Da quest’anno, i proprietari di cani dovranno prestare particolare attenzione all’uso dei collari per i loro cani, poiché una nuova normativa sul benessere animale ha introdotto restrizioni precise.
Entrata in vigore alla fine del 2023, la legge italiana ora proibisce l’utilizzo di alcuni tipi di collari considerati dannosi per la salute degli animali da compagnia, recependo i principi della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia. La normativa si propone di prevenire metodi di addestramento che possano risultare traumatici o non rispettosi delle capacità naturali degli animali.
Con l’adozione della legge, l’Italia rafforza la propria posizione a tutela degli animali domestici, vietando ogni pratica di addestramento che imponga all’animale performance superiori alle sue possibilità naturali, in particolare tramite strumenti artificiali.
Tra le preoccupazioni principali c’è l’uso di collari che possono causare dolore o disagio ai cani, soprattutto quando impiegati per modificare forzatamente il loro comportamento. Tuttavia, la normativa non prevede l’eliminazione totale dal mercato di tali prodotti, una lacuna che molti considerano contraddittoria e che ha portato alla richiesta di un divieto di vendita a livello europeo.
Collari per i cani: quali sono quelli vietati?
Gli strumenti vietati sono principalmente tre tipi di collari:
- elettrici
- a impulsi
- e di punizione.
I collari elettrici, ad esempio, sono equipaggiati con dispositivi in grado di emettere scosse che possono essere attivate tramite telecomando, utilizzati per correggere atteggiamenti considerati indesiderati. I collari a impulsi, invece, emettono vibrazioni con una funzione simile ma meno invasiva, anche se anch’essi sono considerati dannosi. Infine, i collari di punizione o strangolamento agiscono comprimendo il collo dell’animale in risposta a movimenti del guinzaglio, con un effetto coercitivo che spesso sfocia in dolore e lesioni.
Questa regolamentazione mira a sensibilizzare i proprietari sull’importanza di metodi di addestramento rispettosi, suggerendo l’utilizzo di approcci che facilitino una crescita equilibrata del cucciolo e una convivenza sicura e serena con altri animali e persone. Tuttavia, alcuni padroni continuano a scegliere approcci più drastici, come l’uso di collari coercitivi, nonostante la consapevolezza dei possibili rischi per la salute dell’animale. La legge italiana adesso punta a contrastare queste pratiche, ma rimane il dibattito sulla possibilità di vietare anche la vendita di questi dispositivi per proteggere ulteriormente il benessere degli animali in tutto il territorio dell’Unione Europea.