abitazione-principaleÈ stata pubblicata oggi, sul sito dell’Agenzia delle Entrate, la seconda nota dell’Osservatorio del mercato immobiliare del 2015, che mostra un bel clima di ripresa del mercato immobiliare italiano nel secondo trimestre dell’anno, con un 6,8% di immobili venduti in più rispetto allo stesso periodo del 2014.

 

In particolare, le cessioni di abitazioni crescono dell’8,2% e, in maniera analoga, in salita anche quelle delle relative pertinenze (box e posti auto), con un aumento del 6,1 per cento.

 

Benissimo il settore commerciale, che segna un netto +10,3%, mentre accusano una decisa flessione le vendite di immobili nel terziario e nel produttivo, che rimangono con tassi di variazione al ribasso, così come lo erano nel trimestre precedente.

 

Come già osservato nella nota trimestrale precedente, le compravendite del quarto trimestre del 2013 e del primo trimestre del 2014 risentono degli effetti dell’entrata in vigore, a partire dal 1° gennaio 2014, del nuovo regime delle imposte di registro, ipotecaria e catastale, applicabile agli atti di trasferimento a titolo oneroso di diritti reali immobiliari (articolo 10 del Dlgs 23/2011), lasciando invariato il regime degli atti soggetti alla tassazione Iva, rilevanti soprattutto nel settore non residenziale.

 

Gli acquirenti, forti dei vantaggi fiscali, hanno dunque concentrato gli atti di acquisto nei primi mesi del 2014, con l’effetto di far risultare più basso l’andamento dell’ultimo trimestre del 2013 e, per contro, più alto l’andamento del primo trimestre 2014. I dati presenti nella nota Omi sono da ritenersi al lordo dell’effetto fiscale riscontrato tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014, per cui gli andamenti sono da leggersi con cautela.

 

In tutte le macro-aree geografiche italiane si registra un segno positivo: a fare la parte da leone è sempre il Nord, dove sono state vendute circa 60mila abitazioni, con un aumento del 10,3% rispetto al secondo semestre 2014, mentre al Centro gli immobili residenziali ceduti sono stati quasi 25mila, con una crescita del 6,3 per cento. Dati positivi anche al Sud, dove sono state compravendute più di 30mila case, ben il 5,8% in più rispetto al secondo semestre 2014.

 

Complessivamente, in Italia sono state acquistate 116.514 abitazioni, con una crescita delle compravendite residenziali dell’8,2 per cento. Il settore relativo alle pertinenze segue lo stesso andamento positivo: nell’ultimo trimestre, infatti, sono stati venduti 89.249 tra box e posti auto, facendo segnare un deciso +6,1% rispetto allo stesso trimestre del 2014.

 

Sulla base dell’indice dei prezzi delle abitazioni (Ipab) fornito dall’Istat, il cui ultimo dato disponibile è però riferito al primo trimestre 2015, emerge che i costi delle abitazioni diminuiscono ancora e, in particolare, registrano un -0,7% rispetto ai tre mesi precedenti, confermando la tendenza al ribasso dei prezzi degli ultimi trimestri e spingendo in alto il numero delle compravendite di abitazioni.

 

Nella sfera non residenziale la situazione è decisamente più eterogenea: a fronte di un settore commerciale con segno nettamente positivo (+10,3%), ci sono dei cali nel produttivo (-8%) e nel terziario, dove sono stati venduti 2.100 uffici e istituti di credito (-3,8%).

 

Lo scenario non è uguale in tutta Italia: al Nord, infatti, dove si concentra il maggior numero di immobili venduti, e al Sud, c’è un forte ribasso delle compravendite, mentre al Centro le stesse aumentano di un netto 16,3%.

 

Incremento generalizzato delle vendite di negozi e alberghi in tutte le aree geografiche. Si tratta di un’inversione di tendenza: se, infatti, nello scorso trimestre le transazioni del settore commerciale erano in calo dappertutto, in questo trimestre aumentano del 9,6% al Nord, dell’11,3% al Centro e del 10,6% al Sud, per un totale di 6.719 passaggi di proprietà.

 

Tra aprile e giugno sono stati compravenduti 2.249 capannoni e/o strutture industriali. Si tratta di un numero consistente di unità immobiliari in meno (8%) rispetto agli stessi mesi del 2014. La maggior parte delle perdite si registra al Sud (-16%), segue il Nord (-8,2%), mentre al Centro lo scenario del settore produttivo è pressoché invariato rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.