I minibot cosa sono e come funzionano? L’ultima trovata del Governo per saladare i debiti della PA ai fornitori servirà realmente allo scopo prefissato. Ecco le risposte a queste domande.
Ecco una risposta alle domande “I minibot cosa sono? Come funzionano?”. Per capire anche meglio lo strumento proposto contro i debiti della PA che tanto sta facendo discutere, sia in Parlamento che fuori.
I Minibot cosa sono?
Questi minibot non sono altro che Buoni del Tesoro di piccolo taglio proposti dalla Lega per saldare i debiti arretrati della pubblica amministrazione.
Un titolo che non viene però assegnato in un’asta del Ministero dell’Economia, con un prezzo (e quindi un rendimento) deciso dal mercato.
Si tratta piuttosto di un titolo infruttifero e privo di scadenza. Inoltre mentre i titoli di Stato sono oramai dematerializzati, il minibot, nelle intenzioni dei suoi fautori, è destinato alla circolazione cartacea, con una imitazione cromatica e di formato delle regolari banconote in euro.
In sostanza, si tratterebbe di un modalità di pagamento del debito che le pubbliche amministrazioni hanno nei confronti delle imprese fornitrici, che potrebbero così prendere “una boccata d’ossigeno finanziaria”, soprattutto quelle in difficoltà, e rientrare dei loro crediti non con moneta avente corso legale ma attraverso dei titoli di stato.
Favorevoli Salvini e Di Maio
“Se lo strumento per pagare le imprese non è il minibot – replica Di Maio – il Mef ne trovi un altro. Ma lo trovi, perché il punto sono le soluzioni, non le polemiche, né le presunte ragioni dei singoli. Ripeto, una parola: soluzioni!”.
“Questa storia dei minibot sta diventando paradossale. Se c’è una proposta per accelerare il pagamento dei debiti commerciali della pubblica amministrazione si discuta. Ci sono migliaia di aziende che aspettano ancora di essere pagate dallo Stato e non è accettabile. Anche perché, quando è un privato a non onorare i pagamenti, poi ne fa le spese, quindi non vedo perché lo Stato se ne debba approfittare”
attacca Di Maio che continua:
“Il Mef dice che sono inutili e che è sufficiente pagare le imprese, allora lo faccia. O che studi un piano per iniziarlo a fare! Perché qui stanno sempre tutti zitti, fermi, immobili, poi appena qualcuno propone qualcosa si svegliano e dicono ‘ah, no, non si può fare'”.
“Sullo strumento dei minibot si può discutere, è una proposta, ma il fatto che sia urgente pagare le decine di miliardi di euro di arretrati e di debiti che la pubblica amministrazione ha nei confronti di imprese e famiglie (debiti risalenti a governi e anni precedenti) deve essere chiaro a tutti, in primis al ministro dell’economia. È una questione di giustizia”.
Lo afferma il vicepremier Matteo Salvini.
Contrari Tria e Draghi
Giovanni Tria a margine del G20 finanziario di Fukuoka, in Giappone, sottolinea alle agenzia internazionali che
“in un’interpretazione, quella del debito, non servono. Nell’altra (valuta alternativa, ndr), ovviamente, si fanno i trattati e quindi non possono essere fatti”.
“I ‘minibot’ o sono soldi e quindi sono illegali o sono debito, perciò lo stock di debito sale. Non penso ci sia una terza possibilità”.
Così il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha risposto a una domanda sulla mozione approvata dal Parlamento italiano che autorizza l’emissione di minibond per rimborsare i debiti della Pa nei confronti delle imprese.
Dura presa di posizione della CGIA Mestre
Invece di inventarsi modalità di pagamento improbabili, la CGIA chiede al Governo di sanzionare le Amministrazioni pubbliche che non rispettano la legge.
“Ancorché la nostra PA sia tra i peggiori pagatori d’Europa, segnala il Segretario Renato Mason, molti si erano convinti che i tempi di pagamento si sarebbero drasticamente ridotti grazie all’introduzione, partita gradualmente dal luglio del 2017, dell’obbligo da parte di tutti gli enti pubblici di trasmettere le informazioni relative ai singoli pagamenti attraverso il sistema Siope+ .
Questa modalità doveva consentire a regime la quantificazione dell’ammontare delle passività commerciali e il monitoraggio continuo dei tempi di pagamento delle amministrazioni debitrici.
Purtroppo tutto ciò non è ancora avvenuto per l’avversione di moltissimi enti a rispettare le disposizioni di legge, con il risultato che lo stock del debito è ancora spaventosamente elevato ”.
Secondo la stima riportata nella “Relazione annuale 2018”, presentata la settimana scorsa dal Governatore della Banca d’Italia, l’ammontare complessivo dei debiti commerciali della nostra Pubblica Amministrazione (PA) sarebbe pari a 53 miliardi di euro .
Il debito della PA
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha riportato che nell’anno 2018 (i dati per il 2019 non sono ancora ben definiti) sono state emesse 145.190 fatture pari a un importo totale di 3,291 mld, ma l’importo pagato è stato in media di circa 2,276 mld rispetto al totale dovuto di oltre 2,852 mld al netto della quota Iva e degli importi sospesi e non liquidabili.
Ricordiamo che a partire dal 2020 i comuni che non rispettano i tempi di pagamento previsti per legge, ovvero che non dimostrano la riduzione dello stock di debito commerciale, devono accantonare in bilancio un ‘Fondo di garanzia dei debiti commerciali’, su cui non è possibile assumere impegni e disporre pagamenti.