Sciopero Aerei 26 Luglio 2019: braccia incrociate nel settore aereo. Ecco come si svolgerà la giornata e quali sono le motivazioni della protesta.
A proclamare la protesta sono state unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti “per dare sostegno alla piattaforma unitaria di proposte ‘Rimettiamo in movimento il Paese’ indirizzata al Governo, per avviare un confronto su trasporti, su infrastrutture per renderle efficienti ed efficaci, su regole chiare che impediscano la concorrenza sleale tra le imprese e che diano priorità alla sicurezza dei trasporti e sul lavoro, nonchè alla tutela ambientale e sul diritto di sciopero”.
Sciopero Aerei 26 Luglio 2019
Venerdì 26 luglio ci sarà dunque uno sciopero di 4 ore nel trasporto aereo, ad esclusione dei controllori di volo di Enav, dalle 10 alle 14.
Nel giorno dello sciopero si terranno presidi presso le prefetture delle principali città. Ed a Roma, a piazzale di Porta Pia, davanti la sede del Ministero dei Trasporti, a partire dalle 10.
Lo sciopero rischia di rappresentare un colpo durissimo per i viaggiatori. Molti dei quali hanno già vissuto una giornata da tragenda lunedì con guasti alla linea dei treni ad alta velocità.
Dagli organi politici si è deciso di «contemperare il rispetto del diritto allo sciopero con la garanzia dei servizi per i cittadini in un periodo così particolare, ha emesso un’ordinanza di riduzione dell’orario di sciopero per venerdì 26 luglio a 4 ore di astensione dal lavoro». Lo comunica il ministero delle Infrastrutture in una nota.
Le motivazioni dei Sindacati
Le ragioni della mobilitazione rimangono quindi tutte valide, nonostante il ministro nel corso della riunione si sia reso disponibile a convocare una serie di incontri sul settore, come più volte abbiamo richiesto. Un percorso utile ma tardivo, affermano le tre sigle.
“L’Italia, dal punto di vista infrastrutturale, – spiega il segretario generale della Fit Cisl Salvatore Pellecchia – rischia di diventare la cenerentola d’Europa se non si sbloccano le opere che la fanno viaggiare fra sud e nord a due velocità. Il sistema di regolazione dei trasporti sta penalizzando sia le lavoratrici che i lavoratori del settore.
Basta osservare cos’è accaduto nel trasporto aereo, dove al crescere del traffico una serie di aziende, anziché svilupparsi, sono entrate in crisi che durano tuttora. Allo stesso tempo nel settore ferroviario la liberalizzazione ha aperto le infrastrutture senza garantire alle imprese italiane condizioni di reciprocità verso i paesi europei.
Inoltre le dichiarazioni dell’Autorità di regolazione dei trasporti destano inquietudine per i provvedimenti che dovrebbero colpire Rfi, mentre non è ben chiaro cosa si intenda per “aggiornamento del rapporto concessorio” per le autostrade”.
A questo link il testo completo del comunicato congiunto dei Sindacati.