Un’idea apparentemente innocua, quella di migliorare l’efficienza energetica del proprio immobile con un cappotto termico, si è trasformata in un vero e proprio incubo per un proprietario di Nemi (Roma) costretto a demolire la parte abusiva dell’immobile.


Il TAR Lazio, con la sentenza n. 17984/2024, ha infatti condannato il proprietario ad abbattere le opere realizzate, ritenendole abusive e in contrasto con le norme urbanistiche e paesaggistiche.

Scopriamo le specifiche del caso e le motivazioni della sentenza. Qui invece trovate una guida su come prolungare la durata del cappotto termico.

Il caso

Il proprietario, nel tentativo di riqualificare energeticamente il proprio villino, aveva modificato l’aspetto originale dell’edificio. Un intervento che, secondo il Comune, ha comportato un aumento di volume dell’immobile, una violazione delle distanze dai confini e una modifica dei prospetti non autorizzata.

Perché il cappotto termico è finito nel mirino?

  • Aumento di volume: l’aggiunta di uno strato isolante sulle facciate può comportare un aumento del volume dell’edificio, superando i limiti previsti dal piano urbanistico generale.
  • Violazione delle distanze: l’ispessimento delle murature può ridurre le distanze dai confini di proprietà, violando le norme urbanistiche e creando potenziali conflitti con i vicini.
  • Modifica dei prospetti: il rivestimento con materiali diversi dall’intonaco originale modifica l’aspetto esteriore dell’edificio, incidendo sul suo valore paesaggistico e sulla coerenza con il contesto urbano.

Proprietario condannato a demolire il cappotto termico per irregolarità

La sentenza in esame pone l’accento sull’importanza dei vincoli territoriali, in particolare quelli paesaggistici, ambientali e sismici, nell’ambito dell’edilizia. Questi vincoli rappresentano delle limitazioni all’uso del territorio, imposte per tutelare specifici interessi pubblici, come la conservazione del paesaggio, la protezione dell’ambiente e la sicurezza delle persone.

Perché sono importanti i vincoli territoriali?

  • Tutela del paesaggio: i vincoli paesaggistici servono a preservare la bellezza dei luoghi, la loro identità storica e culturale.
  • Protezione dell’ambiente: i vincoli ambientali tutelano ecosistemi delicati, risorse naturali e la biodiversità.
  • Sicurezza delle persone: i vincoli sismici mirano a prevenire danni a persone e cose in caso di eventi sismici, garantendo la sicurezza degli edifici.

Cosa significa “qualsiasi intervento che modifichi lo stato dei luoghi”?

Questa espressione indica che qualsiasi azione umana che alteri anche in minima parte le caratteristiche fisiche, morfologiche o biologiche di un territorio sottoposto a vincolo può essere soggetta ad autorizzazione. Nel caso specifico della sentenza, il rivestimento delle facciate, pur avendo un’apparente finalità di miglioramento energetico, è stato considerato una modifica sostanziale dello stato dei luoghi, in quanto ha comportato un aumento di volume e una variazione dei prospetti.

Le conseguenze del mancato rispetto dei vincoli

La violazione dei vincoli territoriali comporta una serie di conseguenze, tra cui:

  • Ordine di demolizione: come nel caso esaminato, l’autorità amministrativa può ordinare la demolizione delle opere realizzate abusivamente.
  • Sanzioni amministrative: possono essere applicate sanzioni pecuniarie.
  • Responsabilità penale: nei casi più gravi, può essere configurabile un reato.

L’impatto della sentenza

Il caso del cittadino di Nemi è un monito per tutti coloro che intendono effettuare lavori di ristrutturazione: è fondamentale affidarsi a professionisti competenti e richiedere tutte le autorizzazioni necessarie prima di iniziare qualsiasi intervento. Solo in questo modo si possono evitare spiacevoli sorprese e onerose sanzioni.

Il testo della sentenza

Qui il documento completo.

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