Una recente sentenza del Consiglio di Stato evidenzia come sanzioni relative all’abuso edilizio quali la demolizione si applicano anche al proprietario attuale seppur non risulti direttamente colpevole.
La giustizia non sempre segue un percorso lineare, come conferma una recente pronuncia che getta luce su una questione spinosa: la demolizione di edifici abusivi coinvolge non solo i colpevoli diretti, ma anche coloro che potrebbero essere estranei al reato.
Scopriamone di più e cerchiamo di comprendere le motivazioni alla base della decisione dei giudici in tal senso.
Alcuni cenni sull’abuso edilizio
Nell’ambito della pianificazione urbanistica e della gestione del territorio, l’abuso edilizio rappresenta una questione di grande rilevanza e complessità. Tale fenomeno si manifesta quando vengono realizzate opere edilizie in violazione delle normative urbanistiche e edilizie vigenti, senza ottenere i necessari permessi o autorizzazioni dalle autorità competenti. In altre parole, si tratta di interventi che si discostano dal quadro normativo previsto, compromettendo l’equilibrio urbanistico e l’armonia del territorio.
L’abuso edilizio può assumere molteplici forme:
- espansione non autorizzata di un edificio
- realizzazione di nuove costruzioni in zone non edificabili
- fino alla mancata conformità degli interventi alle normative urbanistiche locali.
Le conseguenze di tali pratiche illegali possono essere significative, portando non solo a problemi di carattere legale e amministrativo, ma anche a rischi per la sicurezza pubblica e l’ambiente.
La lotta contro l’abusivismo edilizio rappresenta dunque una priorità per le autorità competenti, al fine di preservare l’ordine urbano, tutelare il paesaggio e garantire il rispetto delle regole da parte dei cittadini e degli operatori del settore edilizio.
Abuso edilizio e demolizione anche se proprietario attuale non è colpevole
Nel complesso scenario legale della demolizione di edifici abusivi, emerge un principio controverso: il coinvolgimento nella procedura demolitoria non riguarda esclusivamente i responsabili diretti dell’abuso edilizio, ma si estende anche a coloro che potrebbero essere estranei al reato.
Questa disposizione implica che l‘attuale proprietario dell’edificio, anche se non coinvolto direttamente nel procedimento penale, potrebbe trovarsi costretto a demolire la struttura abusiva. In tale situazione, il proprietario ha il diritto di ricorrere alla giustizia civile, tentando di dimostrare la responsabilità del precedente proprietario, che sia di natura contrattuale o extracontrattuale.
Tuttavia i giudici fanno presente che, nel caso in cui l’immobile abusivo venga venduto, il nuovo acquirente non eredita solo la proprietà, ma anche tutte le questioni legali connesse all’edificio, inclusi gli abusi perpetrati in precedenza. Questo implica che l’acquirente potrebbe trovarsi ad affrontare richieste di regolarizzazione o, nel peggiore dei casi, demolizione.
Le implicazioni di un cambio di proprietà possono essere varie e complesse. Quindi vanno comunque messi in chiaro alcuni elementi:
- se l’abuso edilizio non viene rivelato al momento della compravendita e l’acquirente non ne è a conoscenza, questi potrebbe richiedere il rimborso e considerare nulla l’intera transazione;
- tuttavia, se l’abuso viene scoperto durante la compravendita e le parti decidono di procedere comunque, l’acquirente si assume il rischio di possibili conseguenze legali, tra cui la demolizione dell’edificio abusivo e il ripristino dello stato originario del terreno.
È cruciale sottolineare che le responsabilità di natura penale e amministrativa non vengono trasferite uniformemente, e ciascuna situazione deve essere valutata singolarmente, considerando tutti gli aspetti legali e giuridici in gioco.
La sentenza
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it