SPRAR asilo immigrati“Il Rapporto che presentiamo oggi si basa su dati verificati che fanno chiarezza sul fenomeno migranti, spesso declinato più sugli stati d’animo che sui numeri effettivi. E sempre i numeri ci dicono che il fenomeno ha una complessità mondiale oltreché nazionale che può essere risolta non con il ‘richiamo alla paura’ ma tramite un sistema organizzato di accoglienza dove lo Sprar funga sistema principale, in modo da mettere gli enti locali nelle condizioni di fare la propria parte in maniera funzionale e dignitosa”. Così il sindaco di Prato e delegato Anci all’Immigrazione, Matteo Biffoni, durante la presentazione del“Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2015” (scarica la sintesi) svoltasi oggi a Roma presso la Sala Conferenze della sede nazionale dell’Anci

 

“Ad oggi – ha ricordato Biffoni – nel sistema Sprar ci sono poco più di 20mila posti, a cui se ne aggiungeranno presto altri 10mila, a dimostrazione che la volontà comune è quella di passare finalmente verso un sistema organizzato e di sistema. Come Anci, l’intenzione è provare a lanciare lo Sprar in tutti i Comuni anche quelli di piccole dimensioni”. Oltre al sistema di accoglienza, però, secondo il delegato Anci “è importante incidere sulla riduzione dei tempi di attesa per la presentazione della domanda di protezione internazionale e sulle relative decisioni. Inoltre è necessario affiancare strategie e programmi comuni per evitare le conflittualità sui territori e per accompagnare e favorire l’inserimento sociale ed economico per coloro che hanno avuto il riconoscimento dello status di  richiedenti asilo e rifugiati”.

 

“Come sindaco – ha detto ancora il primo cittadino di Prato – questa non è una partita semplice, oltretutto complicata da tutte le altre questioni aperte che le città si trovano ad affrontare in questi anni difficili. Non ci divertiamo di certo a fronteggiare il problema ma questo stato delle cose non può certo scomparire ed è quindi giusto e doveroso per chi rappresenta una comunità svolgere il proprio ruolo dare risposte anche alle tante persone che giungono da zone di crisi e di guerra, senza – ha chiosato e ribadito Biffoni – cadere nei facili richiami alla paura”.

 

Venendo ai numeri presentati oggi emerge come al 14 settembre 2015 sono giunti sulle nostre coste circa 121.500 migranti, soprattutto eritrei, nigeriani, somali, sudanesi, siriani. A fronte di questi arrivi nel 2014 le domande di protezione internazionale presentate in Italia sono state quasi 65mila, con un forte aumento rispetto al 2013 quando sono state circa 27mila. I minori stranieri non accompagnati che nel 2014 hanno presentato domanda di protezione internazionale sono stati 2.584 mentre nei primi cinque mesi del 2015 sono state presentate circa 25mila domande di protezione internazionale.

 

Il rapporto evidenzia, poi, come siano circa 59.500.000 i migranti forzati nel mondo. Di questi i rifugiati che arrivano in Europa sono circa il 10% e di questi meno del 3% arriva in Italia, ovvero meno del 3 per mille del totale.

 

Dallo studio emerge ancora che nel 2014 sono state presentate nei 28 paesi membri dell’Unione Europea 626.715 domande di protezione internazionale, con un incremento di quasi 200mila domande rispetto all’anno precedente. La Germania risulta il paese con la piu’ alta richiesta nell’Unione (202.815, pari al 32,4% del totale), incrementando il numero di domande del quasi 60% rispetto all’anno precedente.

 

La Germania e’ seguita a notevole distanza da Svezia (81.325), Italia (64.625), Francia (64.310) e Ungheria (42.775). I primi tre paesi per numero di domande accolte, vale a dire Germania, Svezia e Italia, coprono piu’ della meta’ (55,6%) di tutte le domande ricevute dall’Unione nel corso del 2014. Confrontando i dati rispetto all’anno passato, e’ pero’ possibile notare come l’Italia registri la crescita maggiore di domande presentate (+142,8%), passando da 26.620 a 64.625, seguita da Ungheria (+126,3%, 18.900 contro 42.775) e Danimarca (+103,5%, 7.230 contro 17.715).

 

Alla presentazione del Rapporto hanno partecipato anche monsignor Gian Carlo Perego (Fondazione Migrantes), Don Francesco Soddu (Caritas italiana), Carlotta Sami (UNHCR), Gennaro Migliore, Commissione parlamentare sul sistema di accoglienza) e il prefetto Angelo Malandrino, vicecapo del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del ministero dell’Interno. Per tutti la necessità è quella di mettere a sistema il processo di accoglienza e integrazioni che dovrà svilupparsi all’interno del sistema Sprar.