Indicazioni Unità Europea parità salarialeArrivano le indicazioni dell’Unione Europea in merito alla parità salariale tra uomini e donne: ecco le novità.


Indicazioni Unità Europea parità salariale: uno dei maggiori problemi, in campo lavorativo, è il cosiddetto gender gap.
Si tratta del divario di condizioni e trattamento economico tra uomini e donne, in campo lavorativo.

Nel bollettino Istat, pubblicato lo scorso 31 gennaio, il tasso di occupazione femminile si attesta al 51,3%. Si tratta di uno dei dati peggiori in Europa, soprattutto tenendo conto che la media europea si attesta al 62,7%.

Ma non si tratta solamente dell’occupazione, bensì anche della differenza salariale tra uomini e donne. Nel nostro Paese, questo divario si è accorciato negli ultimi anni, ma tra gli obiettivi del PNRR c’è quello di ridurre questo divario, così da raggiungere un maggiore livello di benessere e qualità delle condizioni di lavoro.

Ecco le ultime indicazioni UE in merito alla parità salariale tra uomini e donne.

Indicazioni Unità Europea parità salariale: ecco nel dettaglio

L’Unione Europea è intervenuta nuovamente sulla parità salariale tra uomini e donne con la direttiva 2023/970, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 17 maggio.

L’obiettivo è di colmare il divario salariale tra uomini e donne, attraverso la trasparenza retributiva e regole procedurali che facciano ricadere l’onere della prova sul datore di lavoro che, se citato in giudizio per violazione della parità retributiva, sarà tenuto a dimostrare l’insussistenza della discriminazione retributiva diretto o indiretta.

L’atto UE punta a rafforzare

“l’applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso la trasparenza retributiva e i relativi meccanismi di applicazione”.

Si tratta di una svolta, perché oltre al dovere di trasparenza, le aziende UE saranno obbligate ad intervenire quando il divario retributivo supererà il 5%.

Nel testo della nuova direttiva, c’è anche la possibilità di risarcimento per le vittime di discriminazione retributiva, garantendo un sistema sanzionatorio, che potrà essere effettivamente dissuasivo per i datori di lavoro.

La direttiva introduce il tema della trasparenza retributiva ancora prima dell’assunzione, continuando anche nel corso dello svolgimento dell’attività lavorativa, incidendo, in questo modo, anche per la progressione economica.

Inoltre, dovrà essere applicata sia dai datori di lavoro del settore pubblico che di quello privato.

Indicazioni Unità Europea parità salarialeQuali saranno i doveri del datore di lavoro

I datori di lavoro dovranno indicare i criteri utilizzati per determinare la retribuzione, i livelli retributivi e la progressione economica.

Le imprese con più di 250 dipendenti saranno tenute a presentare, ogni anno, una relazione sul divario retributivo di genere, mentre le aziende più piccole dovranno farlo ogni tre anni.

Indicazioni Unità Europea parità salariale: cosa succede negli appalti

Come previsto dall’art.24, la direttiva incide anche sugli appalti.
Questo perché gli Stati membri dovranno assicurare che, nell’esecuzione di appalti pubblici o concessioni, gli operatori economici rispettino gli obblighi sulla parità di retribuzione.

Nella direttiva, sono incluse delle prescrizioni minime, ma permette agli Stati di fare interventi migliorativi per raggiungere l’obiettivo della parità di retribuzione.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it