L’inchiesta della Procura di Messina mette a segno un altro colpo: con l’accusa di corruzione arrestato l’ex giudice della CGA Sicilia, Giuseppe Mineo.
Messina, arrestato ex giudice del Consiglio di Giustizia Amministrativa: per i pm l’ipotesi è corruzione. Giuseppe Mineo è stato arrestato: è la nuova clamorosa puntata dell’inchiesta della Procura di Messina sul “Caso Siracusa”, la rete di ingluenze creata dall’avvocato Piero Amara.
Secondo quanto ipotizza l’accusa Mineo nel 2016 avrebbe ricevuto da Amara una tangente di 115mila euro per cercare di “indirizzare” un procedimento al Cga di Palermo, organo di cui in quel periodo era componente.
Il provvedimento è stato disposto dal gip di Messina su richiesta della procura. Mineo si sarebbe interessato perché due imprese, controllate dai costruttori Frontino, fossero favorite nei ricorsi che avevano intentato contro il Comune e la Sovrintendenza di Siracusa.
Inoltre avrebbe chiesto, sempre secondo i pm, del denaro per un amico: l’ex presidente della Regione Giuseppe Drago, poi deceduto nel 2016. Mineo e il politico erano legati da una stretta amicizia. All’ex presidente della Regione sarebbero stati fatti avere 115mila euro.
I numeri della corruzione
La corruzione purtroppo è una piaga sociale che affligge l’Italia e, purtroppo, la Sicilia. Secondo la denuncia dell’Associazione Avviso Pubblico, l’illegalità dei colletti bianchi si è espansa e caratterizza sempre di più pezzi del mondo delle imprese, delle professioni, della burocrazia, della finanza e della politica.
Basti pensare, dal lato politico, al numero di Comuni sciolti per Mafia: dal 1991 a oggi sono stati sciolti per mafia ben 291 enti locali, di cui 229 Comuni. Numerosi i Comuni sciolti due volte (42) o addirittura tre volte (13). Si tratta per lo più di enti di piccole e medie dimensioni. In 16 casi, soprattutto negli ultimi anni, lo scioglimento ha coinvolto città con più di 50 mila abitanti (Giugliano in Campania, Battipaglia, Marano di Napoli, Scafati).