Le Imprese balneari da anni vivono con l’incubo della Direttiva Bolkestein: ma adesso una nuova decisione potrebbe aver cambiato le cose.
Frederik Frits Bolkestein, l’economista olandese dal quale ha preso il nome la direttiva sulla libera circolazione dei servizi in seno all’Unione europea, taglia corto su tutte le interpretazioni e le polemiche che si sono trascinate in questi anni.
«La direttiva che porta il mio nome non è applicabile ai balneari perché le concessioni rientrano nel contesto dei beni e quindi non rientrano nei servizi»,
ha ribadito più volte il padre della direttiva che si è detto sinceramente dispiaciuto dell’interpretazione errata data dal suo provvedimento.
L’atto, approvato dalla Commissione europea nel 2006, intendeva favorire la libera circolazione dei servizi e l’abbattimento delle barriere tra i vari Paesi non mettere all’asta le spiagge italiane. Ed infatti in altri paesi come la Spagna, ha fatto notare la Bolla, la questione è stata risolta da tempo, concedendo una proroga di 75 anni alle concessioni.
La buona notizia è stata data nel corso del convegno “L’EURO, L’EUROPA E LA BOLKESTEIN SPIEGATI DA FRITS BOLKESTEIN”, organizzata oggi alla Camera dei Deputati dall’Associazione Donnedamare, capitanata da Bettina Bolla.
All’evento hanno preso parte rappresentanti dei diversi schieramenti politici, soprattutto esponenti del centro-destra, fra gli alti: Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Maria Stella Gelmini, Gian Marco Centinaio, Maurizio Gasparri, Carlo Fidanza. Presente con il consigliere Angelo Vaccarezza anche Marco Scajola, assessore al Demanio e all’Urbanistica di Regione Liguria.
Per la cronaca, nel luglio del 2016 una sentenza della Corte di giustizia Ue stabiliva che le concessioni per l’esercizio delle attività turistico-ricreative nelle aree demaniali marittime e lacustri prorogate in modo automatico impediscono di effettuare una selezione imparziale e trasparente dei potenziali candidati. Cosa che veniva considerata contraria alla direttiva Bolkestein.