Dagli Usa la prima ‘sconfitta’ per Google in tribunale: “ha agito in maniera illegale per assicurarsi, e mantenere, il monopolio nella ricerca online“.


Mentre la campagna per le presidenziali negli Stati Uniti vive giornate decisive per il futuro del Paese e, di riflesso, anche dell’Europa, un’altra notizia arriva dagli Usa e viene ‘battuta’ dalle Agenzie di stampa più importi e messa al centro dell’agenda. Non è proprio una discussione da ‘ombrellone’ quella scatenata dalla sentenza diffusa la scorsa settimana, che vede Google dichiarato colpevole di aver agito illegalmente per mantenere un monopolio nella ricerca online.  

In tribubale l’analisi del monopolio illegale di Google tra i motori di ricerca

Una sentenza fitta e particolareggiata di oltre 280 pagine che di certo farà giurisprudenza, sarà cioè considerata così importante da divenire parte del bagaglio normativo del paese. Ad essere ritenuta illegittima è la collaborazione con Apple che ha permesso a Google di ‘bloccare’ circa il 90% del mercato della ricerca su internet per un valore individuato in circa 18 miliardi di dollari nel 2021 secondo il New York Times. La sentenza ha inoltre individuato una penalizzazione a scapito di Microsoft nel mercato degli annunci pubblicitari visualizzati accanto ai risultati di ricerca, consentendole di dominare illegalmente anche quel mercato.

La sentenza origina dal 2020 quando il dipartimento di Giustizia e agli stati americani avevano citato in tribunale Google, accusandolo di aver consolidato illegalmente il suo predominio, in parte, pagando ad altre aziende, come Apple e Samsung e Verizon, miliardi di dollari all’anno per diventare automaticamente il provider di ricerca sui loro smartphone e browser web.

La decisione arriva dopo un processo durato 10 settimane  e celebrato lo scorso anno e non ha di fatto ancora incluso una pena per il colosso del Web,  che il Giudice dovrebbe ora decidere in tempi brevi e che potrebbe contenere anche delle prescrizioni e proibizioni sull’operato futuro, nonché sulle quote di mercato controllate dalla Google creando non poco scompiglio sul mercato delle nuove tecnologie, anche se Per ora le quotazioni in borsa e le oscillazioni dei mercati non sembrano aver risentito della sentenza. Molto probabile che questo risultato influenzi le sentenze attese in altre importanti cause antitrust governative contro Google, Apple, Amazon e Meta (proprietario di Facebook, Instagram e WhatsApp).

Il testo della sentenza

Qui il documento completo (in lingua inglese).


Fonte: articolo di Rossella Angius