Chi assiste un familiare con disabilità grave ha diritto a permessi lavorativi ed agevolazioni, secondo quanto stabilito dalla Legge 104-92. Ecco le informazioni in merito.
La Legge 104-92 punta a garantire l’assistenza al disabile in altre circostanze eccezionali.
Nello specifico, è finalizzata ad aiutare chi è portatore di un handicap grave, ossia chi presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, sia stabile che progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa. Ad ogni modo, la legge 104 non è l’unica norma a contenere agevolazioni per i disabili, ma ce ne sono altre.
Cosa dice la legge 104?
In base alla propria condizione di disabilità, il disabile ha diritto a determinati benefici volti alla sua assistenza, ovviamente in relazione al tipo di disabilità ed alle proprie capacità complessive. Si può avere infatti diritto, ad esempio:
- A dei permessi retribuiti;
- All’insegnante di sostegno nelle scuole;
- A delle agevolazioni fiscali per l’acquisto dei presidi medici (carrozzine, auto per i disabili, ecc);
- Delle agevolazioni per l’acquisto di un veicolo specifico;
- Delle agevolazioni fiscali per l’abbattimento di barriere architettoniche.
Dipendenti pubblici: a questo link maggiori informazioni in merito ad agevolazioni su formazione, prestiti e vacanze.
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Le differenze tra handicap, invalidità e non autosufficienza
Vediamo quali sono le differenze fra le tre:
- L’invalidità: consiste nella riduzione della capacità lavorativa della persona, derivante da un’infermità o da una menomazione. Inoltre, se la persona non è in età lavorativa (minorenni e over 67), per valutare l’invalidità ci si riferisce alla capacità di svolgere i compiti e le funzioni proprie dell’età;
- L’handicap è lo svantaggio sociale derivante da un’infermità o una menomazione; quindi chi presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, sia stabile che progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa;
- La non autosufficienza, invece, consiste nell’impossibilità di compiere gli atti quotidiani della vita senza assistenza permanente, o nell’impossibilità permanente di camminare senza l’aiuto di un accompagnatore.
Domanda per la Legge 104
Per ottenere le agevolazioni collegate alla Legge è prima necessario domandare il riconoscimento dell’handicap, occorre infatti:
- Ottenere il certificato medico dal proprio medico curante;
- Inoltrare, tramite il sito dell’Inps, il contact center Inps Inail, o mediante patronato, la domanda di accertamento dei requisiti sanitari.
L’accertamento medico può, poi, consentire l’accesso non solo ai benefici legati alla Legge 104, ma anche a quelli connessi alla non autosufficienza, all’invalidità civile, cecità, sordità, etc. La domanda, è unica sia per l’handicap, che per l’invalidità, che per la non autosufficienza, anche se ognuna da diritto a benefici differenti.
In caso di mancato accoglimento delle richieste, è possibile ricorrere al tribunale, dopo essersi sottoposti un accertamento tecnico preventivo.
Permessi retribuiti per il lavoratore disabile
E’ uno dei maggiori benefici della Legge, ovvero il riconoscimento di permessi retribuiti, detti permessi legge 104. In particolare, il lavoratore, ciascun mese, ha diritto ad uno dei due tipi di permessi retribuiti pari a:
- 2 ore giornaliere (se l’orario è almeno pari a 6 ore al giorno);
- 3 giorni, continuativi o frazionati.
Il tipo di permesso richiesto può essere cambiato dal lavoratore da un mese all’altro, modificando la domanda precedentemente presentata. La variazione può essere eccezionalmente consentita anche durante il mese, ma solo per esigenze improvvise e imprevedibili, che devono essere documentate dal lavoratore. Sono previste delle regole particolari, dovute alle esigenze di programmazione, per i dipendenti pubblici.
Permessi per i familiari del disabile
I permessi retribuiti non spettano solo al disabile, ma anche ai suoi familiari, se sono lavoratori dipendenti; nel dettaglio, sono:
- I genitori;
- Si tratta del convivente di fatto, come risultante dalla dichiarazione anagrafica, che può essere il coniuge come il partner dell’unione civile;
- I parenti e affini entro il 2° grado;
- I parenti e affini entro il 3° grado, se chi sopracitato ha compiuto i 65 anni, oppure sono anch’essi affetti da patologie invalidanti a carattere permanente, o sono deceduti o mancanti.
