Approfondimento su una possibile proposta legislativa che integri nei contratti agrari le innovazioni tecnologiche, promuova la sostenibilità e risponda alle attuali esigenze degli agricoltori e del territorio.


L’evoluzione dei contratti agrari in Italia ha seguito, sempre, le sorti dei cambiamenti socio-economici ma anche politici ed ha radici profonde. Settanta anni fa, nel  1950 [1] veniva varata la riforma agraria nazionale, per opera del governo “De Gasperi” nonché dei Ministri dell’Agricoltura  Segni e  Fanfani. Mentre in Sicilia, dalla dominazione araba e normanna, fino al 1946,  ovvero fino all’applicazione dei contestati “Decreti Gullo”, le agitazioni degli latifondisti e degli agricoltori innescarono un processo politico che portò al recepimento ed alla legiferazione in materia. In entrambi i casi dal 1950 al 1968 le norme sui contratti agrari si sono evolute in risposta ai cambiamenti predetti ma poi subirono una battuta d’arresto, fino ai tempi moderni.

I contratti agrari in Sicilia

In Sicilia, l’agricoltura ha sempre rappresentato una parte fondamentale dell’economia ed anche qui troviamo un apparato normativo in materia di contratti abbastanza vetusto il quale andrebbe  rivisto, a partire dalla L.R. 27 dicembre 1950, n. 104 [2] ( approvata dall’Assemblea Regionale siciliana, dopo una asperrima disputa politica, non ebbe immediata applicazione per contestazione di legittimità costituzionale; divenne esecutiva con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana il 27 dicembre 1950 (L. R. 27 dicembre 1950, n. 104 – Riforma Agraria in Sicilia)  fino all’ultima L.R del 6 dicembre n.33  risalente al 1968.

L’attuale sistema  presenta infatti, diverse aree legislative che potrebbero, anzi dovrebbero, essere innovate al fine di rispondere meglio alle esigenze più attuali degli agricoltori e così promuovere, in tal modo, un’agricoltura più sostenibile e innovativa. Senza dubbio quindi, a parere di chi scrive, un approccio riformista e che integri flessibilità, protezione dei diritti, sostenibilità, innovazione e cooperazione potrebbe contribuire significativamente a migliorare la situazione del settore agricolo nell’isola.

V’è da dire che l’avvento della PAC, ha introdotto diverse misure di sostegno le quali hanno avuto un impatto notevole anche sui contratti agrari, incrementando pratiche sostenibili e promuovendo la competitività. Sicché l’utilizzo e l’incentivo dei fondi europei, ha dato una forte spinta alla modernizzazione delle aziende agricole siciliane e ciò,  conseguentemente, ha  influito, appunto, sulla tipologia e modalità dei contratti stipulati.

Oggi, attraverso un processo collaborativo, inclusivo e adattivo, è possibile costruire un futuro migliore, in sintonia con le esigenze della società contemporanea e delle generazioni prossime. Da questo moderno “Point of view”  la riforma dei contratti agrari, pertanto, non rappresenta solo una necessità legislativa ma è un passo fondamentale verso un’agricoltura che possa prosperare, innovare e contribuire al benessere collettivo.

Prospettive future: Soluzioni innovative e proposte legislative nazionali

Lasciando a margine l’analisi e l’esegesi delle problematiche complesse derivanti da  questo apparato normativo ormai vetusto ( poiché appartenente ad un periodo e contesto storico ormai desueto) ecco alcuni aspetti chiave che potrebbero essere considerati per una corretta riforma:

Flessibilità dei contratti di affitto agricolo

A livello nazionale potrebbe beneficiarne, appunto, la Legge n. 203/1982, che disciplina i contratti agrari in Italia. Questa legge, sebbene abbia rappresentato un passo avanti nella regolamentazione del settore, presenta diverse criticità che ne limitano l’efficacia nel contesto attuale.

In ragione di ciò essa stabilisce regole rigide riguardo alla durata e alle modalità di rinnovo dei contratti di affitto agricolo, rendendo difficile per gli agricoltori adattarsi alle fluttuazioni del mercato e alle esigenze climatiche. Sarebbe, dunque, opportuno  introdurre maggiore flessibilità nelle clausole contrattuali, consentendo agli agricoltori di adattare i termini in base alle condizioni ambientali e di mercato.

Questo potrebbe includere contratti a termine più brevi o la possibilità di modificare le condizioni di affitto in base a situazioni impreviste. Inoltre, nonostante la legge preveda diritti per gli affittuari, molte volte questi diritti non vengono rispettati e gli agricoltori si trovano in posizioni vulnerabili, soprattutto nei contratti a lungo termine. Occorre, di conseguenza, rafforzare le disposizioni che tutelano i diritti degli affittuari, ad esempio, introducendo meccanismi di risoluzione delle controversie più accessibili e garantendo che gli affittuari possano contestare le clausole che ritengono ingiuste senza timore di ritorsioni.

Sostenibilità e agricoltura biologica

L’apparato normativo attuale non tiene conto in modo adeguato delle pratiche agricole sostenibili e delle richieste di agricoltura biologica e rigenerativa. Tale problema potrebbe trovare soluzione nell’ introduzione di incentivi e clausole specifiche per promuovere pratiche agricole sostenibili nei contratti, come la conservazione della biodiversità, oppure l’uso responsabile delle risorse idriche e la riduzione dell’impatto ambientale (sconti sui canoni di affitto per agricoltori che dimostrano pratiche eco-compatibili).

