri professionisti, come anticipato, la rivoluzione sarà più radicale e dovrebbe portare all’abolizione di uno strumento mai troppo amato dalle categorie.

 

Da sempre gli Ordini contestano l’attendibilità degli studi: tra l’altro i professionisti, applicando Il principio di cassa nella determinazione del reddito, non sempre riescono a evidenziare una stretta relazione tra le spese sostenute nell’anno e i compensi percepiti. Secondo gli ultimi dati disponibili sul sito del Dipartimento delle Finanze e relativi all’anno d’imposta 2013 a dire addio agli studi saranno circa 800mila professionisti i cui compensi medi dichiarati al Fisco ammontano a 75mila euro, mentre il reddito di lavoro autonomo si attesta sui 42mila euro annui.

 

Poco più della metà dei professionisti (451.312) con compensi oltre 30mila euro è congruo naturale o per adeguamento agli studi di settore e dichiara ricavi medi per 4mila euro e reddito vicino a 70mila euro. La semplificazione degli studi viaggerà di pari passo con quello di un’ulteriore spinta alla fatturazione elettronica e all’invio di tutti i dati delle fatture sia in entrata che in uscita.