I permessi possono essere accordati ad un unico lavoratore per assistere lo stesso disabile, il referente unico, che beneficia di permessi mensili dediti all’assistenza del disabile. Questi deve dunque dichiarare all’Inps il lavoratore suo familiare prescelto, dato che ne può scegliere solo uno.
Un’eccezione alla regola generale del “referente unico” è prevista nel caso dei genitori, che possono beneficiare alternativamente dei permessi per l’assistenza dello stesso figlio con handicap grave.
Il diritto ai permessi retribuiti può essere concesso, purché si provino, al familiare anche se:
- Nel nucleo familiare del disabile si trovano familiari conviventi non lavoratori idonei a prestare assistenza;
- Sono presenti altre forme di assistenza pubblica o privata.
Nel caso l’assistente sia un lavoratore part time, la nota precisa può essere verticale se si lavora solo in alcuni giorni della settimana, oppure orizzontale in caso di riduzione dell’orario lavorativo. Nella prima eventualità:
- un permesso giornaliero di due ore per ogni giorno di servizio prestato
- e un permesso mensile di tre giorni ridotto proporzionalmente alle giornate effettivamente lavorate.
Nel secondo caso:
- un permesso giornaliero ridotto in proporzione alle ore lavorate
- e un permesso mensile di tre giorni resta per intero indipendentemente dall’orario di lavoro.
Il permesso dal lavoro, congedo parentale che l’interessato richiede, deve essere volto all’esclusivo supporto materiale e morale del soggetto disabile. Chiunque non utilizzi il permesso dal lavoro esclusivamente a favore dell’assistenza del disabile commette il reato di truffa, ed è la Corte di Cassazione ad affermarlo. Essendo retribuiti dall’Inps, non è possibile che i permessi siano utilizzati per vacanze o permanenze all’estero.
Assistente sostitutivo
Nel caso l’assistente abituale debba essere sostituito, può essere richiesta da più di un soggetto la qualità di “caregiver sostituto” anche per lo stesso disabile.
Per far ciò, il “sostituto caregiver” è tenuto a presentare all’Inps e al proprio datore di lavoro una richiesta in forma scritta contenente una dichiarazione di responsabilità in cui sono attestati:
- Il tipo di assistenza prestata al disabile;
- Il rapporto di parentela col disabile;
- I periodi di durata dell’assistenza;
- I motivi per la sostituzione del familiare che presta assistenza abitualmente.
Se il lavoratore non è il referente unico per assistere il familiare con disabilità grave, ma presta la sua assistenza solo per alcuni periodi o saltuariamente in sostituzione del referente, può usufruire di 1 giorno di permesso ogni 10 di assistenza continuativa.
Congedo straordinario retribuito di due anni per assistere familiari disabili
Chi assiste un familiare convivente con handicap grave certificato ha diritto a un congedo straordinario retribuito, della durata massima di 2 anni nell’arco della vita lavorativa. E’ possibile assentarsi anche in maniera frazionata, ma soltanto giornaliera.
Il beneficio spetta, nell’ordine a:
- coniuge che convive col lavoratore;
- genitori;
- figli conviventi;
- fratello e/o alla sorella convivente;
- in mancanza di quelli sopracitati, ad altri parenti o affini fino al terzo grado;
E’ in ogni caso indispensabile, al contrario di quanto avviene per i permessi retribuiti, la convivenza col soggetto disabile.
I due anni di congedo straordinario sono da intendersi come massimo utilizzabile, per ciascun dipendente, nell’intero arco della vita lavorativa. Nel computo del limite dei 2 anni rientrano anche le giornate festive e non lavorative.
La domanda per il congedo straordinario consiste in un’autocertificazione, accompagnata dal certificato di handicap grave. Se si lavora per un ente pubblico, essa deve essere presentata al proprio dirigente o alla propria amministrazione. I dipendenti privati, invece, devono inoltrare la domanda direttamente all’Inps.
Rifiuto al trasferimento, al lavoro notturo, domenicale o festivo
Il portatore di handicap, o il lavoratore che lo assiste, non può essere trasferito in altra sede dall’azienda contro la sua volontà, a prescindere dall’esistenza di ragioni valide e motivate dall’azienda. Oltre a questo, tale assistente non può essere adibito dall’azienda al lavoro notturno contro la sua volontà.
