Strumento obbligatorio su molti luoghi di lavoro il defibrillatore è diventato nel mondo dello sport un salvavita ormai indispensabile.
I defibrillatori o DAE sono degli strumenti semiautomatici coinvolti nella rianimazione cardiaca elettrica che consentono, letteralmente, di salvare la vita a chi ha avuto un attacco cardiaco. Ecco perché questi dispositivi sono diventati così importanti e sono al centro di numerose normative negli ultimi tempi.
Con la legge 116/2021, infatti,, come ad esempio aziende pubbliche con più di 15 dipendenti, aerei, treni ed altri mezzi di trasporto il cui tempo di viaggio dura più di due ore, nonché scuole e università.
Ma ancora prima, a partire dal 1° luglio 2017, i defibrillatori erano diventati obbligatori nelle palestre e negli impianti sportivi. Questo perché, come è chiaro che sia, nonostante lo sport sia un’attività sana e indispensabile per mantenersi in forma, nell’ambito sportivo è molto più facile che sopraggiunga un attacco cardiaco e intervenire tempestivamente può davvero fare la differenza.
In base a questo obbligo sancito dal cosiddetto Decreto Balduzzi ogni palestra, società e struttura sportiva deve ormai essere fornita di almeno un defibrillatore, in aggiunta a tutti gli altri dispositivi previsti dalle norme di sicurezza degli impianti sportivi.
Ma quali sono nello specifico i dettagli della normativa sui DAE? Vediamoli insieme, oltre a qualche importante testimonianza.
Le regole per il DAE negli impianti sportivi
Innanzitutto, prima dell’installazione del defibrillatore, bisogna fare un’importante distinzione sulla tipologia di persone che frequentano la struttura. Infatti, se questa viene frequentata anche da bambini al di sotto degli otto anni bisogna dotare il dispositivo di elettrodi pediatrici o prendere anche un defibrillatore con funzioni pediatriche.
Altra distinzione importante è quella riguardante la struttura, ovvero se questa ha aree solo al chiuso, solo all’aperto o entrambe. Ad esempio, nel caso di un campo da calcio o da calcetto il DAE deve aver superato i test di impermeabilità, non solo all’acqua ma anche alle polveri, e deve anche essere dotato di una borsa da trasporto in cui inserire tutto il necessario.
Un ulteriore aspetto da considerare è anche la collocazione del defibrillatore. Il posto deve infatti essere facilmente raggiungibile e ben visibile, in modo tale che chiunque possa prenderlo all’occorrenza. Allo stesso tempo deve essere protetto da una teca sulla quale deve essere visibile un cartello con la legge.
Il defibrillatore salva la vita: le storie dei sopravvissuti
Le testimonianze a riprova della fondamentale importanza del defibrillatore in ambito sportivo sono accessibili a chiunque voglia ricercarle sul web. Eccone alcune a titolo esemplificativo:
- Marilleva, provincia di Trento: ad uno sciatore di circa 40 anni colpito da attacco cardiaco viene dapprima praticato un massaggio cardiaco da un altro sciatore e poi viene successivamente usato il defibrillatore dai soccorritori. L’uomo si salva.
- Santa Croce di Magliano, provincia di Campobasso: uno dei giocatori della squadra Turris cade improvvisamente al suolo durante un allenamento e grazie al defibrillatore presente in campo e al corso di formazione seguito dai compagni, il ragazzo riesce a salvarsi.
- Padova: un 35enne viene subisce un arresto cardiaco in campo mentre gioca a calcetto, crollando improvvisamente a terra. I compagni, dopo aver chiamato subito il 118, cominciano a praticare il massaggio cardiaco e ad utilizzare il defibrillatore semiautomatico, riuscendo a rianimare in poco tempo il trentacinquenne.
- Castano Primo, provincia di Milano: un uomo di 41 anni viene colto da arresto cardiaco in piscina, durante una nuotata. Gli assistenti bagnanti si accorgono immediatamente del problema e intervengono tempestivamente con il defibrillatore, portando il suo cuore nuovamente a battere.
La formazione è necessaria?
Come si evince da queste storie, molti dei soccorritori avevano spesso seguito dei corsi BLS-D, ovvero corsi atti a preparare i civili non operatori sanitari ad agire in situazioni di emergenza e a praticare le prime manovre di soccorso e di rianimazione.
La domanda, parlando di obblighi e normative, sorge però spontanea: una preparazione di questo tipo è necessaria per poter manovrare questi dispositivi? Fino alla promulgazione della legge 116/2021 la risposta era sì, in quanto soltanto i soccorritori preparati erano autorizzati a manovrare un defibrillatore.
Una delle grandi innovazioni di questa legge, invece, è stata proprio permettere a chiunque di utilizzare il defibrillatore, in modo tale che l’intervento possa essere ancora più tempestivo. Ciò non toglie però che la giusta preparazione per il primo soccorso possa essere molto utile non soltanto per chi lavora in ambito sportivo ma anche per chi svolge lavori differenti. In questo modo si sarà più preparati e pronti ad agire in caso di arresto cardiaco.
Inoltre l’INAIL mette a disposizione non soltanto degli incentivi per l’acquisto di defibrillatori, ma anche per la frequentazione di corsi BLS-D. Approfittarne diventa quindi molto utile e può essere davvero un vero e proprio salvavita in situazioni di emergenza.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it