In un breve approfondimento video il Dottor Simone Chiarelli risponde alla domanda: occorre il RUP per gli affidamenti in house?
Con l’acronimo RUP si intende il Responsabile Unico del Procedimento: una figura di notevole importanza nell’ambito di un procedimento amministrativo.
Secondo l’art. 31 del Codice dei Contratti Pubblici:
“Il responsabile del procedimento svolge tutti i compiti relativi alle procedure di affidamento previste dal presente codice, ivi compresi gli affidamenti in economia, e alla vigilanza sulla corretta esecuzione dei contratti, che non siano specificamente attribuiti ad altri organi o soggetti.”
In buona sostanza l’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) con deliberazione n. 1096 del 26 ottobre 2016 ha stabilito che il RUP deve svolgere il ruolo di vero e proprio project manager.
Invece con il termine affidamento in house (o in house providing) si indica il caso in cui, in deroga al principio di carattere generale dell’obbligo di indire una gara pubblica, invece di procedere all’affidamento all’esterno si provvede in proprio (ossia in house) all’esecuzione delle stesse, affidando l’esecuzione dell’appalto o la titolarità del servizio ad altra entità giuridica senza gara.
Occorre il RUP per gli affidamenti in house?
Per rispondere dunque a questa domanda Simone Chiarelli, dirigente di Pubblica Amministrazione Locale ed esperto in questioni giuridiche di diritto amministrativo nei settori degli appalti, SUAP, e disciplina generale degli Enti locali, ha messo a disposizione un video.
Potete visualizzare il video completo nel player qui di seguito.
Fonte: articolo della redazione, video di Simone Chiarelli