Alcuni contratti collettivi, come il CCNL Commercio e Terziario, stabiliscono che i beneficiari di Legge 104, nonché i familiari conviventi che li assistono, possono legittimamente rifiutarsi di lavorare la domenica e nei festivi. Da annotare che la legge in sè non prevede tale vantaggio.
Detrazione Irpef per figlio disabile a carico
Se si ha un figlio a carico portatore di handicap grave, l’ordinaria detrazione Irpef per figli a carico è aumentata di 400 euro. Ciò vuol dire che la detrazione base, per il figlio minore di 3 anni, invece di essere 1.200, sarà pari a 1.620 euro annui e, se di età pari o superiore a 3 anni, sarà di 1.350 euro anziché 950. Nel caso in cui si abbiano più di tre figli a carico, la destrazione Irpef per onuno di essi è pari a 200 euro resta invariata.
Contributo Inps
Il programma Inps Home Care Premium, al quale si può aderire sino al 31 gennaio 2022, è sicuramente una tra le più significative agevolazioni che un disabile o un suo familiare può avere. Questo progetto si rivolge però solo:
- Ai dipendenti e ai pensionati pubblici;
- Ai loro coniugi, parenti o affini di primo grado non autosufficienti.
Pertanto, torna utile nel caso in cui chi presta assistenza sia o sia stato dipendente pubblico, o in cui l’assistito sia dipendente o pensionato pubblico.
Nel dettaglio, tale progetto, prevede due tipologie di prestazioni da parte dell’Inps:
- Un contributo economico mensile, sino a un massimo di 1.050 euro (1.250 euro per le disabilità gravissime), denominato prestazione prevalente, da utilizzare per rimborsare le spese sostenute per l’assunzione di un assistente familiare;
- Un servizio di assistenza alla persona, la cosiddetta prestazione integrativa (servizi personali domiciliari, prestazioni di sollievo, protesi, ausili, apparecchi…), erogata attraverso la collaborazione degli ambiti territoriali sociali (Ats), oppure da enti pubblici convenzionati che abbiano competenza a rendere i servizi di assistenza alla persona.
Se si possiedono i requisiti, si può inviare la domanda tramite il sito dell’Inps o tramite patronato.
Detrazione Irpef per spese sanitarie e per l’abbattimento delle barriere architettoniche
I disabili in questione, o i familiari che lo hanno a carico, beneficiano di una detrazione del 19% dall’Irpef per:
- Le spese mediche specialistiche per il disabile;
- L’acquisto di mezzi d’ausilio alla deambulazione;
- L’acquisto di ulteriori ausili specifici.
Inoltre l’eventuale l’abbattimento di barriere architettoniche, come l’adattamento di un ascensore o la costruzione di una rampa, beneficiano della detrazione dall’Irpef pari al 36% dei costi. Tale detrazione può essere richiesta solamente sull’eventuale eccedenta della quota di spesa per la quale è stata già domandata l’agevolazione per ristrutturazione edilizia (adesso pari al 50% dei costi di ristrutturazione, sino a un tetto massimo di 96mila euro).
Detrazione fiscale per polizze assicurative
In generale, sono detraibili dall’Irpef nella misura del 19% le spese sostenute per le polizze assicurative che coprono il rischio di:
- Morte;
- Invalidità permanente non inferiore al 5%;
- Non autosufficienza.
L’importo massimo detraibile è pari a:
- 750 euro per le prime;
- 1291,14 euro per le seconde.
Contrassegno disponibile per il parcheggio
Si tratta di una speciale autorizzazione concessa dal Comune alle persone invalide finalizzato a facilitare la circolazione e la sosta dei veicoli a loro servizio. Il Comune può rilasciare il contrassegno per il parcheggio disabili a persone:
- Con capacità di deambulazione sensibilmente ridotta;
- Non vedenti.
Il contrassegno può essere rilasciato anche a tempo determinato (inferiore a cinque anni) a persone:
- Con temporanea riduzione della capacità di deambulazione a causa di infortunio o per altre cause patologiche;
- Persone con totale assenza di ogni autonomia funzionale e con necessità di assistenza continua, per recarsi in luoghi di cura.
Per richiedere o rinnovare il contrassegno disabili è necessario rivolgersi al Comune di residenza del beneficiario presentando un’apposita domanda alla quale dovrà essere allegata la certificazione medica dell’ASL locale di appartenenza.
Chi assiste i propri cari disabili possono usufruire dell’Ape sociale, cioè di un assegno a carico dello Stato che consente di pensionarsi a partire dai 63 anni.
