guardia medica notturnaAnche i cittadini scendono in piazza per rompere il silenzio che copre questa “silenziata riforma” che compromette un servizio essenziale, irrinunciabile per i cittadini. Non ha senso procedere alla demolizione delle strutture che garantiscono, a livello territoriale, la continuità dei servizi di assistenza e di emergenza/urgenza.

 

Non ha senso operare scelte che, di fatto, abbandonano i principi della sanità pubblica universale. Abolire il servizio di guardia medica notturna comporterebbe che, dalle ore 24 alle 8 del mattino, le emergenze e le richieste sarebbero dirottate sul 118 e sui Pronto Soccorso, che risulterebbero sempre più intasati, sovraccaricati e perciò non sufficienti a garantire la salute e la sicurezza di tutti. Di conseguenza i cittadini rischierebbero di essere lasciati a sé stessi. I malati e i soggetti più deboli sarebbero abbandonati e, di fatto, privati dei diritti e dei servizi finora garantiti dalla sanità pubblica sanciti dalla Costituzione.

 

Nel testo, approvato da Regioni e Governo e già avallato dal sindacato Fimmg, i cui iscritti sono circa il 60 per cento della categoria, si prevede un cambiamento per certi versi epocale. La guardia medica infatti, non lavorerebbe più tra mezzanotte e le 8 nei giorni feriali e tra le 20 e le 8 nei festivi. E i pazienti? Dovranno rivolgersi al 118 oppure al pronto soccorso. Le ragioni di questa modifica del turno stanno nelle “aft”, le aggregazioni funzionali territoriali.