Cresce il numero delle partite Iva avviate nel mese di settembre 2015. Con 41.793 nuove posizione rispetto al corrispondente mese dello scorso anno l’incremento evidenziato è pari allo 0,2 per cento. È questo il primo dato messo in evidenza dalla sintesi mensile dell’Osservatorio del dipartimento delle Finanze sull’apertura delle nuove partite Iva.
Il documento, come di consueto, approfondisce l’analisi dei dati su vari fronti.
Innanzitutto la distribuzione per natura giuridica evidenzia che il 74,7% delle nuove posizioni appartiene alle persone fisiche, il 20% è stato aperto da società di capitali e il 4,5% da società di persone; i “non residenti” insieme alle “altre forme giuridiche” sfiora l’1% dei nuovi avviamenti. Dal confronto con settembre 2014 emerge un piccolo aumento di posizioni riguardanti le società di capitali (+1%) e le persone fisiche (+0,7%) mentre, come accade ormai negli ultimi anni, si riscontra un rilevante calo per le società di persone (-8,8%).
Prendendo, poi, in esame la ripartizione territoriale possiamo riscontrare che il 42,4% delle nuove aperture è dislocato al Nord, il 23% al Centro e il 34,4% al Sud e nelle Isole. Anche in questo caso se si mettono a confronto i dati dell’analogo periodo dello scorso anno si segnala il dato positivo della provincia di Trento con un +14,4%, quello della Sardegna con +8,6% e della Toscana con +7,1% mentre il segno “meno” più evidente è quello del Molise (-9,7%), delle Marche (-7,9%9 e della Campania 8-5,7%).
La classificazione per settore produttivo continua a vedere in pole position il commercio che registra il maggior numero di aperture di nuove partite Iva don un quarto del totale; seguono, un po’ distanziati le attività professionali con circa il 13% e l’agricoltura con il 9,3%. Rispetto a settembre 2014, occorre rilevare il sensibile aumento nel comparto dell’istruzione (+35,1%) e, sebbene più contenuti, nell’agricoltura (+10,2%) e nella sanità e assistenza sociale (+9%). Settori in cui diminuiscono le aperture sono, invece, quello dei trasporti (-12,6%), delle attività immobiliari (-5,6%) e dell’edilizia (-5,1%).
Una conferma arriva, ancora una volta, per la classificazione in base alle caratteristiche anagrafiche delle persone fisiche che ve il dato praticamente stabile di aperture da parte degli uomini con il 62,4% mentre dal punto di vista dell’età il 47,7% delle posizioni viene avviato da giovani fino ai 35 anni e circa il 34% da persone con età compresa tra i 36 e i 50 anni. Continuando nel confronto con l’analogo periodo del 2014, si registra un lieve calo delle adesioni dei più giovani mentre risulta più evidente l’aumento (oltre il 9%) delle aperture da parte di coloro che hanno un’età compresa tra 51 e 65 anni.
Il documento di sintesi, infine, riporta i “numeri” di quanti hanno aderito al nuovo regime forfetario e al regime fiscale di vantaggio: sono 3.399 i primi e 10.407 i secondi che hanno optato per questi due sistemi agevolativi nel mese di settembre 2015. Nell’insieme si tratta del 33% delle nuove aperture, ricordando, però, che tale doppia possibilità, resa possibile dal decreto “milleproroghe” (Dl 192/2014), è valida solo per quest’anno. Da gennaio 2016 resterà in vigore solo il regime forfetario.