Il Consiglio di Stato, con una recente sentenza, la 6081/2024 ha posto dei limiti ben precisi al recupero dei sottotetti, soprattutto quando tali interventi comportano modifiche significative alla volumetria dell’immobile.


Il recupero dei sottotetti rappresenta una soluzione interessante per ampliare gli spazi abitativi, ma non sempre è un’operazione semplice, e che alle volte può finire anche in tribunale se fatto in modo non conforme.

Un cittadino aveva infatti presentato ricorso al Consiglio di Stato per ottenere la sanatoria di un intervento di recupero del sottotetto. L’intervento aveva comportato un aumento del volume dell’abitazione, in violazione delle norme urbanistiche.

Scopriamo dunque qual è stata la decisione dei giudici amministrativi.

Il Consiglio di Stato pone dei limiti al recupero dei sottotetti

La sentenza del Consiglio di Stato sottolinea come le deroghe previste dalla normativa per il recupero dei sottotetti debbano essere interpretate in modo rigoroso e limitato. Ciò significa che non è possibile interpretare estensivamente queste norme per giustificare interventi edilizi che eccedono i limiti stabiliti dalla legge.

Il recupero di un sottotetto, soprattutto se comporta un aumento significativo dell’altezza o della volumetria dell’edificio, può alterare l’aspetto complessivo dell’immobile e del contesto urbanistico. La sentenza ribadisce l’importanza di tutelare il paesaggio e l’assetto urbanistico, evitando interventi che possano deturpare il territorio.

Se l’immobile è situato in un’area sottoposta a vincoli paesaggistici, le limitazioni al recupero del sottotetto sono ancora più stringenti. In questi casi, è necessario richiedere specifiche autorizzazioni paesaggistiche, oltre a quelle edilizie.

Ovviamente non tutti i recuperi di sottotetto richiedono un’autorizzazione edilizia. Tuttavia, la sentenza del Consiglio di Stato chiarisce che, in molti casi, è necessario presentare una pratica edilizia e ottenere il relativo permesso. Ad esempio se il recupero del sottotetto comporta modifiche significative alla volumetria dell’immobile, all’altezza del tetto o alla sagoma dell’edificio, è quasi sempre necessario richiedere questo tipo di lasciapassare amministrativo.

La sentenza ci ricorda pertanto che le deroghe previste dalla legge non possono essere interpretate in modo estensivo e che qualsiasi intervento edilizio deve essere autorizzato. Inoltre il progetto di recupero deve essere redatto da un tecnico competente e deve rispettare tutte le normative tecniche vigenti in materia di sicurezza, isolamento termico e acustico.

Il testo della sentenza

Qui il documento completo.