pnrr-contributi-comunita-energetiche-rinnovabiliNell’ambito delle iniziative legate al PNRR arriva un nuovo avviso pubblico, emanato dal MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) per la presentazione di domande di accesso ai contributi per le Comunità Energetiche Rinnovabili.


Le domande sono destinate a finaziare la realizzazione di CER e sistemi di autoconsumo collettivo in Comuni con meno di 5.000 abitanti, con l’obiettivo di aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’efficienza energetica.

Scopriamone dunque di più sull’argomento e sull’avviso in particolare.

Cosa sono le CER?

Le CER, acronimo che va a indicare proprio le Comunità Energetiche Rinnovabili, sono aggregati di cittadini, imprese, enti locali o altri soggetti che si uniscono per produrre, consumare e condividere energia elettrica da fonti rinnovabili. In questo modo, i membri della CER possono beneficiare di diversi vantaggi, tra cui:

  • risparmio sulle bollette energetiche: l’energia prodotta dall’impianto condiviso può essere utilizzata per il proprio fabbisogno, riducendo la dipendenza dalla rete elettrica tradizionale.
  • maggiore indipendenza energetica: le CER contribuiscono a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e dall’estero per l’approvvigionamento energetico.
  • riduzione dell’impatto ambientale: la produzione di energia da fonti rinnovabili aiuta a contrastare i cambiamenti climatici e a migliorare la qualità dell’aria.
  • sviluppo locale: le CER possono creare nuove opportunità di lavoro e di business nei territori in cui sorgono.

Cosa sono i sistemi di autoconsumo collettivo?

I sistemi di autoconsumo collettivo sono simili alle CER, ma si differenziano per la presenza di un unico soggetto “responsabile” dell’impianto di produzione. Questo soggetto può essere un’impresa, un condominio o un’altra organizzazione. I membri del sistema di autoconsumo collettivo consumano l’energia prodotta dall’impianto e compensano la differenza con la rete elettrica tradizionale.

Spese ammissibili

Sono ammissibili le seguenti spese:

  • realizzazione di impianti a fonti rinnovabili (a titolo di esempio: componenti, inverter, strutture per il montaggio, componentistica elettrica, etc.)
  • fornitura e posa in opera dei sistemi di accumulo;
  • acquisto e installazione macchinari, impianti e attrezzature hardware e software, comprese le spese per la loro installazione e messa in esercizio;
  • opere edili strettamente necessarie alla realizzazione dell’intervento;
  • connessione alla rete elettrica nazionale;
  • studi di prefattibilità e spese necessarie per attività preliminari, ivi incluse le spese necessarie alla costituzione delle configurazioni;
  • progettazioni, indagini geologiche e geotecniche il cui onere è a carico del progettista per la definizione progettuale dell’opera;
  • direzioni lavori, sicurezza;
  • collaudi tecnici e/o tecnico-amministrativi, consulenze e/o supporto tecnico-amministrativo essenziali all’attuazione del progetto.

Presentazione della domanda e scadenza del bando

Le domande di accesso ai contributi possono essere presentate esclusivamente online tramite il Portale del GSE (https://areaclienti.gse.it/).

Per presentare la domanda è necessario seguire le istruzioni contenute nel Manuale Utente “Guida all’utilizzo dell’applicazione SPC” e allegare la documentazione richiesta.

Lo sportello risulta aperto dallo scorso 8 aprile 2024 e sarà chiuso improrogabilmente il 31 marzo
2025 alle ore 18:00, fatto salvo il preventivo esaurimento delle risorse disponibili pari a 2.200.000.000 euro
di cui verrà fornita evidenza tramiti appositi contatori e data notizia tramite pubblicazione sul sito del GSE.

Obblighi del destinatario dei contributi

Chi riceve i contributi deve rispettare i seguenti parametri:

  • Completare i lavori entro 18 mesi dall’ammissione al contributo, entro il 30 giugno 2026.
  • Comunicare l’avvio dei lavori.
  • Segnalare tempestivamente eventuali modifiche al progetto al GSE.
  • Garantire la tracciabilità dei fondi PNRR con una contabilità separata.
  • Presentare la rendicontazione delle spese effettivamente sostenute.
  • Conservare la documentazione del progetto.
  • Informare tempestivamente l’Amministrazione centrale di eventuali procedimenti legali o irregolarità.
  • Fornire informazioni, dati e documenti su richiesta.
  • Consentire controlli e ispezioni da parte delle autorità competenti.

Revoca dei finanziamenti

Infine chi riceve i finanziamenti rischia la revoca dei medesimi nei seguenti casi:

  • Mancanza dei requisiti di ammissibilità
    • perdita di uno o più dei requisiti richiesti all’articolo 7, comma 2 del Decreto
    • dichiarazioni false nell’istanza di accesso ai contributi o in altre fasi del procedimento.
  • Mancato rispetto delle regole
    • non rispetto dei requisiti del Decreto.ì
    • violazione dei principi di DNSH e tagging climatico
    • ritardi nel completamento degli interventi
    • mancanza, annullamento o revoca del titolo autorizzativo per la costruzione o l’esercizio dell’impianto
    • frazionamento artificiale della potenza degli impianti ammessi
    • violazione del divieto di cumulo tra incentivi PNRR e altre forme di sostegno
    • comportamenti ostruzionistici o negligenti del titolare dell’impianto verso il Gruppo di Verifica (ad esempio, negare l’accesso all’impianto o alla documentazione).
  • Mancanza di adempimenti essenziali
    • mancata sottoscrizione del contratto di incentivazione per l’erogazione della tariffa incentivante
    • mancata garanzia del funzionamento dell’impianto di produzione per almeno 5 anni.

Nota

  • La revoca comporta la restituzione integrale del contributo PNRR già erogato.

Nuovi contributi destinati alle Comunità Energetiche Rinnovabili: il testo dell’Avviso PNRR

Qui il documento completo.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it