Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera a un decreto legislativo correttivo che introduce modifiche e integrazioni al decreto 29/2024, riguardante le politiche per la tutela e il sostegno degli anziani.


La misura, proposta dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni insieme ai ministri della Salute, Orazio Schillaci, e del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, si inserisce nel quadro della legge delega del 23 marzo 2023, n. 33.

L’obiettivo delle nuove disposizioni è migliorare l’efficacia e la tempestività nell’erogazione dei servizi destinati agli anziani, attraverso una revisione dei processi di accesso e valutazione dei loro bisogni. Le modifiche mirano a semplificare le procedure amministrative, riducendo i tempi di attesa e garantendo un iter più agevole per i cittadini.

Parallelamente, si punta a una maggiore omogeneità nella gestione delle prestazioni su tutto il territorio nazionale, evitando disparità tra regioni e garantendo che ogni anziano possa accedere ai servizi con criteri uniformi. Il provvedimento introduce anche strumenti di coordinamento tra i diversi livelli istituzionali coinvolti, per rendere più efficace la pianificazione degli interventi e ottimizzare le risorse disponibili.

Approvato il decreto correttivo per le politiche destinate agli anziani: tutte le novità

Tra le principali novità, spicca l’accelerazione del processo di valutazione multidimensionale, che consentirà agli anziani di ottenere una diagnosi più rapida presso i Punti unici di accesso (PUA). Il nuovo assetto organizzativo prevede una sola visita medico-legale, eliminando la duplicazione degli accertamenti precedentemente richiesti e riducendo i tempi di attesa. Questo intervento mira a rendere il percorso di valutazione più fluido ed efficace, evitando disagi per gli utenti e alleggerendo il carico amministrativo degli enti competenti.

Inoltre, viene estesa di sei mesi la scadenza per l’adozione del regolamento che definirà i criteri di priorità per l’accesso ai PUA, la composizione e il funzionamento delle unità di valutazione multidimensionale unificata (UVM), oltre a introdurre un modello standardizzato per la valutazione multidimensionale unificata (VMU) applicabile su tutto il territorio nazionale. Questo passaggio normativo è finalizzato a garantire uniformità nelle procedure, evitando disparità tra le diverse regioni e assicurando un trattamento equo per tutti i cittadini.

Infine, il provvedimento introduce una fase sperimentale della durata di dodici mesi, con avvio previsto il 1° gennaio 2026, per testare l’applicazione della valutazione multidimensionale unificata su un campione rappresentativo della popolazione anziana. L’esperimento sarà condotto in diverse aree del Paese, adottando un approccio differenziato tra Nord, Centro e Sud, per valutare l’efficacia del sistema in contesti territoriali eterogenei. L’analisi dei dati raccolti permetterà di individuare eventuali criticità e ottimizzare il processo prima della sua implementazione su larga scala.