Nello specifico, possono beneficiare dell’Ape sociale caregiver con almeno 30 anni di contributi e tali requisiti:
- Coloro che assistono continuativamente, da almeno 6 mesi, un familiare convivente di 1° grado, oppure il coniuge o il partner dell’unione civile, portatore di handicap grave;
- Se non si verificano i presupposti della prima opzione, si può comunque richiedere l’ape sociale se si è familiare entro il 2° grado, qualora i suoi genitori o il coniuge abbiano compiuto 70 anni, oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
Le donne con figli hanno diritto a una riduzione del requisito contributivo di un anno per ogni figlio, sino a un massimo di due anni. Gli stessi beneficiari dell’Ape sociale possono anche ottenere la pensione anticipata precoci, con 41 anni di contributi, invece che 42.
Reddito di cittadinanza per beneficiari della legge 104
I disabili che accedono al reddito di cittadinanza o alla pensione di cittadinanza, ricevono i seguenti benefici:
- La scala di equivalenza è aumentata a 2,2 per le famiglie con disabili gravi o non autosufficienti;
- La pensione di cittadinanza spetta non solo ai nuclei con componenti over 67, ma anche con disabili;
- I massimali relativi al patrimonio mobiliare familiare sono incrementati di 5000 euro per ogni componente con disabilità, e di 7500 euro per ogni componente in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza;
- I disabili, non sono obbligati ad attenersi alle misure di politica attiva del lavoro (fruiscono, comunque, delle misure di collocamento mirato e di tutele particolari).
Qui alcuni approfondimenti sulle ultime novità.
Agevolazioni per invalidi
Qui sono elencate le agevolazioni, fiscali e non, addette a favorire il portatore di handicap. In base alla percentuale di invalidità, ha infatti diritto a determinati sostegni.
L’acquisto di un veicolo, solo se non cointestato
Per quanto riguarda l’acquisto dell’auto da parte di un soggetto disabile, la normativa prevede 4 tipologie di benefici, tra loro cumulabili:
- Detrazione Irpef pari al 19% del costo del veicolo, con una spesa massima consentita di 18.075,99 euro;
- Iva ridotta sull’acquisto del veicolo, pari al 4%;
- Esenzione dal bollo auto;
- Esonero dal pagamento dell’imposta di trascrizione in caso di passaggio di proprietà.
Gli incentivi sono validi non solo per le autovetture, ma anche per alcuni autoveicoli specifici. Oltreché per l’acquisto, i benefici sono validi anche per la riparazione di tali veicoli.
Non tutti i disabili possono usufruire, però, di queste agevolazioni, ma solo le seguenti categorie:
- Sordi e non vedenti;
- Portatori di handicap grave, qualora si tratti di disabili psichici o mentali titolari d’indennità di accompagnamento, o di disabili affetti da pluriamputazioni, o con capacità di deambulazione notevolmente limitata;
- Soggetti disabili con capacità motorie ridotte o assenti.
Le spese possono essere detratte anche dal familiare che ha fiscalmente a carico il disabile (il reddito annuo, perché il familiare sia considerato fiscalmente a carico, non deve superare 2.840,51 euro).
Sulle spese mediche generiche e di assistenza specifica
Un altro beneficio, è la deduzione dal reddito dei seguenti costi:
- Spese mediche generiche;
- Spese di assistenza specifica, come l’assistenza infermieristica e riabilitativa, le prestazioni fornite dal personale in possesso della qualifica di OSS, addetti all’assistenza di base, coordinatori delle attività assistenziali di nucleo, educatori professionali, addetti all’attività di animazione e di terapia occupazionale.
Acquisto di pc e sussidi informatici
Sono previsti degli incentivi per l’acquisto di apparecchiature atte a facilitare la comunicazione, l’elaborazione scritta o grafica, il controllo dell’ambiente, l’accesso all’informazione ed alla cultura. Ad esempio, computer, modem, fax, telefoni con vivavoce, tablet, ecc. I benefici sono, nel dettaglio:
- Una detrazione dei costi dall’Irpef pari al 19%;
- L’applicazione dell’Iva agevolata al 4%, invece del 22%.
