lavorare-nei-beni-culturaliMolti giovani sono affascinati dal mondo dei Beni Culturali e ambiscono a lavorare all’interno di questo settore: ma come accedere alle professioni?


Si tratta di un settore molto vasto, e che in Italia ha particolare rilevanza.

Comprende le attività dedicate allo studio, alla conservazione e alla promozione di monumenti, siti archeologici, musei di varia natura (scientifici, archeologici, pinacoteche, ecc.), archivi e biblioteche, che sono spesso collegate ad altri elementi del patrimonio culturale presenti sul territorio come i centri storici, le chiese e gli edifici di rilevanza storica e artistica.

Vi rientrano teoricamente anche le attività teatrali, cinematografiche e musicali, che sono però trattate nel settore Spettacolo.

Infine, la tutela e la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale può essere una leva fondamentale per lo sviluppo del settore turismo.

Lavorare nei Beni Culturali

Dunque entriamo nel vivo del discorso: come si fa ad accedere alle professioni correlate a questo interessante universo?

Per lavorare nel mondo dei Beni Culturali occorre avere, ovviamente un curriculum e una formazione adeguata.

La laurea in Beni Culturali

Un percorso di studi che serve ad iniziare il percorso di formazione è senz’altro quello della laurea in beni culturali.

Si parte dal corso di laurea di primo livello della durata di tre anni può essere integrato con la magistrale biennale. Una volta conclusa questa fase si potrà anche completare il percorso con una formazione universitaria specialistica.

All’interno di questo percorso si acquisisce in primo luogo conoscenza e comprensione del valore culturale delle opere storiche e artistiche. Ma non solo: si acquisiranno le tecniche pratiche ed anche organizzative che serviranno alle organizzazioni sia pubbliche che private che operano in questo campo.

Ad esempio, i profili professionali impiegati nel restauro e tutela dei beni culturali devono possedere  un’ottima manualità unita a precisione, creatività e propensione all’aggiornamento.

I beni UNESCO del patrimonio immateriale dell’umanità.

Dottorato nei concorsi pubblici: come funziona e quanto influisce.

Altri titoli di studi

Piccola nota: per chi vuole lavorare in biblioteca esistono anche dei corsi di laurea triennali e magistrali di Archivistica e di Biblioteconomia, utili a chi desidera intraprendere questa professione. Ovviamente anche altre professioni potrebbero necessitare di studi appositi: vedi il restauratore o l’archeologo.

Per un esempio di titoli che potrebbero essere utili orientativamente potremmo seguire questo schema, utilizzato in alcuni concorsi pubblici:

  • Laurea in architettura, architettura del paesaggio o titoli equipollenti
  • Diploma di specializzazione, o dottorato di ricerca, o master universitario di secondo livello di durata biennale, in materie attinenti il patrimonio culturale, o titoli equipollenti
  • Abilitazione all’esercizio della professione di Architetto.

Accesso al settore lavorare-nei-beni-culturali-biblioteche

Ricordiamo che l’accesso al settore dei Beni Culturali nella maggior parte dei casi avviene tramite procedure concorsuali, essendo un settore ascrivibile all’insieme del Pubblico Impiego.

Le selezioni pubbliche sono condotte dal Ministero della Cultura (MIC) o da enti preposti che pubblicano concorsi sulla Gazzetta Ufficiale.

Come ad esempio l’ultimo concorso, attuato nel 2020, di quello che ai tempi era ancora denominato MIBAC, il Concorso per custodi e vigilanti.

Come partecipare invece alle nuove procedure?

Gli interessati alle future assunzioni e alle altre opportunità di lavoro nei Beni Culturali devono attendere l’uscita dei bandi ufficiali di selezione, che saranno pubblicati anche attraverso la pagina web Ministero Beni Culturali “Concorsi”.

Tuttavia, come anticipato sopra, esistono anche strutture private che si occupano della gestione dei beni culturali.

Si tratta di fondazioni o enti privati no profit che nello statuto presentino finalità culturali e artistiche, di ricerca, di conservazione dei beni culturali e di servizi sociali.

Un esempio, in questo senso, sono le fondazioni di origine bancaria, o altre fondazioni senza scopo di lucro, che investono parte dei propri profitti nella cultura e nel sociale.

