randagismoUna buona prassi avviata con il progetto “Zero cani in canile”, ideato da Francesca Toto esperta di marketing territoriale, applicato dalla Lega Nazionale per la Difesa del Cane, sperimentato per la prima volta dalla Città di Vieste e successivamente applicato in altri Comuni per contrastare il randagismo.


L’obiettivo progettuale è quello di svuotare gradualmente i canili attraverso una serie di azioni congiunte tra istituzioni e associazioni animaliste, volontari e cittadini. Si tratta di un progetto gratuito e basato su cinque azioni: educazione e formazione nelle scuole, sterilizzazione, profilassi e cure, adozioni e integrazioni dell’animale nel tessuto sociale, costituzione di una task force di controllo, gestione e conversione dei canili in oasi polifunzionali.

 

Arginare il randagismo

 

L’iniziativa adattabile a tutte le realtà territoriali, punta in particolare dalla conversione dei canili in oasi, che porterebbe ad un risparmio economico nella gestione del randagismo, in cui le entrate economiche sono sempre più basate sull’offerta di servizi ai privati (asili per cani, dog sitting ecc.) e sempre meno sulle risorse economiche pubbliche. Per ricevere le informazioni per aderire al progetto contattare i referenti all’indirizzo e-mail: legadelcane.vieste@gmail.com

 

In Italia una media di ottantamila gatti e cinquantamila cani viene abbandonata annualmente per diventare quindi randagia e, tra questi animali, una media superiore all’80% si trova in una condizione che produce un’elevata possibilità di incidenti, maltrattamenti o stenti. Il periodo in cui si verifica il maggior numero di abbandoni è l’estate, poiché alcune persone, non potendo portare con sé in vacanza il proprio animale, decidono di abbandonarlo. Oltre il 30% degli abbandoni si registra nel periodo successivo all’apertura della stagione venatoria, perché il cane è incapace a cacciare