Roma Capitale raggiunge un traguardo significativo diventando la più grande amministrazione locale italiana a ottenere la Certificazione della Parità di Genere.
Un riconoscimento che non rappresenta solo un attestato formale, ma segna l’inizio di un percorso mirato a rendere l’organizzazione del lavoro più equa e inclusiva.
Un punto di partenza per un cambiamento strutturale
“Questo risultato è il frutto di un impegno prolungato e rappresenta per noi non un punto d’arrivo, ma l’avvio di un ulteriore cammino verso una città più giusta, in cui ciascuno abbia le stesse opportunità di crescita e realizzazione personale. Il contributo delle donne nella pubblica amministrazione è essenziale, non solo per garantire diritti equi alle lavoratrici, ma anche per migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini. La certificazione ottenuta ci spinge a fare di Roma un modello di riferimento a livello nazionale ed europeo per l’equità e la sostenibilità sociale“, ha dichiarato il Sindaco Roberto Gualtieri.
L’Assessora alle Attività Produttive e Pari Opportunità, Monica Lucarelli, ha sottolineato il valore di questo riconoscimento come leva per un cambiamento sostanziale: “Abbiamo costruito un modello basato su dati concreti e azioni mirate, rendendo la parità di genere un pilastro della gestione del personale e delle politiche pubbliche. Questa certificazione non è solo un traguardo, ma un motore di trasformazione che incide sulla qualità del lavoro e sulla governance della città.”
Un processo inclusivo e partecipativo
L’ottenimento della certificazione è il risultato di un percorso articolato in sette fasi, avviato con la Memoria di Giunta n. 68 del 2022 e culminato con l’audit finale del 31 gennaio 2025. Un’iniziativa che ha coinvolto tutti i dipartimenti dell’amministrazione attraverso oltre 25 incontri e una consultazione interna, a cui hanno partecipato più di 5.600 dipendenti.
I dati emersi evidenziano alcune criticità e aree di intervento:
- Il 34% delle posizioni dirigenziali è ricoperto da donne, mentre la presenza femminile tra i dipendenti è del 72%;
- Il 66% delle richieste di lavoro part-time proviene da donne, segnale di un bisogno diffuso di strumenti per la conciliazione tra vita lavorativa e familiare;
- Sebbene non vi sia un divario salariale di genere, le donne risultano sottorappresentate nei ruoli apicali.
“Se vogliamo infrangere il ‘soffitto di cristallo’ che ostacola l’accesso delle donne ai vertici decisionali, dobbiamo partire dall’analisi di questi numeri. La certificazione rappresenta un nuovo punto di partenza per costruire una leadership più inclusiva e assicurare pari opportunità di carriera”, ha aggiunto Lucarelli.
Dalla certificazione all’azione: le iniziative in corso
Per dare concretezza a questo riconoscimento, Roma Capitale ha già avviato misure strategiche per garantire che la certificazione non resti un semplice simbolo, ma diventi uno strumento di cambiamento reale. Tra le azioni previste:
- Revisione dei bandi di concorso per favorire selezioni e assunzioni più inclusive;
- Programmi di formazione specifici sulla leadership femminile e il superamento degli stereotipi di genere;
- Potenziamento dello smart working e delle politiche di welfare aziendale per facilitare l’equilibrio tra lavoro e vita privata;
- Monitoraggio costante delle progressioni di carriera e delle retribuzioni per garantire pari opportunità di crescita professionale.
Roma come modello per il futuro
“L’innovazione non riguarda solo il progresso tecnologico, ma anche il modo in cui vengono strutturate le organizzazioni. Abbiamo avviato un percorso solido che può diventare un esempio anche per il mondo imprenditoriale e altre istituzioni. Roma può dimostrare che la parità di genere è un fattore chiave per la competitività e lo sviluppo del territorio“, ha concluso Lucarelli.
Con questa certificazione, la capitale si propone di guidare un cambiamento culturale di ampio respiro, dimostrando che inclusione e crescita economica possono procedere di pari passo.