La Commissione Europea ha espresso serie preoccupazioni riguardo alla recente riforma di sistema proposta dal ministro della Giustizia italiana, Carlo Nordio.


Le critiche principali riguardano l’abolizione dell’abuso d’ufficio e la prescrizione breve, temi che, secondo l’UE, potrebbero compromettere l’indipendenza della magistratura e l’efficacia della giustizia in Italia. La Commissione ha anche sollevato timori sullo stato della libertà di stampa nel paese.

La composizione del sistema giudiziario italiano

Gli eurogiudici rammentano che il sistema giudiziario italiano è complesso e articolato, con un’organizzazione che prevede tre gradi di giudizio: giudici di pace, tribunali ordinari e tribunali per i minorenni in primo grado, la Corte d’appello in secondo grado e la Corte suprema di cassazione in ultimo grado. Inoltre, esistono organi giurisdizionali speciali per la giustizia amministrativa, contabile e tributaria.

L’accesso alla magistratura avviene tramite concorso pubblico, con nomine ufficializzate dal Ministro della Giustizia o dal Presidente della Repubblica. La Corte costituzionale ha il compito di verificare la legittimità costituzionale delle leggi. Ciò detto la Commissione UE fa presente che ci vuole davvero poco per scardinare un equilibrio così delicato.

I motivi di critica della Commissione Europea sulla riforma della giustizia italiana

Le riforme proposte dal governo, sebbene mirate a migliorare l’efficienza del sistema giudiziario, devono pertanto essere implementate con attenzione per evitare di compromettere principi fondamentali dello Stato di diritto.

Nel suo dossier sull’Italia all’interno della relazione annuale sullo Stato di diritto, pubblicata ieri, la Commissione europea ha posto pertanto l’attenzione sulla possibilità di aumento di frodi e fenomeni di corruzione. E lo ha fatto analizzando, punto per punto, i sistemi critici della riforma.

Indipendenza della magistratura

L’indipendenza percepita della magistratura in Italia è un tema delicato. Secondo le rilevazioni del 2024, solo il 36% della popolazione e il 42% delle imprese considerano il livello di indipendenza della magistratura come soddisfacente, in calo rispetto all’anno precedente.

Nel giugno 2022, è stata adottata una riforma complessiva dell’ordinamento giudiziario, comprendente nuove norme per l’accesso alla magistratura, la valutazione professionale dei magistrati e i criteri di nomina per le funzioni direttive. Tuttavia, l’Associazione Nazionale Magistrati ha espresso preoccupazioni su vari aspetti della normativa, temendo che possa minare l’indipendenza dei giudici.

Riforma della separazione delle carriere

Una delle riforme più discusse è quella sulla separazione delle carriere dei magistrati giudicanti e requirenti, con l’istituzione di due Consigli superiori distinti. Questo progetto ha suscitato dibattiti sulla possibile riduzione dell’indipendenza dei pubblici ministeri. Secondo le norme europee, almeno metà dei membri dei Consigli di giustizia dovrebbero essere magistrati eletti dai loro pari, e la procedura di sorteggio proposta non sembra garantire questo principio.

Alta corte disciplinare

La riforma prevede anche la creazione di un’Alta Corte disciplinare che sostituirebbe l’attuale Consiglio superiore della magistratura nel giudicare i magistrati. Questa nuova corte sarebbe composta da membri laici e magistrati, e le sue sentenze potrebbero essere impugnate solo dinanzi a un diverso collegio della stessa corte, e non più alla Corte suprema di cassazione. L’Associazione Nazionale Magistrati teme che ciò possa compromettere l’indipendenza giudiziaria.

Libertà di stampa e critiche alla magistratura

Un altro aspetto preoccupante riguarda la libertà di stampa e le dichiarazioni pubbliche di esponenti politici contro la magistratura. Nel 2023, alcune critiche verso un giudice che aveva rilasciato un migrante hanno sollevato un caso di protezione dell’indipendenza giudiziaria. Inoltre, nel 2024, il Ministro della Giustizia ha ordinato l’incolpazione di alcuni giudici della Corte d’appello di Milano, provocando critiche sull’interferenza politica nell’attività giudiziaria.

Il testo della relazione della Commissione UE sull’Italia

Qui il documento completo.