Robert CapaUna bella iniziativa culturale in Sicilia: a Troina (Enna), sorgerà un museo dedicato interamente al fotografo Robert Capa.


 

Troina, in provincia di Enna, sorgerà un museo dedicato interamente a Robert Capa nel quale saranno esposte permanentemente 62 stampe fotografiche, quasi tutte inedite, del più grande fotoreporter di guerra di tutti i tempi scattate nell’agosto del 1943 in Sicilia, e in particolare a Troina, durante la Seconda Guerra Mondiale.

 

L’idea, partita agli inizi del 2015 dalla proposta di ‘Soul Design’ di Lucilla Caniglia e Alessandro Castagna, ha riscontrato l’interesse ed il sostegno del sindaco Fabio Venezia, della Fondazione Famiglia Pintaura e dello storico Salvatore Barbirotto.

 

Le foto, che saranno esposte in uno spazio museale allestito nel Palazzo Pretura in Piazza Conte Ruggero a Troina, raccontano l’evento bellico del luglio-agosto 1943 in Sicilia attraverso la visione fotografica di Robert Capa e rappresenteranno un ricordo per la popolazione che ha vissuto l’evento e un’opportunità per portare consapevolezza nelle nuove generazioni veicolando la storia attraverso le emozionanti immagini del fotoreporter di guerra.

 

L’impresa, che ha richiesto quasi tre anni di corrispondenza con l’International Center of Photography di New York (proprietario dei negativi e titolare di tutti i diritti) una selezione delle foto dai negativi originali di Capa direttamente a New York, si è concretizzata nell’acquisizione da parte della Fondazione Famiglia Pintaura di 62 fotografie, stampate direttamente dai negativi, che saranno esposte nel Palazzo Pretura.

 

Il grande reportage di Robert Capa sullo sbarco Anglo-Americano in Sicilia iniziò con un volo in paracadute, in perfetto stile bellico. Oltre alle immagini, Robert Capa ci ha lasciato le sue memorie in un diario pubblicato nel 1947 con il titolo Slightly out of focus (tradotto in Italia con il titolo Leggermente fuori fuoco). Nel suo diario, Capa, fotoreporter al seguito dell’esercito americano, riporta gli avvenimenti cruenti a cui assiste, racconta le fatiche di un’esperienza avventurosa e descrive la sensazione di vuoto e di angoscia che lo prende assistendo ai combattimenti: in particolare, proprio nelle settimane dello Sbarco in Sicilia e della conseguente ritirata dei militari italiani e tedeschi. Il suo racconto, molto avvincente, rievoca gli avvenimenti della sua vita dall’estate del 1942 alla primavera del 1945.

 

Furono giorni di intenso lavoro per Capa che realizzò su quelle isolate montagne alcune foto che diventeranno tra le più famose della sua carriera, fra queste quella scatta il 6 agosto 1943 al termine della battaglia di Troina, che vede il soldato americano accovacciato e il pastore (tale Francesco Coltiletti detto massaru Ciccu o Ciati) ricurvo che gli indica la strada per Sperlinga, scattata a 3 km dal paese sulla SS120 in contrada Ponte Capostrà (oggi una targa sul luogo è a ricordo di quel momento).

 

robrt capa sperlinga soldato e anziano

La foto divenne molto famosa in tutti gli Stati Uniti prima e in tutto il mondo poi per il suo valore simbolico. Ma anche di profondo risentimento per tutto quello che gli accadeva intorno: «Era la prima volta che seguivo un attacco dall’inizio alla fine ma fu anche l’occasione per scattare ottime foto. Erano immagini molto semplici. Mostravano quanto noiosa e poco spettacolare fosse in verità la guerra. Il piccolo, bel paese di montagna, era completamente in rovina. I tedeschi che lo avevano difeso si erano ritirati durante la notte abbandonando alle loro spalle molti civili italiani, feriti o morti. Ci eravamo distesi per terra nella piccola piazza del paese, di fronte alla chiesa, stanchi e disgustati. Pensavo che non avesse alcun senso questo combattere, morire e fare foto», quando il generale Theodore Roosevelt Jr., sempre presente dove la battaglia era più dura, si avvicinò e puntando il suo bastone verso di me disse: «Capa al quartier generale di divisione c’è un messaggio per te. Dice che sei stato assunto da Life».

 

Ripartito da Troina per Palermo e poi documentando ancora la guerra sino allo sbarco in Normandia, Robert Capa porterà con sé il suo convincimento amaro sulla natura della guerra: «Un inferno che gli uomini si sono fabbricati da soli». Convincimento che gli eventi siciliani avevano confermato e rafforzato.