Contributi figurativi aggiuntivi
Il possesso di handicap ha diritto a particolari agevolazioni previdenziali sono se queste riducono la sua capacità lavorativa. In particolare, il lavoratore con invalidità dal 75% in su, ha diritto, a partire dalla data di riconoscimento di tale percentuale di riduzione della capacità lavorativa, a 2 mesi l’anno di contributi figurativi, che si aggiungono alla contribuzione versata per raggiungere prima la pensione. In questo modo, è infatti possibile anticipare la pensione sino a 5 anni.
Assegno ordinario d’invalidità
L’assegno ordinario d’invalidità è riconosciuto a prescindere dal possesso di handicap, per i soggetti con riduzione della capacità lavorativa superiore a 2/3. Sono necessari 5 anni di contributi versati, di cui 3 nell’ultimo quinquennio. Da ricordare che sono previsti dei limiti di cumulo tra assegno e altri tipi di redditi.
In particolare, la normativa prevede una riduzione:
- Del 25% se il reddito totale supera quattro volte il trattamento minimo;
- Del 50% se il reddito totale supera cinque volte il trattamento minimo;
Il beneficiario della prestazione può subire una trattenuta, se l’assegno, nonostante il primo taglio, è superiore al trattamento minimo.
Quando l’assegno d’invalidità è trasformato in pensione di vecchiaia, diviene pienamente cumulabile con tali redditi; inoltre, cadono tutti i limiti al cumulo dei redditi, ma solo in presenza di almeno 40 anni di contributi.
Pensione di vecchiaia anticipata per invalidità
I lavoratori dipendenti, del settore privato, invalidi dall’80% in su hanno anche diritto di accedere alla pensione di vecchiaia anticipata, ossia con 61 anni di età per gli uomini e 56 anni per le donne, entrambi con 20 anni di contributi. Per ottenere la liquidazione, si deve tener conto di un periodo di attesa pari a 12 mesi dalla maturazione dei requisiti.
Pensione d’invalidità civile
La pensione d’invalidità civile, o assegno di assistenza, spetta a prescindere dal versamento di contributi e per ottenerla è necessaria un’invalidità almeno pari al 74%. Inoltre il reddito posseduto non deve essere superiore a 4.906,72 euro, per l’anno corrente.
Il sussidio, al momento pari a 285,66 euro mensili, è compatibile sia con l’attività lavorativa, ma richiede lo stato di disoccupazione (anche parziale), ed è incompatibile con qualsiasi pensione diretta d’invalidità e con tutte le prestazioni pensionistiche d’invalidità per causa di guerra, di lavoro o di servizio, comprese le rendite Inail.
Da annotare che per gli invalidi civili totali non è richiesto lo stato di disoccupazione, ed i limiti di reddito sono più elevati, pari a 16.814,34 euro annui.
Congedo temporaneo per invalidità
Il lavoratore con invalidità superiore al 50% può fruire di un congedo per cure ai fini della legge 104 92 relative all’infermità riconosciuta, per un periodo non superiore a 30 giorni l’anno. Durante il periodo di congedo il lavoratore ha comunque diritto a percepire un trattamento, a carico del datore di lavoro, calcolato secondo il regime economico delle assenze per malattia.
Pensione d’inabilità
Anch’essa è indipendente dal possesso di handicap, ma trattandosi di una prestazione di assistenza, richiede il possesso di specifici requisiti contributivi: 5 anni di contributi di cui 3 versati nell’ultimo quinquennio. Inoltre tale pensione è incompatibile con qualsiasi attività lavorativa.
L’ammontare della pensione di inabilità risulta dalla somma:
- Dell’importo dell’assegno di invalidità (che si calcola in proporzione ai contributi versati, col metodo retributivo sino al 2011), non integrato al trattamento minimo;
- Della maggiorazione, pari agli anni di contribuzione compresi tra la decorrenza della pensione di inabilità ed il compimento dei 60 anni di età, sino a un massimo di 40 anni di contributi.
Indennità di accompagnamento
L’indennità di accompagnamento è un trattamento che spetta agli invalidi civili totali non in grado di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore o non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita. Poiché l’impossibilità di lavorare si determina soltanto in presenza dello status di inabilità assoluta, questa indennità non è incompatibile con l’attività lavorativa, né con la percezione di altri redditi. Al momento l’importo è pari a 517,84 euro mensili.
Esenzione ticket
Chi possiede un’invalidità superiore ai 2/3 ha diritto all’esenzione totale dal ticket sulle prestazioni specialistiche e di diagnosi strumentale, oltre alla possibile fruizione di un’agevolazione per il pagamento dei medicinali prescritti con ricetta medica; occorre rivolgersi alla propria Asl per ulteriori informazioni.
