permesso animale domesticoIl lavoratore dipendente ha il diritto ad un permesso per il proprio animale domestico? Vediamo cosa dice la legge al riguardo.


Permesso per animale domestico: un lavoratore dipendente ha a disposizione diversi permessi lavorativi retribuiti riconosciuti.
Ma se accade qualcosa al nostro animale domestico, possiamo usufruirne? Vediamolo insieme.

Permesso per animale domestico: come funziona il permesso retribuito

I permessi di lavoro retribuiti sono dei brevi periodi di tempo in cui il lavoratore può assentarsi dal lavoro, ottenendo comunque la retribuzione prevista dal proprio contratto nazionale.

Tra i permessi riconosciuti troviamo:

  • Lutto o infermità: per un massimo di tre giorni all’anno e dietro adeguata documentazione che leghi il lavoratore al defunto o all’invalido con un legame di parentela entro il secondo grado o come coniuge;
  • Matrimonio: pari a 15 giorni;
  • Esami e concorsi: pari a 8 giorni, non cumulabili;
  • Allattamento: richiedibili nel primo anno di vita del bambino e godibili anche dal padre, se non usufruiti dalla madre.

È possibile richiedere un permesso per il proprio animale domestico?

permesso animale domesticoLa risposta è sì, un lavoratore può richiedere un permesso retribuito per assistere il proprio animale domestico.

Così è stato deciso dalla Cassazione dopo un caso che riguardava una giovane donna, lavoratrice all’Università La Sapienza di Roma, che aveva richiesto un permesso per assistere il proprio cane, durante un intervento medico veterinario urgente alla laringe.

La lavoratrice aveva richiesto il permesso al proprio datore di lavoro, poiché la sola ad occuparsi di lui. Inoltre, il veterinario aveva ritenuto necessario l’intervento.
Dopo aver ricevuto un primo rifiuto da parte del suo datore di lavoro, la lavoratrice si è rivolta alla Lav, la Lega Anti Vivisezione, per avere assistenza legale, così è riuscita ad ottenere il permesso retribuito da parte del suo datore.

Secondo la Lav, infatti, se un animale non riceve le giuste cure (e l’intervento era stato considerato necessario) può sussistere il reato di abbandono di animale, punibile dalla legge.

La Corte di Cassazione si è pronunciata a favore del permesso retribuito alla lavoratrice, affermando:

«la non cura di un animale di proprietà integra il reato di maltrattamento degli animali».

Permesso animale domestico: quando può essere dato

Dopo la decisione della Cassazione, è stato deciso che il permesso per assistere il proprio animale domestico può sussistere, ma solo in alcuni casi, che riguardano il lavoratore e l’animale:

  • Il lavoratore deve vivere da solo;
  • Il lavoratore non ha la possibilità di delegare a qualcuno l’assistenza dell’animale domestico;
  • Deve esistere un certificato veterinario che attesti la malattia o l’urgenza dell’animale;
  • Il lavoratore non deve avere altre alternative per il trasporto o per l’assistenza veterinaria.

Perciò, un lavoratore potrà richiedere un permesso retribuito a lavoro per assistere il suo animale domestico, solo se dimostrerà di essere l’unico a potersene occupare. Inoltre, dovrà dimostrare che l’animale ha effettivamente bisogno di cure o assistenza veterinaria.

Il fulcro è nel riconoscimento, da parte del datore di lavoro, di un rapporto rilevante tra lavoratore e animale, tale da considerarlo un componente della famiglia a tutti gli effetti. In questo modo, verranno conferite legittimità e conformità alla richiesta di permesso retribuito.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it