Chi non raccoglie i bisogni del proprio cane per strada o in luoghi pubblici può anche costituire una violazione legale, soggetta a sanzioni considerevoli: ecco cosa rischia chi lo fa.
Quando si decide di prendersi cura di un cane, si assume la responsabilità delle azioni del proprio animale. Questo significa che in situazioni come aggressioni o disturbi eccessivi del pubblico ordine causati dal cane, o addirittura quando il cane lascia “tracce” del suo passaggio senza che il proprietario se ne preoccupi, ciò può avere conseguenze legali per il proprietario.
Scopriamone di più.
Cosa rischia chi non raccoglie i bisogni del cane per strada?
La responsabilità dei proprietari di cani non si limita infatti solo alla cura e all’attenzione verso gli animali a quattro zampe, ma si estende anche all’ambiente circostante e alla comunità in cui vivono.
Le autorità locali spesso promuovono campagne di sensibilizzazione sulla raccolta degli escrementi e applicano normative locali per garantire la pulizia delle aree pubbliche. Questo impegno mira a educare i cittadini sui propri doveri come proprietari di animali domestici e a mantenere l’igiene e il decoro delle strade e dei parchi.
Ma non sempre funziona: e a quel punto la “colpa” ricade per intero sul proprietario dell’animale.
Secondo il Codice penale italiano, lasciare gli escrementi del proprio cane in luoghi pubblici è considerato un reato di deturpamento o imbrattamento di beni altrui.
Questo comportamento incivile può essere sanzionato con una multa che va fino a 103 euro. Tuttavia, le sanzioni diventano notevolmente più severe se il reato viene commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati. In questi casi, le multe possono variare da 300 a 1.000 euro, e la persona responsabile potrebbe affrontare una reclusione da 1 a 6 mesi.
La pipì del cane può anche causare problemi simili. Consentire al proprio cane di urinare su edifici, muri o veicoli in sosta può essere considerato un atto di deturpamento, soggetto alle stesse sanzioni legali dei casi di escrementi non raccolti. Pertanto, è fondamentale essere consapevoli del comportamento del proprio animale e adottare le misure necessarie per evitare situazioni indesiderate.
Le “linee guida” della Cassazione
Infine si fa presente che la Cassazione nel lontano 2015, tramite la Sentenza n. 7082, ha redatto un vademecum che definisce il comportamento corretto dei padroni di cani, sottolineando l’obbligo di pulire dopo il proprio animale. Questo documento serve come punto di riferimento per i tribunali e contribuisce a delineare le responsabilità legali dei proprietari in merito ai bisogni dei cani.
Qui di seguito trovate il testo completo della sentenza.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it