Per la Manovra 2025, sono in ballo diverse ipotesi sulle pensioni anticipate: ecco quali sono nel dettaglio.


Il tema delle pensioni rimane scottante per il Governo Meloni, soprattutto in vista della prossima Legge di Bilancio.

I tecnici, attualmente, sono al lavoro sui primi calcoli e simulazioni. Dopo il flop di Quota 103 e le ipotesi di Quota 41 light, si pensa a soluzioni alternative.

Tra le idee esaminate, c’è la possibilità di introdurre un allungamento delle finestre per l’accesso alla pensione anticipata solo in base ai contributi e indipendentemente dall’età.

Sul tema delle pensioni s’inizierà a discuterne al vertice di maggioranza, fissato per venerdì 30 agosto, col confronto tra la premier Giorgia Meloni e i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani.

Vediamo le ipotesi per il 2025.

Pensioni anticipate: quali sono le ipotesi per la Manovra 2025

Attualmente, si accede alla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) e la finestra mobile è di tre mesi.
La “finestra mobile” è il tempo di attesa tra la maturazione del diritto alla pensione e il momento in cui si può effettivamente riscuotere l’assegno.

Per il prossimo anno, l’obiettivo è quello di allungare la finestra a 6/7 mesi. In questo modo, l’uscita dal lavoro scatterebbe dopo 43 anni e 4 mesi (42 anni e 4 mesi per le donne) o 43 anni e 5 mesi, in caso di allungamento a 7 mesi.

Alcune misure dovrebbero essere sicuramente rinnovate anche per il 2025, come il taglio del cuneo fiscale e l’abbassamento della pressione fiscale, mediante la riforma dell’Irpef. Per quest’ultima, la sfida sarà quella di estenderla anche ai redditi fino a 50-55mila euro.

Tra le priorità, ci sono anche le agevolazioni per le madri lavoratrici e la maxi-deduzione per chi assume.
Ma sul tema delle pensioni, c’è il rischio di attrito, soprattutto perché la Lega preme sulle uscite anticipate e Forza Italia punta ad aumentare le pensioni minime.

La ricerca delle risorse finanziarie per le misure

Oltre alle varie ipotesi, c’è anche la caccia alle risorse finanziarie e si punta alla ricerca di 25 miliardi di euro.
Il Governo è in attesa dei potenziali incassi del concordato biennale e del possibile tesoretto derivante dal buon andamento delle entrate.

Ma al Mef si sta studiando anche l’ipotesi delle tax expenditure: l’obiettivo è quello di sfoltire le 626 spese fiscali (che salgono a 740, contando anche quelle locali).
Si tratta di un fenomeno che genera una perdita di gettito pari al 4% del Pil, come evidenziato dall’Ufficio Valutazione Impatto del Senato.

I dati Inps sulle pensioni

L’Inps ha fornito alcuni dati tratti dal Monitoraggio sui flussi di pensionamento.

Nei primi sei mesi del 2024, sono state 99’707 le pensioni anticipate e, tra queste, 27’962 hanno riguardato persone con meno di 60 anni. Perciò, il 28% di coloro che sono andati in pensione è under 60.

Ciò è legato soprattutto al lavoro precoce e al canale di uscita che consente il pensionamento dopo aver raggiunto i 42 anni e 10 mesi di contributi e dopo aver atteso i tre mesi di finestra mobile previsti.

Il numero più alto è stato riscontrato nel settore privato, dove sono state 17’074 le pensioni anticipate erogate prima dei 60 anni (il 33% del totale).