In un recente dossier della fondazione Openpolis si fa il punto sulla situazione attuale riguardante i decreti attuativi del PNRR: ecco le ultime novità.
La corte dei conti ha di ricente inviato al parlamento la propria relazione semestrale riguardante lo stato di avanzamento del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Nella prima parte del documento la corte ha sottolineato l’importanza di una conclusione in tempi rapidi del processo di revisione del piano attualmente in corso.
L’incertezza sull’approvazione o meno della proposta di revisione del piano infatti sta inevitabilmente rallentando il suo processo di realizzazione. Fintanto che la proposta di revisione non sarà approvata però, il Pnrr italiano resta pienamente in vigore così com’è, con la necessità di rispettare le scadenze legate al completamento delle riforme e alla realizzazione degli investimenti che erano state previste inizialmente.
Si tratta di una situazione che deve essere tenuta sotto controllo. Non solo perché la pubblicazione di questi atti è indispensabile per il completamento delle scadenze legate alle riforme ma anche perché, in alcuni casi, la loro mancanza blocca l’assegnazione e l’erogazione di risorse già stanziate. Impedendo così l’avvio dei lavori legati agli investimenti del piano.
Decreti attuativi del PNRR, ecco la situazione attuale
Non è semplicissimo riuscire a capire quanti e quali sono i decreti attuativi necessari per la piena realizzazione del Pnrr. Infatti non sono solo le singole riforme previste dal piano a richiederli. Nel tempo si è aggiunta una serie di decreti legge inizialmente non previsti ma resisi necessari per velocizzare le procedure, con un impatto anche sull’attuazione degli investimenti. Possiamo citare come esempio il Dl 152/2021, il Dl 36/2022 e il Dl 13/2023. Anche questi atti necessitano di decreti attuativi.
Un ulteriore elemento di difficoltà riguarda il fatto che spesso le norme (leggi o decreti legge che siano) trattano più temi, non tutti strettamente connessi con il Pnrr. Per riuscire a isolare i singoli decreti attuativi legati a vario titolo al piano quindi è stato necessario un lavoro di selezione redazionale che si è basato anche sulle indicazioni riportate dal centro studi della camera.
Incrociando queste informazioni con i dati messi a disposizione dall’ufficio per il programma di governo possiamo osservare che le norme legate alla realizzazione del Pnrr che necessitano di decreti attuativi sono 21. Alla data dell’8 novembre gli atti di secondo livello richiesti erano 221 di cui 54 (il 25% circa) dovevano ancora essere pubblicati.
La norma con il maggior numero di attuazioni mancanti è il decreto legge 13/2023 (Pnrr ter) con 18 atti. Seguono il Dl 36/2022 (Pnrr bis) con 8 e il Dl 144/2022 (aiuti ter) con 7. Da notare che mancano ancora all’appello ben 6 attuazioni legate al decreto legge 77/2021 con cui è stata definita la governance del piano.
Ancora non pubblicati inoltre 4 decreti attuativi sia per quanto riguarda la riforma del processo penale che quella del processo civile. Si tratta di un elemento molto rilevante dato che la velocizzazione dei tempi della giustizia era una delle raccomandazioni rivolte all’Italia dalla commissione europea in sede di assegnazione dei fondi del Next generation Eu. Paradossalmente peraltro il processo di implementazione di queste riforme non si è ancora completato eppure il parlamento ha già deciso di rimettere mano al tema della giustizia, con specifico riferimento alla prescrizione.
I decreti attuativi mancanti nel dettaglio
Sono molti i soggetti che possono essere coinvolti nella definizione dei decreti attuativi, inclusi dipartimenti e agenzie pubbliche. Solo per citare alcuni esempi: l’agenzia delle entrate, l’agenzia per l’Italia digitale, la conferenza stato-regioni, il Coni, l’agenzia delle dogane. Sono però sostanzialmente i ministeri i responsabili dei vari procedimenti.
Da questo punto di vista, i dicasteri coinvolti nella pubblicazione di decreti attuativi legati alla realizzazione del Pnrr sono 14. Con specifico riferimento agli atti che ancora mancano all’appello, possiamo osservare che 11 sono di responsabilità del ministero dell’istruzione e del merito. Anche la presidenza del consiglio dei ministri è tra i soggetti con il maggior numero di decreti attuativi ancora da pubblicare. Da palazzo Chigi infatti sono attesi 9 atti. Seguono i ministeri della giustizia e dell’ambiente con 6.
È significativo notare che tra i decreti attuativi che ancora mancano all’appello ce ne sono alcuni che bloccano l’erogazione di risorse. Tra questi il più rilevante è di responsabilità del ministero dell’università e della ricerca e riguarda l’assegnazione di 660 milioni di euro rientranti nel fondo per l’housing universitario. Da notare a questo proposito che l’Italia entro la fine dello scorso anno avrebbe dovuto assicurare la realizzazione di 7.500 nuovi posti letto. Cosa che però non è avvenuta e per questo la commissione ha tagliato 500 milioni di euro dall’erogazione dei fondi legati alla terza rata.
I fondi attualmente bloccati
Infine da notare che molti di questi decreti attuativi avrebbero già dovuto essere pubblicati, in base alle scadenze stabilite dalle leggi stesse.
Tra questi ce ne sono 2 di responsabilità della presidenza del consiglio dei ministri che bloccano risorse per circa 121 milioni. Questi investimenti si suddividono per circa 81 milioni nella riorganizzazione del dipartimento per le politiche di coesione che fa riferimento al ministro Raffaele Fitto e circa 40 milioni per investimenti in digitalizzazione, con particolare riferimento ai sistemi per l’identità digitale.
Fonte: Openpolis