La campagna olivicola 2024/2025 si preannuncia complessa per l’Italia, che, secondo i dati del Consiglio Oleicolo Internazionale (COI), scivolerà al quinto posto nella classifica mondiale dei produttori di olio d’oliva.


A precederla saranno Spagna, Turchia, Tunisia e Grecia. Questa posizione riflette non solo l’alternanza produttiva tipica del settore, ma anche l’impatto sempre più evidente dei cambiamenti climatici e delle difficoltà strutturali che affliggono il comparto olivicolo-oleario nazionale.

Dati globali: crescita e flessioni

La produzione globale di olio d’oliva ha visto una crescita significativa negli ultimi 60 anni, triplicando fino a raggiungere 2.760.000 tonnellate nella campagna 2022/2023. Tuttavia, i dati provvisori per il 2023/2024 mostrano una flessione del 7%, con una produzione stimata di 2.564.000 tonnellate. Le previsioni per il 2024/2025 indicano un aumento del 32%, fino a 3.375.500 tonnellate.

In Europa, si registra una produzione in crescita del 10% nella campagna 2023/2024, con Spagna, Italia e Portogallo in aumento rispettivamente del 28%, 36% e 28%. Di contro, la Grecia ha subito una drastica riduzione del 49%. Al di fuori dell’UE, la Turchia ha registrato un crollo del 52% nella produzione rispetto all’anno precedente.

Olive da tavola: trend divergenti

La produzione mondiale di olive da tavola per la campagna 2023/2024 è stimata in 2.828.500 tonnellate, in calo del 12% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, le previsioni per il 2024/2025 segnalano una ripresa, con un aumento del 12% che dovrebbe portare la produzione a 3.178.000 tonnellate. Tra i principali produttori, spicca l’Egitto, che ha consolidato la propria posizione con un incremento dell’9%.

Prezzi e mercati

I prezzi dell’olio extravergine di oliva mostrano dinamiche contrastanti. In Spagna, a novembre 2024, il prezzo medio si attestava a 530 euro per 100 kg, in calo del 28,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In Italia, invece, il costo ha raggiunto i 915 euro per 100 kg, segnando un lieve aumento dell’1,7%.

Sul fronte delle esportazioni, i valori unitari hanno subito un calo per il sesto mese consecutivo rispetto all’anno precedente. Nel settembre 2024, il valore medio per l’export extra UE di olio d’oliva si è attestato a 881 euro per 100 kg, con una diminuzione del 3,7% rispetto al mese precedente.

Olio d’oliva, Italia in calo tra i produttori mondiali: le sfide del settore in Italia

Negli ultimi anni, il settore olivicolo italiano ha dovuto affrontare numerose criticità. Eventi climatici estremi, diffusione di insetti alloctoni, carenza di fitofarmaci efficaci e aumento dei costi delle materie prime e dell’energia hanno limitato la capacità produttiva. Queste difficoltà si sono riflesse in una produzione ridotta e in una resa in olio tra le più basse mai registrate, a eccezione di alcune aree geografiche.

L’appello di Confagricoltura

Confagricoltura ha lanciato un appello al governo per garantire la sostenibilità economica della filiera. Tra le richieste principali figurano il mantenimento di un prezzo minimo di scambio che remuneri adeguatamente i produttori e misure per contrastare le speculazioni di mercato. “È essenziale salvaguardare il valore del settore olivicolo-oleario italiano, che rappresenta una componente fondamentale del patrimonio agroalimentare del Paese”, sottolineano i rappresentanti dell’associazione.

Prospettive future

Le previsioni per il 2024/2025 offrono uno spiraglio di ottimismo, con una produzione globale in ripresa. Tuttavia, per il settore italiano, sarà cruciale affrontare le sfide strutturali e climatiche che continuano a mettere sotto pressione i produttori, assicurando allo stesso tempo la valorizzazione di un prodotto simbolo del Made in Italy.

Il dossier del COI

Qui il documento completo (in lingua inglese).