Contratti agrari più chiari e ben definiti

Altro aspetto di grande rilievo è la mancanza di contratti chiari e ben definiti la quale può ostacolare limitando la capacità di investire e innovare. Riformare significa integrare anche con disposizioni che facilitino l’accesso al credito per gli operatori de settore ( creazione di un registro centrale dei contratti agrari che possa essere utilizzato dalle istituzioni finanziarie per valutare il rischio e concedere prestiti).

Modelli cooperativi tra agricoltori

Altro limite della legge anzidetta è la mancata promozione di modelli cooperativi tra agricoltori; ebbene incentivi per la creazione di cooperative agricole e contratti collettivi, permetterebbero agli agricoltori di unire le forze per affrontare le sfide comuni, come l’acquisto di attrezzature o la commercializzazione dei prodotti.

Innovazioni tecnologiche in agricoltura

Ed infine, “last but not least”,  non si affrontano nella predetta legge le innovazioni tecnologiche nel settore, che stanno indubbiamente trasformando il modo di lavorare degli agricoltori. Urge, allora, incorporare disposizioni che riconoscano l’uso delle tecnologie avanzate nei contratti agrari (come l’agricoltura di precisione)e stabilire modalità per integrare tali tecnologie nei contratti esistenti. 

Prospettive in Sicilia conseguenti all’auspicata(si spera prossima)  Riforma Agraria

Il recepimento ed il riadattamento della Legge n. 203/1982 sui contratti agrari, in Sicilia, richiederebbe ovviamente un approccio articolato e collaborativo, che coinvolga istituzioni, agricoltori, associazioni di categoria e esperti del settore. Ecco alcuni suggerimenti per il legislatore su come il processo potrebbe avvenire e come potrebbe essere riadattata in modo efficace:

A parere di chi scrive, premesso il necessario coinvolgimento  degli “Stakeholders” coinvolti, nonché il necessario “Studio di fattibilità” e valutazione delle “Best Practices” per identificare  esempi virtuosi (anche europei) che potrebbero essere implementati in Sicilia, appare evidente come il nuovo complesso normativo non possa più prescindere dall’ integrazione tecnologica: È infatti essenziale che le nuove normative sui contratti agrari prevedano modalità per integrare con tecnologie innovative(uso di strumenti di agricoltura di precisione).

Contratti agrari e Blockchain

Per affrontare le sfide attuali e future, invero, una soluzione innovativa potrebbe riguardare l’implementazione dei cd. “Contratti Agrari Smart”. Questa proposta si basa sull’integrazione della tecnologia “Blockchain” e di strumenti digitali per migliorare la trasparenza, la sicurezza e l’efficienza nella gestione degli stessi. La “Blockchain” è una tecnologia distribuita che consente di registrare transazioni in modo sicuro, trasparente e immutabile. Applicata ai contratti agrari, può garantire che tutte le parti coinvolte abbiano accesso a informazioni affidabili e aggiornate con i seguenti vantaggi: Trasparenza( tutti i termini del contratto e le transazioni possono essere registrati in modo aperto e accessibile, riducendo il rischio di controversie; sicurezza(i contratti sono protetti da crittografia, riducendo il rischio di frode e manipolazione); immutabilità(una volta registrati, i contratti non possono essere alterati, garantendo che le condizioni concordate siano rispettate).

Agricoltura e Digitalizzazione

Altra soluzione innovativa potrebbe essere, ad esempio, l’implementazione di Piattaforme Digitali  dedicate alla gestione dei contratti agrari, in cui agricoltori, proprietari terrieri e altre parti interessate possano stipulare, gestire e monitorare i loro contratti, con alcune funzionalità specifiche (ad esempio offrire modelli di contratti standardizzati che possano essere facilmente adattati alle esigenze specifiche delle parti per monitorare l’adempimento dei termini contrattuali e per segnalare eventuali inadempimenti; creare  un sistema di feedback che consenta agli agricoltori e ai proprietari di valutare l’affidabilità o la qualità delle transazioni; integrare la piattaforma con strumenti di agricoltura di precisione, come sensori e droni, per raccogliere dati in tempo reale sulle condizioni delle coltivazioni e sulla gestione delle risorse).

Enti preposti al monitoraggio

Infine ultima strategia vincente dovrebbe riguardare l’implementazione ed il Monitoraggio ( ad esempio istituzione di un comitato regionale per monitorare l’attuazione della legge e valutare l’efficacia dei “contratti agrari smart” con redazione di report annuali sullo stato dell’arte, evidenziando successi, sfide e raccomandazioni per miglioramenti futuri).

Se ne ricaverebbero, da ciò, essenzialmente due vantaggi di pregio ovvero:

  • I contratti potrebbero essere adattati in tempo reale in base ai dati raccolti( se una coltivazione è colpita da siccità, le condizioni del contratto potrebbero essere negoziate per riflettere la situazione attuale);
  • Utilizzando dati oggettivi, si potrebbero creare incentivi mirati per gli agricoltori che adottano pratiche sostenibili.

Conclusioni

In conclusione, aumentando la familiarità degli agricoltori con le nuove tecnologie e la loro applicazione nel settore, promuovendo una cultura della trasparenza / legalità nelle transazioni agrarie, nonché attraverso un’opera valida di Riforma  e di moderno “drafting”  normativo decentrato e regionale si potrebbero rendere  i contratti agrari più efficaci e responsivi, così posizionando in positivo la Sicilia come esempio di innovazione nel settore agricolo, attirando di conseguenza investimenti e giovani imprenditori.


[1] https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1950-05-12;230

[2] § 3.4.23 – L.R. 27 dicembre 1950, n. 104. Riforma agraria in Sicilia.