Si è arrivati ad un’intesa riguardo la direttiva UE per il salario minimo, “nel pieno rispetto delle diversità nazionali”. Vediamo nel dettaglio.
Salario minimo direttiva UE: uno dei temi centrali dell’ultimo periodo è sicuramente il salario minimo. Lo scontro tra forze politiche e sindacati rimane acceso: in Italia, infatti, la maggioranza è divisa e il dibattito è ancora aperto.
Vediamo allora nel dettaglio la nuova direttiva UE sul salario minimo.
Salario minimo direttiva UE: ecco di cosa si tratta
Nella notte tra il 6 e il 7 giugno è stato raggiunto l’accordo tra Consiglio, Parlamento e Commissione UE per la direttiva sul salario minimo.
L’annuncio è arrivato dall’account Twitter della Commissione per l’occupazione e gli affari sociali del Parlamento Europeo.
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha detto in un tweet:
“Nei nostri orientamenti politici abbiamo promesso una legge per garantire salari minimi equi nell’Ue. Con l’accordo politico di oggi sulla nostra proposta su salari minimi adeguati, portiamo a termine il nostro compito. Le nuove regole tuteleranno la dignità del lavoro e faranno in modo che il lavoro paghi”.
Adesso, la nuova direttiva dovrà attendere il placet della Plenaria del Parlamento UE e la ratifica del Consiglio UE. La palla, poi, passerà ai Paesi membri per recepirla e metterla in atto.
Secondo le indiscrezioni, nella direttiva non sono presenti massimi e minimi salariali. Si punterà, invece, ad istituire un quadro per fissare salari minimi adeguati ed equi.
Gli obiettivi sono quelli di ridurre le diseguaglianze, mettere un freno ai contratti precari e pirata e migliorare il tenore di vita dei cittadini dell’Unione Europea con salari dignitosi in tutto il territorio, pur tenendo conto del welfare dei vari stati.
Salario minimo direttiva UE: lo scontro politico in Italia
Lo scontro in Italia è particolarmente acceso.
Il Movimento 5 Stelle spinge per l’approvazione della direttiva in tempi rapidi. L’ex premier Giuseppe Conte ha detto:
“Noi stiamo lavorando a tempo pieno in commissione lavoro al Senato, dove questo progetto di legge sta andando avanti e siamo disponibili a lavorare notte e giorno per approvarlo, dobbiamo farlo subito”.
Sulla stessa linea c’è anche il Partito Democratico, il segretario Enrico Letta ha detto infatti:
“Per noi la questione salariale è fondamentale, accanto a questo c’è anche l’impegno ad arrivare al salario minimo come hanno fatto in Germania, in Australia e in Paesi simili al nostro, che hanno fatto una scelta che anche noi dovremmo fare”.
Sulla stessa posizione si allineano anche il Ministro del Lavoro Andrea Orlando e il Ministro della Salute Roberto Speranza.
Dall’altra parte della barricata, si trova il centrodestra.
Il Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha detto:
“Il salario minimo per legge non va bene, perché è contro la nostra storia culturale di relazione industriale. Non buttiamo il bambino con l’acqua sporca e valorizziamo le nostre relazioni industriali. Il salario non può essere moderato, ma deve corrispondere alla produttività”.
Meno perentorio è stato Matteo Salvini, che ha detto:
“Non è una priorità della Lega, che punta invece ancora sulla flat tax al 15% per le imprese, perché poi i salari li pagano le imprese e se pagano uno sproposito di tasse non riescono a pagare lo stipendio a nessuno”.
Com’è la situazione del salario minimo in Italia
L’Italia è uno dei sei Paesi all’interno dell’Unione Europea a non avere un salario minimo, insieme ad Austria, Cipro, Danimarca, Finalandia e Svezia.
La Germania, ad esempio, dal prossimo primo ottobre, porterà il salario a 12 euro l’ora.
Secondo le stime, sono quasi 4,6 milioni i lavoratori in Italia che percepiscono meno di 9 euro l’ora. Di fronte a questa situazione, anche nel nostro Paese si è affacciato il fenomeno dei “working poors”, ovvero di quei lavoratori il cui reddito è inferiore alla soglia di povertà relativa.
Secondo l’Istat, il tasso di disoccupazione, in Italia nel 2022, è all’8,4%. In molti, credono che una legge sul salario minimo andrebbe a ridurre la disoccupazione nel nostro Paese.
Il Consiglio e il Parlamento hanno già concordato le nuove misure che andranno a regolare i controlli da parte degli Ispettorati del lavoro per gli eventuali datori di lavoro che non rispetteranno le regole.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it