La riforma Madia punta alla soddisfazione dei cittadini come elemento di valutazione dei risultati delle pubbliche amministrazioni.
Il testo della riforma introduce nella “legge Brunetta” (il D.Lgs. n. 150/2009) un nuovo articolo, il 19-bis, specificatamente dedicato alla partecipazione diretta dei cittadini al processo di valutazione. Le pubbliche amministrazioni dovranno pertanto dotarsi di “sistemi di rilevazione del grado di soddisfazione degli utenti delle attività e dei servizi erogati”. I dati così raccolti verranno considerati insieme alle segnalazioni private giunte alla Pa autonomamente per poi essere elaborati da organismi autonomi di valutazione.
Ecco come: “i cittadini e le organizzazioni della società civile partecipano al processo di misurazione delle performance organizzative, anche comunicando direttamente all’Organismo indipendente di valutazione il proprio grado di soddisfazione per le attività e per i servizi erogati”. Quindi si instaurerà un canale diretto tra i cittadini e quelle che sono le “sentinelle” della PA, i valutatori, che devono essere presenti in ogni amministrazione.
Si estende dunque alla generalità della pubblica amministrazione quel giudizio di qualità che in molte università e in alcuni sistemi scolastici permette agli utenti finali, in questo caso gli studenti, di dare una valutazione della qualità della didattica. Un metodo che nel caso della valutazione della qualità dei servizi pubblici consente di influenzare dal basso l’efficienza di servizi che per loro natura non possono essere offerti in regime di concorrenza ma soltanto di monopolio pubblico.