Intesa fra Ministero dell’Interno e ANAC nella lotta contro la corruzione


Il ministro Angelino Alfano sigla al Viminale, con il presidente dell’Anac Raffaele Cantone, un protocollo per avviare la collaborazione con le prefetture in materia di trasparenza e legalità negli appalti pubblici
«Da oggi i corrotti saranno trattati come i mafiosi». E’ la ‘linea dura’ del Governo evidenziata oggi al Viminale dal ministro dell’Interno Angelino Alfano dopo la firma, con il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) Raffaele Cantone, del protocollo di intesa per avviare la collaborazione con le prefetture in materia di trasparenza e legalità nella gestione degli appalti pubblici. Presente il capo di Gabinetto Luciana Lamorgese, che ha illustrato i punti principali dell’accordo.

Gli obiettivi della politica anticorruzione messa in atto dal Governo, ha spiegato Alfano, sono principalmente due, «fermare in tempo i ladri e, allo stesso tempo, non bloccare  le opere. Il rischio è di far pagare alla collettività il costo delle azioni del corrotto».

Lo Stato si muove per prevenire e combattere il malaffare intervenendo sui singoli contratti a rischio corruzione, ha proseguito Alfano e, in quest’ottica, «i protagonisti del contrasto devono essere le prefetture, gli enti locali, l’Anac e il ministero dell’Interno da una parte, dall’altra dobbiamo portare avanti il lavoro con l’Associazione nazionale dei comuni italiani e con l’Unione delle provincie italiane per allineare gli sforzi verso un unico obiettivo». Con il protocollo di oggi, ha concluso il titolare del Viminale, «diamo ai prefetti le linee guida per consentire alla ‘squadra Stato’ di intervenire al momento giusto con un obiettivo preciso: far rispettare la norma morale da cui discendono tutte le altre, che è quella di non rubare».

Nella difficile lotta alla corruzione in Italia, ha detto Raffaele Cantone, si è ormai avviata una, «rivoluzione copernicana con l’ampliamento della normativa antimafia e saranno i prefetti e le prefetture il terminale territoriale delle politiche che si fanno a livello nazionale sul tema». Le linee guida, ha poi approfondito il presidente dell’Anac, prevedono una grande innovazione, «quella di applicare la risoluzione dei contratti anche in presenza di episodi di corruzione e concussivi e non più solo di accertate azioni estorsive. Le stazioni appaltanti, ha specificato Cantone, di fronte all’emersione di fatti corruttivi dovranno procedere alla risoluzione dei contratti».


FONTE: Ministero dell’Interno

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