caritasSono soprattutto gli stranieri a chiedere aiuto ai Centri di ascolto della Caritas ma, per la prima volta, al Sud la percentuale degli italiani ha superato di gran lunga quella degli immigrati. Questa è una delle novità del Rapporto 2016 della Caritas sulla povertà. Se a livello nazionale il peso degli stranieri continua a essere maggioritario (57,2%), nel Mezzogiorno gli italiani hanno fatto il ‘sorpasso’ e sono al 66,6%.

 

L’età media delle persone che si sono rivolte ai Centri Caritas è 44 anni. Tra i beneficiari dell’ascolto e dell’accompagnamento prevalgono le persone coniugate (47,8%), seguite dai celibi o nubili (26,9%). Dopo una lunga e consolidata prevalenza femminile, il 2015 segna un importante cambio di tendenza nel genere. Infatti per la prima volta c’é una sostanziale parità tra uomini 49,9%) e donne (50,1%). Di media, l’età delle persone che si rivolge ai Centri Caritas è di 44 anni.

 

Il titolo di studio più diffuso è la licenza media inferiore (41,4%); a seguire, la licenza elementare (16,8%) e la licenza di scuola media superiore (16,5%). I disoccupati e inoccupati insieme rappresentano il 60,8% del totale.

 

Il rapporto svela che il vecchio modello italiano di povertà, che vedeva gli anziani più indigenti, non è più valido: oggi la povertà assoluta risulta inversamente proporzionale all’età, cioè diminuisce all’aumentare di quest’ultima.

 

Bisogni più frequenti che hanno spinto a chiedere aiuto sono perlopiù di ordine materiale: spiccano i casi di povertà economica (76,9%) e di disagio occupazionale (57,2%), ma non sono trascurabili anche i problemi abitativi (25,0%) e familiari (13,0%). E sono frequenti le situazioni in cui si cumulano due o più ambiti problematici.