Collocamento mirato nel lavoro
I lavoratori con invalidità civile superiore al 45%, secondo quanto previsto dalla Legge 68, a prescindere dal possesso di handicap, hanno diritto al collocamento mirato, cioè ai seguenti vantaggi:
- Accedere ai servizi di sostegno dedicati;
- Iscriversi alle liste speciali;
- Possono essere computati nelle quote di riserva dell’azienda.
Per poter risultare iscritto nell’elenco della Legge 68, il lavoratore appartenente alle categorie protette deve risultare in stato di disoccupazione o in situazioni lavorative compatibili. Nel dettaglio, si mantiene lo stato di disoccupazione necessario all’iscrizione nella graduatoria se:
- Si è occupati con rapporto di lavoro subordinato di durata fino a 6 mesi (stato di disoccupazione sospeso);
- Il lavoro svolto, subordinato o parasubordinato, produce un reddito inferiore ad 8.000 euro lordi annui;
- Il lavoro svolto, se autonomo produce un reddito inferiore a 4.800 euro lordi annui.
Se la persona in questione non svolge alcun lavoro dipendente, ed è iscritta alla lista della Legge 68, deve presentarsi spontaneamente al centro per l’impiego, almeno una volta all’anno, per riconfermare la propria immediata disponibilità al lavoro.
In caso di mancata conferma, la persona viene cancellata dalla lista della Legge 68.
Assunzione obbligatoria di disabili
Per tutti i datori di lavoro, enti pubblici compresi, scatta l’obbligo di assumere disabili appartenenti alle categorie protette, quando si superano determinati requisiti.
In particolare, aziende e amministrazioni sono tenute ad avere alle loro dipendenze i lavoratori disabili nella seguente misura:
- Da 15 a 35 dipendenti, è sufficiente un lavoratore;
- Se occupano da 36 a 50 dipendenti, la quota è pari a 2 lavoratori;
- Se i dipendenti sono oltre i 50, la quota di riserva deve essere pari al 7% dei lavoratori occupati;
Quota di riserva
Le aziende possono inserire nella quota di riserva per la legge 104 92 i lavoratori che diventano disabili successivamente all’assunzione, oppure quelli che, sebbene già disabili al momento dell’assunzione, non siano stati avviati per il tramite del collocamento obbligatorio. Questi purché abbiano una riduzione della capacità lavorativa superiore al 60%, o al 45% se disabili psichici, o al 33% se invalidi del lavoro.
Le assunzioni
L’assunzione dei disabili ai fini della legge 104 92 può avvenire:
- Per mezzo di una richiesta nominativa: indipendentemente dalla posizione in graduatoria, il datore di lavoro può assumere la persona disabile che ritiene più adatta al posto;
- Tramite richiesta numerica: si tratta di una modalità di assunzione applicata solo quando l’azienda, non abbia ancora inserito alcun soggetto disabile entro 60 giorni dal sorgere dell’obbligo di assunzione; in questo caso, il posto viene assegnato secondo la graduatoria;
- Tramite convenzione: si tratta di un accordo tra l’azienda e gli uffici competenti, avente ad oggetto uno specifico programma; attraverso questo accordo i tempi obbligatori di assunzione possono essere estesi, eventualmente preceduti da tirocini o con contratti a termine o part time.
Per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione l’assunzione dei disabili può avvenire:
- Tramite le liste di collocamento al centro per l’impiego;
- Per mezzo di un bando di concorso;
- Tramite convenzione.
[…] Qui un approfondimento sulla materia. […]
[…] tema dei permessi previsti dalla Legge 104/1992 rappresenta una questione importante per molti lavoratori italiani, in particolare per coloro che […]
[…] vi sono quelli legati ai permessi e all’assistenza della persona con disabilità, si tratta di permessi retribuiti, ossia i cc.dd. di cui all’art. 33 della legge 104. Già Il decreto legislativo 30 giugno […]
[…] avere a carico una persona con disabilità che possa usufruire dei benefici connessi alla Legge 104; […]
[…] con il quale si nega il trasferimento del dipendente pubblico ex art. 33, comma 5, della legge n. 104/1992 richiede una motivazione rafforzata, dovendo l’amministrazione fornire una puntuale e concreta […]