Andamento e bilanci della stagione turistica estiva 2023 tra inflazione, rincari e scandalo degli scontrini pazzi. Chi paga per i danni di immagine?
Dopo un agosto che dal punto di vista turistico si è contraddistinto per i forti rincari, lo scandalo degli scontrini pazzi (o “creativi”) e per il calo di presenze degli italiani nelle località italiane (- 5,7% secondo i dati del Centro studi turistici di Firenze Assoturismo Confesercenti), grandi aspettative di recupero si concentrano sul mese di settembre.
Secondo quanto stimato da un’analisi Coldiretti/Ixè sarebbero 9,8 milioni gli italiani che avrebbero scelto di trascorrere almeno parte delle vacanze estive nel mese di settembre, in aumento dell’11% rispetto allo scorso anno, spinti dal persistere del bel tempo e anche dalla possibilità di approfittare di prezzi più bassi.
Un bilancio della stagione turistica 2023
Se venissero mantenuti questi numeri per settembre, il bilancio del trimestre estivo 2023 potrebbe chiudere con un -1,4% di pernottamenti di turisti italiani, corrispondente a circa 3 milioni in meno rispetto al 2022.
Rispetto al 2022 cresce invece del +3,6% la presenza di turisti stranieri contribuendo così a salvare una stagione che era partita bene e che a luglio aveva fatto sperare nel superamento delle presenze del 2019 (periodo pre-covid).
Ad incidere sulla diminuzione dei flussi e delle presenze turistiche sicuramente l’inflazione che ha portato ad un generalizzato aumento dei prezzi e conseguentemente ha intaccato la capacità di spesa dei turisti, soprattutto italiani.
Ma al di là dei dati e delle tendenze, non si può sottostimare che lo scandalo degli scontrini pazzi scoppiato nel mese di agosto abbia prodotto un danno di immagine soprattutto dopo il reportage andato in onda sulla CNN. Secondo l’emittente statunitense la stagione estiva 2023 «diventerà una delle più costose della storia italiana» a causa degli «scandali dei prezzi in bar e ristoranti».
Le follie di questa estate italiana
Singoli episodi si potrà dire, ma comunque pur sempre fatti che si sono ripetuti frequentemente soprattutto nel mese di agosto e che hanno finito per gettare un ombra sulla correttezza e credibilità di tutto il sistema turistico. Due euro extra per un piatto vuoto a Portofino; 60 centesimi aggiunti al prezzo di un cappuccino per del cacao in polvere: due euro per tagliare a metà un panino al prosciutto sul Lago di Como; 1,50 euro ad Alba per la richiesta di due cucchiaini per assaggiare un dolce; due euro per scaldare un biberon nel microonde a Ostia; 6 euro per far sporzionare la torta di compleanno.
Di questi episodi come si è detto, non solo si è parlato nei principali media italiani ma anche sulla stampa estera fino al servizio della CNN che ha usato l’espressione “the italian job” per sottolineare l’attitudine tutta italiana a «imbrogliare vergognosamente» i turisti stranieri e nazionali.
Per l’Italia, il Paese con più siti patrimonio UNESCO nel mondo, caratterizzato da bellezze e tesori di incommensurabile valore, tornare alla ribalta delle cronache estive internazionali per lo scandalo degli scontrini a dir poco “creativi” ha rappresentato indubbiamente non solo una bruttissima pagina di comunicazione ma anche e soprattutto un grande boomerang in termini di immagine.
Non che sia la prima volta o l’unico Paese accusato di comportamenti un po’ predatori verso turisti incauti, ma stavolta il danno di reputazione impone una riflessione che vada oltre la cronaca.
Le cause principali di questi episodi
Ad una analisi più fredda, per quanto possano sorprendere o indignare i 60 euro a Porto Cervo per 2 caffè e 2 bottigliette di acqua minerale, oppure i 150 euro per lettino e ombrellone a Portofino, pur nella loro esagerazione rientrano nella logica del turismo d’ elite che di fatto cerca di attrarre soprattutto vip e il jet set internazionale.
Sappiamo tutti benissimo che in certe località esclusive si paga il fattore contesto e pertanto luoghi elitari scremano i propri clienti attraverso costi particolarmente alti, inaccessibili per la stragrande maggioranza.
La cosa che sorprende di questa estate 2023, che sì chiuderà con dei numeri negativi in termini di presenze, sono i piccoli espedienti che rendono evidente come esistano ancora sacche di ignoranza rispetto alle basi essenziali che contraddistinguono la cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità.
Se non si interviene su queste falle che non hanno nulla a che vedere con i rincari dovuti all’inflazione ma sono il frutto di un malcostume, si rischia di creare o consolidare lo stigma dell’operatore turistico italiano come un potenziale truffaldino.
Certo i VIP internazionali non si lasciano certamente influenzare da questi episodi ma a quanto pare sono stati proprio in primis gli italiani a sentirsi vessati e tartassati tanto da arrivare a far mancare la loro presenza nelle località di vacanza italiane in agosto orientandosi verso mete meno pretenziose come ad esempio Albania, Montenegro e Grecia.
Qual è il futuro del turismo in Italia?
Insomma è lecito domandarsi se di fronte alle grandi sfide che interessano il turismo ma anche più complessivamente l’economia mondiale e che vanno sotto il nome di cambiamento climatico, sostenibilità, tensioni geopolitiche, problemi di sicurezza e nuove tecnologie , la risposta che siamo in grado di mettere in campo è quella di un turismo poco professionale, lungimirante e tendenzialmente truffaldino.
Sicuramente urge migliorare la cultura del servizio e della qualità, nonché attuare una seria revisione delle strategie di comunicazione del sistema turistico italiano che non solo vada a contrastare il verificarsi di questi fenomeni ma che sappia soprattutto evitare il prodursi di stigmi verso il nostro Paese conseguenti al danno reputazionale creato da certi episodi.
Chi si assumerà la responsabilità di migliorare la qualità del nostro sistema turistico ricettivo? Confidiamo che le istituzioni, gli organismi di rappresentanza, le associazioni di consumatori possano avviare una riflessione importante e proporre soluzioni credibili ed efficaci.
Fonte: articolo di Francesca Liani
Pensate sul serio per qualche scontrino assurdo ci può rimettere tutto il settore? Per quanta risonanza possa avere un servizio sulla CNN, davvero credete che qualche turista sulla base di una simile notizia vista in TV possa decidere di non venire in Italia o idealizzare un paese costoso? Come se un viaggio internazionale si potesse programmare in qualche giorno?
A me sembra che abbiate costruito castelli in aria.
Dedicate un articolo sulla causa più concreta dell’inflazione e su cosa l’abbia generata, sempre sperando non cadiate negli assurdi populismi.
Su quattro volte che ho pagato il ristorante in contanti, quattro volte non è stato emesso lo scontrino fiscale, purtroppo me ne sono accorto tardi, me ne guarderò bene in futuro, pagherò sempre con carta