scarti-di-viscosaIl riciclaggio oggi è una parte fondamentale della produzione e per questo il suo utilizzo è in netta crescita anche nell’ambito tessile.


Cresce la produzione di materia prima secondaria da scarti di viscosa. Si tratta di una dinamica che coinvolge molti settori laddove vi è una produzione mediante l’utilizzo di scarti e rappresenta un trend molto positivo.

Questa pratica virtuosa permette di alleggerire l’impatto ambientale e favorire l’utilizzo di tutte le materie prime.

Riciclare le fibre tessili sintetiche, nello specifico, è molto importante per ridurre il quantitativo di scarto.

Questo processo determina, infatti, la creazione di una virtuosa economia circolare, in grado di valorizzare pienamente le risorse a disposizione di fabbriche, industrie e alte realtà lavorative.

In questo quadro si inserisce la produzione di materia ottenibile con gli scarti di viscosa. Il processo che prevede il riciclaggio delle fibre tessili è molto importante. Alla base vi è il cascame, ovvero l’insieme degli scarti di viscosa delle lavorazioni che provengono per esempio da laboratori tessili, sartorie, calzifici o altri ambienti simili.

I cascami tessili di viscosa vengono ritirati dai produttori di materie prime secondarie, i quali provvedono poi a suddividerli in base alla categoria d’appartenenza dei singoli materiali. Gli scarti, poi, una volta che sono stati accuratamente selezionati, vengono confezionati mediante l’utilizzo di una pressa idraulica e infine stoccati.

Dopo quest’ultimo passaggio, le materie prime secondarie ottenute si spediscono ai produttori che ne fanno richiesta. Nella fattispecie, la viscosa rappresenta una risorsa per il settore tessile a partire dalla fine dell’Ottocento. La sua importanza risiede proprio nella sua capacità di abbassare i costi di produzione, garantendo al contempo una buona qualità.

I settori d’impiego della viscosa

Grazie alla viscosa, innanzitutto, si possono elaborare in ambito tessile prodotti efficaci e utili a un costo di produzione molto più basso in confronto a quello delle fibre naturali. Questo tessuto, quando è di buona qualità, presenta infatti le stesse peculiarità del cotone, ovvero risulta morbida e delicata alla vista e al tatto.

I vantaggi della viscosa risiedono anche nel fatto che è molto facile garantirne la conservazione ottimale per l’utilizzatore. Non presenta, infatti, particolari necessità o criticità per la stiratura e il lavaggio in acqua. Grazie a queste sue componenti, è ideale per la creazione di bluse, abiti chemisier, tuniche, pantaloni e qualsiasi altro indumento necessiti di un taglio confortevole.

Questo filato, in ogni caso, trova svariati campi di applicazione diversi tra loro. Tanto da arrivare a essere presente anche nelle tele utilizzate nel rivestimento interno degli pneumatici.

L’importanza del riciclo della viscosa

Il riciclo della viscosa, un tempo denominata seta artificiale per la sua marcata utilità in ambito tessile, è un passaggio di primaria importanza.

Questo tessuto si ottiene partendo dalla lavorazione di paglia, cotone oppure polpa del legno e si lavora abilmente con l’ausilio della soda caustica e, successivamente, del solfuro di carbonio. Si tratta, quindi, del risultato di una serie di passaggi chimici da eseguire con estrema precisione e con la massima attenzione.

Attualmente, la viscosa rappresenta circa un sesto delle fibre artificiali prodotte dalle nostre industrie. Questo dato permette di comprendere ancora meglio la sua grande portata e la sua utilità.

Proprio perché si tratta di un materiale importantissimo, il suo recupero e riutilizzo sono assolutamente da incentivare, rappresentando una pratica in grado di creare un’economia positiva.

Del resto, anche secondo le previsioni la produzione di materie prime secondarie derivate da scarti di viscosa non potrà che continuare a crescere, a testimonianza di come i settori coinvolti nella sua lavorazione abbiano perfettamente compreso tutti i vantaggi che il riciclo può assicurare loro.

 

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it