Una recente sentenza del TAR della Lombardia, la numero 947/2024, aiuta a fare chiarezza sulla competenza per la legittima delimitazione delle aree pedonali nei comuni.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, Sezione Terza, ha emesso una sentenza relativa al ricorso presentato da una Parrocchia contro l’ordinanza di un comune in materia stradale.
Il ricorso contestava l’Ordinanza Dirigenziale che istituiva un’area pedonale nei pressi del luogo di culto, includendo anche l’area precedentemente utilizzata per la sosta dei veicoli.
Per questo movito la causa è finita davanti ai giudici amministrativi, con i ricorrenti che hanno evidenziato l’illegittimità del documento poiché emesso da un soggetto non competente, quale il dirigente di settore, e non dalla Giunta Comunale.
Scopriamo nello specifico quali sono state le decisioni adottate dal lato giuridico e come si è risolto il caso.
L’equilibrio precario tra aree pedonali e aree di sosta sul territorio
Le aree pedonali e le aree di sosta sono elementi cruciali nella pianificazione urbana dei comuni, poiché influenzano direttamente la vivibilità e la sicurezza delle città.
Le aree pedonali sono spazi dedicati esclusivamente ai pedoni, esentati dal traffico veicolare. Solitamente si trovano in zone centrali o storiche delle città, come piazze, vie principali o aree commerciali. La creazione di aree pedonali mira a promuovere la mobilità sostenibile, ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico, migliorare la qualità dell’aria e favorire la socializzazione e il commercio locale. Tuttavia, la loro istituzione richiede un’attenta pianificazione e gestione per garantire che non causino disagi alla circolazione e alla logistica cittadina.
Le aree di sosta, d’altra parte, sono spazi destinati alla sosta temporanea dei veicoli, come automobili, moto o biciclette. Queste aree possono essere suddivise in diverse categorie, come parcheggi pubblici, parcheggi privati, stalli a pagamento o zone di sosta gratuite. La disponibilità di aree di sosta è fondamentale per ridurre il traffico illegale, alleviare la congestione stradale e facilitare gli spostamenti dei residenti, dei visitatori e dei lavoratori. Tuttavia, la gestione delle aree di sosta può essere complessa e richiede un equilibrio tra la domanda di parcheggio e la disponibilità di spazio, oltre a considerare le esigenze dei residenti, dei commercianti e degli altri utenti della strada.
In molti casi, la pianificazione e la gestione delle aree pedonali e delle aree di sosta sono soggette a regolamenti e normative specifiche stabilite dai comuni, che devono tenere conto di vari fattori, come la densità abitativa, la viabilità, la sicurezza stradale, l’accessibilità per le persone con disabilità, e le esigenze della comunità locale.
Competenza per la legittimità istituzione di aree pedonali nei comuni
Il punto di controversia principale riguarda infatti la competenza per l’adozione dell’ordinanza che istituiva l’area pedonale. La normativa prevede che la delimitazione delle aree pedonali potesse essere disposta dai comuni, con deliberazione della giunta, tenendo conto di vari fattori, tra cui gli effetti del traffico sulla sicurezza e sull’ordine pubblico. Tuttavia, in caso di urgenza, il provvedimento poteva essere adottato con ordinanza del sindaco.
Nel caso in questione, il Tribunale ha ritenuto che il provvedimento non fosse supportato da ragioni di urgenza e che avesse modificato in modo sostanziale l’area pedonale stabilita dalla Giunta Comunale con una precedente delibera. Inoltre, il Tribunale ha evidenziato che il provvedimento non poteva essere considerato un atto esecutivo della delibera della Giunta, ma un atto discrezionale autonomo, poiché modificava sia l’estensione dell’area pedonale, sia le prescrizioni stabilite.
Di conseguenza, il Tribunale ha concluso che l’Ordinanza Dirigenziale era stata adottata da un soggetto incompetente e quindi risultava illegittima. Questo punto di controversia ha portato alla decisione del Tribunale di accogliere il ricorso presentato dalla parte ricorrente, annullando il provvedimento impugnato.
Il testo della Sentenza
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it