Il Parlamento europeo ha approvato la versione finale (e modificata) della Direttiva sulle case green: ecco quali sono le modifiche apportate.
È passato un anno da quando il Parlamento europeo ha adottato la proposta negoziale sulle case green.
La proposta era stata, poi, sottoposta al vaglio del Trilogo, ovvero la trattativa informale tra le istituzioni europee, che è terminata lo scorso dicembre.
Dal confronto con gli altri Paesi membri, sono state modificate e ammorbidite diverse misure e la versione finale è molto più flessibile, rispetto alla direttiva iniziale.
Ecco quali sono le modifiche apportate.
Direttiva case green: come cambia nella versione finale
È stato il via libera definitivo alla versione finale della Direttiva sulle case green. L’obiettivo è quello di raggiungere le zero emissioni, entro il 2050, per il parco immobiliare dell’Unione Europea.
La decisione è stata approvata con 370 voti favorevoli, 199 voti contrari e 46 astenuti, dalla Plenaria del Parlamento dell’Unione Europea, alla fine del negoziato tra i Paesi membri e le istituzioni comunitarie.
Tra i voti contrari, ci sono quasi tutti partiti che non sono al Governo nei loro rispettivi Paesi. Tranne per l’Italia, dove le tre forze di maggioranza, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, hanno votato contro.
Ricordiamo che, dopo il passaggio al Consiglio europeo, le capitali dovranno valutare come aderire alla direttiva europea. Ogni Stato dovrà inviare il proprio piano nazionale di ristrutturazione con l’indicazione della tabella di marcia e gli obiettivi da seguire.
I piani andranno approvati entro il 2026 e dovranno essere aggiornati ogni cinque anni.
Ecco le modifiche apportate nella versione finale.
Ristrutturazioni
I Paesi membri dovranno istituire dei piani per la riduzione dei consumi del loro patrimonio edilizio residenziale.
Il termine è il 2050, anno nel quale bisognerà avere un patrimonio edilizio a zero emissioni.
Caldaie
Spostato il termine iniziale del 2035 al 2040 per il divieto di utilizzare combustibili fossili per le caldaie.
Sarà possibile dare incentivi ai sistemi di riscaldamento ibridi, come quelli che combinano caldaie e pompe di calore.
Nuovi edifici
A partire dal 1° gennaio 2028, i nuovi edifici, sia residenziali che non residenziali, dovranno avere zero emissioni “in loco” di combustibili fossili.
Esenzioni
Nella versione definitiva della direttiva sulle case green, le esenzioni saranno valide solo per gli immobili sottoposti al vincolo puntuale o a vincolo di area, immobili religiosi, immobili temporanei, le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi l’anno, gli immobili della difesa e quelli sotto i 50 metri quadrati.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it