La Corte di Cassazione, con sentenza depositata il 22 maggio 2024, ha accolto il ricorso di una donna brasiliana che aveva visto respinta la sua richiesta di riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis.


La ricorrente è discendente di un cittadino italiano emigrato in Brasile nella seconda metà del 1800.  La controversia riguardava l’accertamento del rapporto di filiazione tra il trisavolo della ricorrente, cittadino italiano emigrato in Brasile, e il suo bisnonno, nato in Brasile. La Corte d’Appello aveva ritenuto che la legge applicabile fosse quella brasiliana, che non riconosce il riconoscimento successivo alla nascita come prova sufficiente della filiazione.

Per questo i giudici della Cassazione sono tornati sul giudizio e hanno emesso un nuovo principio giuridico: ecco tutti i dettagli della sentenza appena emessa.

La Cassazione sul diritto alla cittadinanza italiana per “iure sanguinis

La Cassazione ha stabilito che la legge applicabile per determinare la filiazione e, di conseguenza, il diritto alla cittadinanza iure sanguinis, è quella italiana. Questo principio si basa su due concetti chiave:

  • Favore filiationis: La legge italiana è considerata più favorevole al riconoscimento della filiazione rispetto alla legge brasiliana. Ciò significa che pone meno ostacoli alla dimostrazione del legame di parentela tra genitore e figlio.
  • Principio di nazionalità: La cittadinanza iure sanguinis si basa sul principio che un individuo acquisisce la cittadinanza alla nascita se uno dei suoi genitori è cittadino. Questo principio è sancito nell’articolo 1 della legge n. 91/1992 sulla cittadinanza italiana.

Riconoscimento effettuato dai genitori

La Cassazione ha inoltre criticato la sentenza impugnata per la sua carente motivazione in merito al riconoscimento effettuato dai genitori nell’atto di matrimonio. Secondo la legge italiana, tale riconoscimento rappresenta una prova valida della filiazione, anche se il figlio è nato fuori dal matrimonio.

Diritto alla cittadinanza iure sanguinis

La pronuncia della Cassazione ribadisce l’importanza del diritto alla cittadinanza iure sanguinis come diritto fondamentale. La Corte ha affermato che questo diritto può essere perso solo con una rinuncia volontaria ed esplicita, mai per una rinuncia implicita o tacita.

Precedente per i cittadini stranieri

La sentenza rappresenta un precedente importante per i cittadini stranieri discendenti da italiani emigrati all’estero. Questi cittadini spesso incontrano difficoltà nel dimostrare il loro legame di parentela con l’antenato italiano, a causa della mancanza di documenti o della registrazione tardiva delle nascite. La pronuncia della Cassazione offre loro una maggiore tutela dei loro diritti e facilita il riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis.

Futuro del caso

La Corte d’Appello di Venezia, in diversa composizione, dovrà ora riesaminare la causa alla luce dei principi espressi dalla Cassazione. Dovrà valutare attentamente le prove presentate dalla ricorrente, tra cui il riconoscimento effettuato dai genitori nell’atto di matrimonio, e pronunciarsi nuovamente sulla sua richiesta di riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis.

Considerazioni finali

La sentenza della Cassazione rappresenta un passo avanti significativo nel riconoscimento del diritto alla cittadinanza iure sanguinis per i discendenti di italiani emigrati all’estero. La Corte ha riaffermato l’importanza di questo diritto fondamentale e ha fornito indicazioni chiare per la sua tutela. Si spera che questa pronuncia porti a una maggiore semplificazione delle procedure di riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis e a una maggiore tutela dei diritti di questi cittadini.

Il testo della sentenza

Qui il documento completo.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it