Ogni luogo diventa facilmente memorabile se si distingue dagli altri per i “segni riconducibili”, per una forte “capacità attrattiva”, per le emozioni vissute.
Con questi intendimenti nasce il Distretto Turistico delle Miniere che abbraccia 28 Comuni a cavallo delle tre provincie Caltanissetta-Enna-Agrigento legati da un unico filo conduttore: le vie delle miniere.
La finalità del Distretto infatti, è lo sviluppo delle attività turistiche legate al particolare e suggestivo itinerario delle miniere dello zolfo, del sale potassico e del salgemma che circoscrivono un triangolo della Sicilia, relegandolo a un profondo significato sociale di una storia che non appartiene solo ai siciliani e alla Sicilia, ma all’Italia tutta.
Grazie al portale web www.distrettoturisticodelleminiere.it (in fase di realizzazione dalla società Datanet di Catania che si è aggiudicata l’appalto) che rientra nel piano d’investimento delle risorse del Programma Operativo FESR 2007/2013 Sicilia, che vede nella Camera di Commercio di Caltanissetta l’ente capofila della società consortile a capitale misto pubblico/privato, si potrà prenotare a breve il suggestivo e unico viaggio lungo il sentiero dell’immenso patrimonio minerario siciliano.
“L’obiettivo del portale – spiega Tarcisio Sberna pres. del Distretto – è quello di raccontare, attraverso i video e i virtual tour fotografici, la vita degli uomini e ancor più dei “carusi”, i ragazzi, impiegati nelle miniere fin dalla più tenera età, costretti a lavorare a decine di metri di profondità, seminudi a causa delle alte temperature.
“Nel portale – prosegue Sberna – grazie al contributo contenutistico e d’archivio fotografico e storico fornito dagli enti e dai Comuni soci del Distretto (Provincia regionale di Caltanissetta, i Comuni di Agrigento, Caltanissetta, Acquaviva Platani, Aragona, Butera, Campofranco, Casteltermini, Cattolica Eraclea, Cianciana, Delia, Favara, Marianopoli, Milena, Montedoro, Monteallegro, Mussomeli, Porto Empedocle, Racalmuto, Ravanusa, Realmonte, Riesi, San Cataldo, Serradifalco, Siculiana, Sommatino, Sutera, Villalba, Villarosa), sarà possibile rivivere la vita degli operai impiegati in Sicilia che alla fine dell’800 aveva circa 800 miniere attive (con circa 40.000 uomini al servizio)”.
Una storia, quella dell’industria zolfifera siciliana, fatta di rapide fortune economiche e di repentini tracolli, d’improvvisazione artigianale e di alta tecnologia industriale che tanta parte ha avuto nella cultura e nella letteratura siciliana, da Pirandello a Sciascia.
“Ci ammazziamo a scavarlo (lo zolfo), poi lo trasportiamo giù alle marine, dove tanti vapori inglesi, americani, tedeschi, francesi, perfino greci, stanno pronti con le stive aperte come tante bocche ad ingoiarselo: ci tirano una bella fischiata e addio!…E la ricchezza nostra, intanto, quella che dovrebbe essere la ricchezza nostra, se ne va via così dalle vene delle nostre montagne sventrate, e noi rimaniamo qui, come tanti ciechi, come tanti allocchi, con le ossa rotte dalla fatica e le tasche vuote. Unico guadagno: le nostre campagne bruciate dal fumo”. (Pirandello, il Fumo)