Buoni fruttiferi postali, rimborsi ai cittadini: la Cassazione ammette la variazione del tasso di interesse rispetto a quello originariamente indicato sui buoni sottoscritti prima del 1999. Ecco che cosa cambia.
Buoni fruttiferi postali, rimborsi ai cittadini. Una battaglia che da tempo vede coinvolta la Federconsumatori, impegnata a tutelare il diritto dei cittadini ad ottenere i rendimenti originariamente previsti sul retro del titolo dei buoni fruttiferi e indicati al risparmiatore al momento della sottoscrizione.
Dopo un originario pronunciamento risalente al 2007 in cui la Corte affermò che sottoscrivere un buono equivale a un contratto. Pertanto questo non può essere modificato in itinere. La nuova sentenza della Cassazione a Sezioni Unite ha radicalmente capovolto la situazione.
Ha infatti stabilito che, per i buoni sottoscritti prima del 1999, il tasso di interesse può essere modificato. Anche in modo retroattivo, tra l’altro senza obbligo di informativa al risparmiatore.
Resta, però, per l’investitore la possibilità di recedere dal contratto. Incassando quanto spetta secondo il tasso di interesse originario e più vantaggioso.
“Tale pronunciamento a nostro avviso risulta alquanto contraddittorio. E non del tutto rispettoso del diritto del risparmiatore a ricevere informazioni chiare e corrette sui propri investimenti.” – afferma Emilio Viafora, Presidente della Federconsumatori. – “Per questo stiamo valutando se sussistono gli estremi per presentare ricorso alla Corte di Giustizia Europea.”
Ad aggravare la situazione contribuisce un fatto, che non è stato minimamente considerato dalla Corte di Cassazione. Cioè che Poste Italiane è oggi un soggetto di diritto privato, che non può più essere equiparato ad un Ente pubblico.