Il Comune di Bari è al centro di una tempesta politica senza precedenti: il Ministero dell’Interno ha inviato una commissione di accesso ispettivo per mafia, ma il sindaco Antonio Decaro non ci sta e si difende dalle accuse.
Si tratta di una vicenda che mina l’amministrazione locale e sta scatenando polemiche aspre tra i partiti di centrodestra e centrosinistra.
La lente di ingrandimento sull’amministrazione barese arriva a pochi mesi, tre per la precisione, dalle prossime elezioni: e in caso di scioglimento effettivo dell’ente e della nomina di un commissario le elezioni slitterebbero di molto, per un periodo sino a 18 mesi.
Ad annunciare la nomina di una commissione volta a verificare le presunte infiltrazioni mafiose nel Consiglio comunale di Bari e nelle aziende municipalizzate, è direttamente il primo cittadino di Bari, che in un post su Facebook utilizza un’espressione molto forte, “un atto di guerra nei confronti della città di Bari“, per commentare il fatto.
Per cercare di comprendere meglio la vicenda facciamo un passo indietro e tentiamo di capire quali sono le accuse formulate nei confronti della giunta comunale del capoluogo pugliese.
Sospetti di mafia al Comune di Bari nei confronti della giunta Decaro: la commissione di inchiesta
L’ipotesi di scioglimento dell’Amministrazione comunale, come abbiamo anticipato, è stata avanzata dal Ministro Matteo Piantedosi, che avrebbe dato l’input alla nomina di una commissione di accesso ispettivo nominata dal prefetto di Bari, Francesco Russo.
La decisione è stata scaturita dalle indagini della Direzione distrettuale antimafia (Dda) barese che avrebbero rivelato un complesso intreccio di interessi tra la mafia e la politica locale, con presunti scambi di voti durante le elezioni comunali del 2019.
Le indagini hanno portato all’arresto di 130 persone sospettate di essere coinvolte in questo intreccio: e a fare discutere sono stati alcuni nomi “illustri”, come due consiglieri comunali di Bari, come ad esempio Maria Carmen Lorusso, originariamente eletta con il centrodestra e poi passata al centrosinistra, insieme al marito avvocato Giacomo Olivieri. Un’altra consigliera comunale, Francesca Ferri, è stata coinvolta in un processo simile.
Ovviamente si tratta di una misura che potrebbe avere un impatto diretto anche sul futuro dell’amministrazione comunale e di tutta la comunità barese: se si dovesse arrivare allo scioglimento e alla nomina di un commissario le elezioni slitterebbero sino a 18 mesi. E si tratta di una decisione che arriverebbe a soli tre mesi dalle prossime elezioni.
L’arringa difensiva del sindaco Antonio Decaro
Il sindaco Decaro ha espresso apertamente la sua preoccupazione riguardo alla possibile strumentalizzazione politica dell’operazione che ha portato alla nomina della commissione d’accesso ispettivo al Comune di Bari. Definendo questa mossa un atto dannoso per la democrazia e per la reputazione della città di Bari, Decaro ha sollevato dubbi sulla reale motivazione dietro l’azione del ministro Piantedosi.
E nonostante le rassicurazioni del Ministero dell’Interno sul carattere non pregiudiziale della commissione d’accesso, il sindaco Decaro ha difeso strenuamente l’operato del Comune contro la criminalità organizzata. Ha presentato un dossier dettagliato delle azioni messe in atto negli anni per contrastare la presenza della mafia sul territorio comunale, evidenziando gli sforzi e i risultati ottenuti.
In un’intervista ha dichiarato: “Sono profondamente preoccupato per l’orientamento politico di questa operazione. Sembrerebbe che ci siano pressioni politiche in gioco, piuttosto che un genuino interesse investigativo. Questa situazione non solo danneggia la democrazia, ma getta discredito sulla nostra città, minando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.”
Il sindaco ha ribadito l’importanza di garantire la neutralità e l’imparzialità nelle indagini riguardanti presunte infiltrazioni mafiose nel governo locale. Ha aggiunto: “Il nostro obiettivo deve essere la lotta contro la criminalità organizzata e la difesa della legalità, senza alcuna interferenza politica. Questa operazione rischia di compromettere seriamente questi principi fondamentali.”
Decaro ha sottolineato anche l’importanza di fare chiarezza sulla questione e di ristabilire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche. Ha concluso dicendo: “È essenziale che questa vicenda venga affrontata con trasparenza e imparzialità. I cittadini di Bari meritano di sapere la verità e di essere protetti dalla criminalità organizzata. Non permetterò che la politica comprometta la nostra lotta per la giustizia e la legalità.”
Il sostegno della segretaria del PD, Elly Schlein
La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha espresso una critica netta nei confronti del ministro Piantedosi, accusandolo di agire per motivazioni politiche anziché perseguire l’obiettivo prioritario di garantire la legalità e la trasparenza nell’amministrazione comunale di Bari.
In un comunicato ufficiale, Schlein ha dichiarato: “La decisione del ministro Piantedosi appare come un tentativo di strumentalizzare a fini politici una questione grave e delicata. È evidente che l’obiettivo principale dovrebbe essere quello di assicurare la legalità e la trasparenza nell’amministrazione locale, invece sembra che si stiano privilegiando interessi politici di breve periodo.”
Schlein ha inoltre sottolineato come questa mossa possa compromettere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche, alimentando sospetti sulle reali intenzioni dietro la nomina della commissione d’accesso. Ha aggiunto: “È fondamentale che le indagini siano condotte in modo imparziale e trasparente, senza interferenze politiche. Qualsiasi tentativo di strumentalizzare questa situazione mina la fiducia dei cittadini nel sistema democratico e mette a rischio la credibilità delle istituzioni.”
I messaggi di solidarietà di Michele Emiliano e Matteo Ricci
Oltre al supporto dalla presidenza del Partito Democratico arrivano messaggi di solidarietà al sindaco Antonio Decaro anche da altri governatori e amministratori locali.
Parole forti quelle del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che commenta così ai microfoni dell’ANSA: “Ora il sindaco Decaro è in pericolo. E’ già sotto scorta. Se qualcuno gli dà l’impressione che il ministro dell’Interno, anziché difenderlo per le attività antimafia, lo inquisisce perché teme che ci sia qualcosa che non va per quello che ha fatto, lo si indebolisce. I mafiosi sono rapidissimi nel capire le cose. Sono un po’ più lenti al ministero dell’Interno“.
Anche Matteo Ricci, Presidente nazionale di ALI, Autonomie Locali Italiane, e sindaco di Pesaro. si unisce alle voci di supporto del primo cittadino barese: “Solidarietà al Sindaco Decaro che difende la sua città. In questi anni Decaro e la sua amministrazione sono state un baluardo contro l’illegalità, Decaro l’ha pagata anche personalmente, con la scorta che da anni è costretto ad avere proprio per le battaglie contro l’illegalità che ha fatto nella sua città. L’atto di Piantedosi non è l’atto di un Ministro dell’Interno ma è l’atto di chi prende ordini di partito, da parlamentari pugliesi che non hanno chance di vincere le elezioni a Bari e che utilizzano il Ministero dell’Interno per creare confusione e danneggiare i cittadini baresi. Il Ministro dell’Interno è inadeguato a svolgere il ruolo che sta svolgendo, fa politica invece di garantire le regole com’è suo dovere fare“.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it