Un esempio celebre è senz’altro quello del FAI (Fondo Ambientale Italiano): una fondazione italiana senza scopo di lucro che agisce per la tutela, la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico e naturale italiano attraverso il restauro e l’apertura al pubblico dei beni storici, artistici o naturalistici ricevuti per donazione, eredità o comodato.

Per lavorare nelle fondazioni o negli enti privati spesso il passaggio è il più classico: invio del proprio curriculum, colloquio e inizio lavorativo con uno stage.

Luoghi e professioni

Ovviamente sono svariati i luoghi della Cultura in cui si può lavorare. Qui di seguito, con un mero scopo illustrativo, ne elenchiamo qualcuno come esempio.

Soprintendenze

Si tratta di organi periferici del Ministero della Cultura (MiC) della Repubblica Italiana.

Secondo l’attuale organizzazione, si possono individuare due tipi di soprintendenze:

  • le soprintendenze archivistiche o archivistiche bibliografiche
  • le soprintendenze archeologia, belle arti e paesaggio.

Le attività delle soprintendenze sono le seguenti:

  • individuazione dei beni, con indagine conoscitiva e successivo iter vincolistico sui singoli beni
  • protezione dei beni
  • e infine controllo, attraverso specifici permessi, sui lavori di restauro, sui trasferimenti, le esportazioni e sui progetti di interesse paesaggistico.

L’inserimento di personale nelle soprintendenze, essendo soggetti pubblici, avviene tramite procedure concorsuali pubbliche a livello nazionale.

lavorare-nei-beni-culturali-museiMusei

L’inserimento di personale nei musei pubblici avviene tramite procedure concorsuali pubbliche a livello nazionale.

Secondo il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 2 dicembre 2019, n. 169 per sistema museale si intendono:

«I musei, i parchi archeologici, le aree archeologiche e gli altri luoghi della cultura di appartenenza statale sono istituzioni permanenti, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. Sono aperti al pubblico e compiono ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; le acquisiscono, le conservano, le comunicano e le espongono a fini di studio, educazione e diletto, promuovendone la conoscenza presso il pubblico e la comunità scientifica».

Ci sono una vasta gamma di musei: Musei archeologici, Musei d’arte, Musei Etnografici o Musei di Scienze Naturali, solo per citarne qualcuno.

Quali sono le professioni del Sistema Museale?

Qui di seguito ne citiamo a titolo esemplificativo le mansioni minime stabilite dal DM 113 del 21 febbraio 2018,  necessarie a tutti i musei per ottenere l’accreditamento e l’inserimento nel Sistema museale nazionale:

  • direttore del museo;
  • responsabile della sicurezza;
  • conservatore/responsabile delle collezioni;
  • responsabile dei servizi educativi;
  • responsabile di pubbliche relazioni, marketing, fundraising e comunicazione;
  • e responsabile delle procedure amministrative ed economico-finanziarie.

Biblioteche

Anche qui, nelle biblioteche pubbliche, l’inserimento vviene tramite procedure concorsuali pubbliche a livello nazionale.

Ai bibliotecari, come abbiamo anticipato prima, sono chieste delle competenze e delle conoscenze specifiche.

Il bibliotecario o la bibliotecaria è una figura che conosce i principi della biblioteconomia: la scienza che studia le regole per il funzionamento della biblioteca e la sua organizzazione.

Lavora con libri, manuali tecnici che devono essere trattati e catalogati secondo un’ordine preciso; registra e sistema i libri nuovi che arrivano e deve gestire i prestiti dei libri.

Archiviazione digitale Beni Culturali: la Digital Library e il Piano Nazionale.

Beni teatrali, musicali e cinematografici

Infine parliamo di quest’ultima branca, vicina al settore dello Spettacolo.

Si tratta in genere di:

  • archivi storico-musicali, teche musicali, sezioni musicali di musei e biblioteche in istituzioni pubbliche e private;
  • istituzioni musicali, teatri, enti musicali, industria dello spettacolo, emittenti radiotelevisive.

In tal caso la professione più classica è quella di operatore in archivio, altre mansioni possono essere quello di operatore per associazioni culturali ed enti cinematografici, o addetto all’ufficio stampa, presso aziende produttrici di audiovisivi nel settore cinematografico e fotografico, o infine come tecnico in laboratori di restauro cinematografico.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it