Oggi, 24 gennaio 2023, inizia lo sciopero dei benzinai, così come confermato dalle associazioni di categoria: ecco cosa sapere.
Inizia oggi lo sciopero nazionale dei benzinai: le associazioni di categoria hanno confermato lo stop per il 24 e il 25 gennaio 2023, nonostante l’appello del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Urso.
Durante l’ultimo incontro, il Ministro aveva invitato le sigle sindacali del settore a prendere in considerazione le modifiche apportate dal governo nel Decreto Trasparenza, sui prezzi dei carburanti, rinunciando allo sciopero.
Nonostante ciò, lo sciopero è stato confermato e fermerà i distributori per circa 48 ore.
Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Sciopero benzinai: cosa succederà da oggi
Dalle 19 del 24 gennaio alle 19 del 26 gennaio 2023, scatterà lo stop per i distributori di benzina sulla rete ordinaria.
Succederà lo stesso anche sulle autostrade, ma l’orario di riferimento sarà le 22.
Lo sciopero coinvolgerà anche gli impianti self-service, mentre potrebbero rimanere aperti gli impianti gestiti direttamente dalle compagnie petrolifere.
Nonostante ciò, le associazioni di categoria hanno annunciato il mantenimento di “servizi minimi essenziali”.
Le motivazioni dietro lo sciopero
Lo sciopero è stato indetto da Faib, Fegica e Figisc/Anisa, che raccolgono circa il 70% dei 22mila distributori di benzina attivi in tutto il Paese.
I benzinai chiedevano un dietrofront sul Decreto Trasparenza, ma il Governo ha dichiarato che non sarebbe tornato indietro sulla decisione.
Come ribadito dal Ministro Urso, il tavolo di confronto rimane aperto in maniera continuativa. Il Governo non ha intenzione di penalizzare o colpevolizzare la categoria dei benzinai, ma ci sono delle “zone d’ombra” che danneggiano coloro che lavorano onestamente.
Il Decreto Trasparenza prevedrebbe l’esposizione di un cartellone, per aiutare i consumatori a scegliere la pompa di benzina più conveniente, così come l’App gratuita.
Le associazioni di categoria hanno affermato:
“Il governo continua a chiedere trasparenza e noi l’abbiamo offerta in tutti i modi. Quello che non ci si può chiedere è di autorizzare nuovi adempimenti e nuove sanzioni a carico dei gestori. Questo no. Al ministro abbiamo avanzato proposte concrete, le valorizzi senza scaricare la responsabilità delle sue esclusive scelte sulla pelle dei benzinai”.
I consumatori, invece, si schierano da parte del Governo: come spiegato da Assoutenti, infatti, con le ultime decisioni avanzate dall’esecutivo, non c’è più il motivo di scioperare. Continuare con la via dello sciopero equivale ad arrecare un doppio danno ai cittadini: la chiusura dei distributori e l’impossibilità di contare sulle misure del Decreto Trasparenza, eliminate dopo la pressione dei benzinai.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
Il prezzo medio dei carburanti potrebbe essere pubblicato sui Midia come si fa con i dati relativi al COVID. La Guardia di Finanza farà poi i dovuti controlli anche i cittadini potrebbero segnalare eventuali discordanze riscontrate. La linea dura alla lunga non funziona.