sindacatiA seguito delle previsioni elaborate dal Fondo Monetario Internazionale in materia di lavoro, l’Ufficio studi della CGIA ha analizzato il trend occupazionale registrato dal nostro Paese dall’inizio della crisi ad oggi.

 

Ebbene, dal 2008 al primo trimestre del 2015, in Italia si sono persi 932.000 posti di lavoro. In termini assoluti le regioni più colpite sono state quelle del Sud: in Sicilia gli occupati sono diminuiti di 168.000 unità, in Campania di 129.000 e in Puglia di 100.000. In tutte le regioni meridionali il calo occupazionale ha interessato 580.000 lavoratori (pari al 62,2 per cento del totale). Tra le realtà territoriali del Nord, invece, spicca il dato negativo del Veneto: sempre tra il 2007 e i primi 3 mesi di quest’anno, in questa regione gli occupati sono scesi di ben 113.000 unità.

 

Tra tutte le realtà territoriali analizzate, le uniche che hanno incrementato l’occupazione sono state il Trentino Alto Adige (+11.000 occupati) e il Lazio (+88.000).

 

“I settori che hanno subito i contraccolpi più negativi – segnala Paolo Zabeo della CGIA – sono stati l’edilizia, il manifatturiero e il piccolo commercio che più degli altri hanno subito gli effetti negativi dovuti al calo della domanda interna e alla contrazione degli impieghi bancari”.